MV AGUSTA F4 1078 RR 312

MV AGUSTA F4 1078 RR 312
Francesco Paolillo
Rappresenta l’ultima evoluzione di una moto già entrata nel mito, che a distanza di 12 anni dalla nascita riesce a infiammare gli animi
15 settembre 2009

Era il 1997 quando iniziarono a vedersi in giro le prime immagini della MV Agusta F4 750, moto che riportava in auge uno dei marchi più blasonati della storia del motociclismo. Se il fatto che sul serbatoio ci fosse il logo MV era già da considerarsi un evento speciale, la cosa che colpì maggiormente era legata alla linea di quella moto, davvero strepitosa.
Una dozzina di anni sono passati e Lei ancora dimostra di essere la regina, almeno sulla passerella. Qualche ruga c’è, inutile negarlo, ma il fascino nel suo complesso è incredibilmente intatto. Queste non sono opinioni personali, è stato sufficiente usarla per qualche tempo e vedere gli sguardi della gente e ascoltarne gli apprezzamenti, per capire che gli anni passano, ma non per lei.
Se fuori cambia poco, è sotto le levigate carenature che la F4 ha ricevuto le cure più appropriate.
I 1.078 cc del quattro cilindri varesino sono stati ottenuti grazie ad un lavoro di alesaggio dei pistoni, che passando da 76 a 79 mm di diametro hanno incrementato la cilindrata, rispetto al mille montato sulla 312, rispetto al quale c’è anche una testata ridisegnata e con valvole di maggiore diametro. Rivisto anche nella lunghezza dei tromboncini dell’aspirazione, ora più lunghi, e con una gestione elettronica del propulsore rivista, il motore millesettantotto si conferma come uno dei più prestazionali della sua categoria: 190 CV (140 Kw) a 12.200 giri/min con una coppia di 12,4 Kgm (124 Nm) a 8.200 giri/min.

Seppur evoluto nell’arco degli anni, il concetto base per quel che riguarda la ciclistica è rimasto lo stesso. Il telaio a traliccio in acciaio al CrMo con piastre in lega di alluminio è rimasto praticamente lo stesso, così come lo splendido monobraccio, anch’esso in lega alluminio.
Anche la 1078RR non rinuncia ad un avantreno di spessore, grazie ad una forcella da ben 50 mm di diametro marchiata Marzocchi (con trattamento di carbonitrurazione degli steli), mentre al posteriore troviamo un mono ultraregolabile della Sachs.

Seppur evoluto nell’arco degli anni, il concetto base per quel che riguarda la ciclistica è rimasto lo stesso

Attingendo a quanto di meglio offre il mercato anche la casa varesina si affida a Brembo per la sua superbike. Doppio disco flottante da 320 mm di diametro, con pista in acciaio e flangia in alluminio, pinze radiali monoblocco a 4 pistoncini. Dietro viene montato un disco da 210 mm con una pinza tradizionale a 4 pistoncini.

Prima di salire sulla 1078RR diamo un’occhiata alla gioielleria, ed è sempre un piacere osservare i particolari di una MV.
Piastra forcella, supporti pedana (regolabili) e serbatoietti vari, sono un piacere per gli occhi dell’appassionato, che non si ferma a guardare solo il complesso, che già di per sé è ancora da urlo.
Naturalmente il livello delle finiture è ai massimi livelli, e ci mancherebbe visto che per portarsi a casa questo gingillo ci vogliono pur sempre 21.190 euro. Tutto è assemblato a dovere, mentre materiali e verniciature sono di qualità.
Un giro di chiave, e la strumentazione prende vita. Quest’ultima non è praticamente cambiata, e pur essendo ancora piacevole dal punto di vista estetico, paga pegno dal punto di vista delle informazioni fornite, giusto il minimo indispensabile rispetto alla concorrenza. A distanza di una dozzina di anni nulla è cambiato per quanto riguarda le spie di servizio, che nelle giornate di sole sono praticamente invisibili.

La prova
Prima constatazione. Guidare la F4 1078RR sulle strade aperte al traffico è veramente da fachiri. La posizione di guida, seppur migliorata, è ancora da uomini duri e allenati. Ci si trova decisamente sdraiati sull’avantreno con gli avambracci e le spalle che bruciano.
Gli specchi retrovisori, belli da vedere, ma decisamente poco funzionali, ti fanno capire che è meglio guardare avanti e andare dritto, anche perché il raggio di sterzo limitato è da pista più che da strada.
Non appena entra in temperatura, il motore inizia a farsi sentire non solo dagli splendidi scarichi a canne d’organo, che ringhiano la cattiveria del quattro cilindri, ma anche con il calore che esce dagli sfoghi d’aria della carenatura (per non parlare della sella). Il caldo estivo accentua tale fenomeno e rende la marcia a bassa e media velocità una pratica alquanto faticosa.
Frizione e cambio si comportano discretamente, con la prima che non brilla per leggerezza, ma stacca bene, ed il secondo che seppur faticando a trovare la folle si dimostra preciso e rapido negli innesti.

Imbrigliato
Il motore della 1078, figlio della pista e amante dei corpi farfallati aperti, si comporta degnamente, ma l’utilizzo cittadino ed extraurbano si capisce che gli va stretto.
Portato in pista a Misano e successivamente a Franciacorta fa emergere senza troppi preamboli la sua vera natura e soprattutto quella della moto su cui è montato.

