Kawasaki Z e-1, la prima elettrica giapponese. Ecco il nostro test! [VIDEO e GALLERY]

Nicola Andreetto
Kawasaki mette un primo piede nell'elettrico e lo fa alla sua maniera, con una moto votata ad una guida divertente e con le linee ben riconoscibili della famiglia Z. L'abbiamo provata nella trafficata Parigi
23 settembre 2023

La prima Casa giapponese a rompere il tabù della moto elettrica è Kawasaki. Vi ho già anticipato la scheda tecnica e i dettagli della Z e-1, la prima naked ad elettroni di Akashi che arriva sul nostro mercato assieme alla sorella carenata Ninja dalla quale, però, non si discosta per base tecnica. Le uniche differenze sono di sovrastrutture e di una taratura leggermente diversa della forcella. A pochi giorni dal loro annuncio eccomi a Parigi armato di curiosità per provare in anteprima la versione naked, la Z e-1. 

Sotto il segno di Z

La guardi ed è indiscutibilmente una Kawasaki Z. Per il proprio debutto, ad Akashi non hanno voluto strafare ma offrirci concretezza e rassicurazioni. A prima vista infatti sembra in tutto e per tutto una Z 400 se non fosse che al posto del motore si nota il pacco batteria. Rispetto la sorella endotermica sono stati fatti dei cambiamenti praticamente impossibili da decifrare a occhio nudo. Il telaio è apparentemente lo stesso, in realtà ci dicono essere stato rifatto appositamente con attacchi specifici ma con geometrie invariate. Questo è stato possibile perché i tecnici hanno lavorato per avere la medesima distribuzione dei pesi. Ora non sono in grado di dire se al grammo ci siano riusciti, ma i primi metri in sella alla Z e-1 mi offre la sensazione proprio di essere in sella ad una "normalissima" Z. Solo che qui non ci sono né frizione né cambio, ma solo una manetta che risponde reattiva e molto volenterosa nonostante la scheda tecnica mi dica che ci sono soltanto 5 kW. Già, la potenza... Affrontiamo subito la questione: 5 kW - benché elettrici e con una ottima coppia di 40 Nm - non sono molti. Nel traffico e nelle vie più strette della città però risultano sufficienti. Quando la strada si apre e abbiamo la possibilità di affrontare un sorpasso possiamo pigiare il pulsantino e-Boost sul blocchetto di destra e raddoppiare in pratica la cavalleria. Si arriva a 9 kW che possiamo spremere fino a quindici secondi. Il dashboard ci mostra in un grafico una sorta di Kers che va ad esaurirsi. Se non usiamo tutta l'energia a disposizione mollando la manetta prima, possiamo riattivare l'e-Boost anche pochi secondi dopo. Altrimenti se lo spremiamo tutto in teoria dobbiamo aspettare un minuto e mezzo. Dico in teoria perché l'impressione è che recuperi prima. 

Ciclistica vera, autonomia appena sufficiente

In mezzo al traffico dunque possiamo andare benone con quanto abbiamo a disposizione, ma appena abbiamo strada libera ci accorgiamo di come la ciclistica sana, svelta e precisa meriti qualche cavallino in più. Anche i freni si comportano in maniera perfetta anche grazie all'ABS, dotazione per niente banale visto che parliamo in pratica di una 125. Il divertimento però deve durare una settantina di chilometri, non di più, a meno che non si voglia ricaricare a metà strada. In quel caso, però, dobbiamo portarci dietro il caricabatterie che, benché non sia particolarmente ingombrante o pesante, rappresenta comunque una seccatura. Troviamo di contro buona l'idea delle due batterie montate in parallelo che possono essere caricate sia sulla moto sia separatamente in casa. La scelta di non avere una super batteria ma due unità così compatte collegate in parallelo ha permesso di contenere i pesi (22 kg in totale) oltre che darci la possibilità di mettere e togliere i "brick" e avere tempi di ricarica più contenuti. Com'è facile intuire, però, l'autonomia è risicata. I 72 km dichiarati con ciclo WMTP ci sono parsi veritieri ma rimangono pochini. Sono sufficienti per muoversi in città, ma non lasciano tantissimo spazio a velleità turistiche a meno di non armarsi di caricabatterie e pazienza. Notando i consumi reali durante il giro a Parigi, pensiamo che con una batteria di 5 kWh avremmo raggiunto quel traguardo dei 100 km che avrebbe suonato sicuramente meglio come biglietto da visita.

In conclusione

La nuova Kawasaki Z e-1 ci è parsa una moto ben fatta e con una dotazione soddisfacente con il piccolo neo della presa USB disponibile in optional e non di serie. Rispetto alla media della concorrenza di questo segmento elettrico e 125 può vantare una ciclistica più raffinata e una dinamica di guida che fa tesoro del know-how di Kawasaki. Dal marchio eredita anche lo stile e la buona reputazione oltre che una rete di vendita e assistenza che ci fa stare tranquilli. Come emerso i punti deboli sono una potenza e un'autonomia che strappano la sufficienza per la destinazione urbana di questa moto ma che inevitabilmente non ci lasciano esaltati. 

L'arrivo presso i dealer Kawasaki è previsto tra ottobre e novembre mentre il prezzo non è ancora stato ufficializzato ma dovrebbe essere compreso tra i 7.500 e gli 8500 euro. Un prezzo importante su una scala assoluta, ma relativamente a buon mercato se parliamo di elettrico. D'altra parte se in questo momento cerchiamo una 125 a batterie che si guidi come una moto vera il campo si restringe parecchio e il rapporto costi benefici diventa interessante. 

Pro e Contro

Pro

  • è una Kawasaki!
  • Spunto da fermo
  • Ciclistica

Contro

  • Caricabatterie "off" board e presa USB optional
  • Autonomia risicata
  • Al posto dell'e-boost, preferiremmo una potenza di 7 kW sempre
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