Libero di respirare
La pista, meglio se veloce e dotata di curve da pelo, è quanto desidera questa MV. Tra Misano e Franciacorta quella che meglio le si addice è naturalmente la prima, ma anche la pista lombarda è servita a scoprire degli aspetti interessanti.
Quella che sembrava ruvidità di comportamento e di erogazione, tra i cordoli diventa aggressività e cattiveria. I cavalli del quattro cilindri si scatenano senza troppi preamboli e accorciano anche i rettilinei più lunghi, fiondando letteralmente la F4 da una curva all’altra. Il motore, che spinge sin dai 4.000 giri, esplode letteralmente passati gli 8.000, mentre non appena si raggiungono i 12.000 è meglio mettere mano, anzi piede, al cambio e salire di rapporto, evitando di sentire il taglio dell’alimentazione poco oltre i 13.000, in quanto la spinta tende a diminuire. I centonovanta cavalli a “sensazione” ci sono tutti e sono di gran qualità!
Le vibrazioni, che nell’uso stradale si sono sempre mantenute su valori accettabili, a gas spalancato e regimi elevati si fanno  più insistenti e fastidiose, peccato veniale per una moto così estrema.

Veloce anche a fermarsi
Il rapido approssimarsi di una curva fa sperare in un intervento altrettanto fulmineo dell’impianto frenante, che peraltro non si fa attendere. Potente e ben modulabile la coppia di dischi anteriore è anche infaticabile. Pur in presenza di temperature elevate e su tracciati impegnativi, la corsa della leva è sempre rimasta costante, mentre il potere frenante è rimasto inalterato.
L’affondamento repentino della forcella e il conseguente alleggerimento del posteriore, se dal punto di vista della guida hanno creato qualche fastidio, permettono di apprezzare il buon lavoro svolto dalla frizione antisaltellamento, che a volte ha però dato la sensazione di limitare troppo anche il freno motore, lasciando scorrere la moto più del dovuto.
Una ritoccatine all’assetto, in modo da evitare che  l’avantreno affondasse troppo e che il posteriore copiasse poco l’asfalto, ed ecco che la 1078 è diventata più precisa in frenata ed inserimento. 

La pista, meglio se veloce e dotata di curve da pelo, è quanto desidera questa MV
La pista, meglio se veloce e dotata di curve da pelo, è quanto desidera questa MV

Veloce a scendere in piega, la 1078RR paga qualche cosa rispetto alle più giovani, e leggere, concorrenti nei cambi di direzione. Da vera moto maschia e specialistica qual è, questa F4 pretende di essere guidata di corpo, assecondando ogni manovra con decisi spostamenti sulla sella e precisi movimenti dello sterzo. Pratica assai faticosa ma anche di grande soddisfazione per chi è in sella.

Traiettoria unica
Le traiettorie vanno scelte per benino e soprattutto in anticipo, perché chiudere una traiettoria sotto la spinta degli oltre 200 kg in ordine di marcia è davvero difficile. E’ quindi meglio entrare sapendo già dove far passare le ruote, se poi si dovesse sbagliare, “no problem”: a recuperare terreno ci pensa il motore!
Questo delle “traiettorie uniche” è un aspetto che è emerso chiaramente sul circuito di Franciacorta, particolarmente tortuoso e con cambi di direzione continui.
La caratteristica che ha sempre distinto la superbike varesina è la grande stabilità della ciclistica sul veloce, con l’avantreno che solca letteralmente l’asfalto delle curve veloci. Tutto confermato, con il pneumatico anteriore che segue la traiettoria impostata e non molla davvero, il limite semmai è nella testa di chi la guida, mentre le velocità di percorrenza sul veloce sono ancora adesso da riferimento.

La MV Agusta F4 1078RR 312 si conferma una moto ancora estremamente attraente, dalle prestazioni elevatissime, adatta a chi di esperienza sulle due ruote e di pelo sullo stomaco ne ha da vendere. Siete dotati di moquettina e nervi saldi, oltre che di un portafoglio ben fornito?
Buon divertimento!

 

Pregi
  • Estetica e immagine | Prestazioni | Frenata
Difetti
  • Calore dal motore | Posizione di guida affaticante | Peso

 

MV Agusta F4 1078 312 RR
MV Agusta

MV Agusta
Via Giovanni Macchi, 144
21100 Varese (VA) - Italia
0332 254111
info@mvagusta.com
https://www.mvagusta.com/it/

  • Prezzo 21.190 €
  • Cilindrata 1.078 cc
  • Potenza 190 cv
  • Peso 192 kg
  • Sella 810 mm
  • Serbatoio 21 lt
MV Agusta

MV Agusta
Via Giovanni Macchi, 144
21100 Varese (VA) - Italia
0332 254111
info@mvagusta.com
https://www.mvagusta.com/it/

Scheda tecnica MV Agusta F4 1078 312 RR

Cilindrata
1.078 cc
Cilindri
4 in linea
Categoria
Super Sportive
Potenza
190 cv 140 kw 12.200 rpm
Peso
192 kg
Sella
810 mm
Inizio Fine produzione
2008 2011
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