TEST Kawasaki KX 300 X: il giusto mezzo [VIDEO e GALLERY]

  • di Emilio Lunassi
Kawasaki KX300X si colloca esattamente al centro tra le enduro 250 e 450 già presenti sul mercato da qualche anno. L'abbiamo provata alla nuova kawasaki Dirt Arena
  • di Emilio Lunassi
29 novembre 2023

Potrebbe sembrare quasi scontata come mossa ma in realtà non lo è. Kawasaki ha aggiunto un tassello importante alla gamma Enduro Specialistiche 2024. Alla facilità di guida, alla maneggevolezza della 250 cc si è voluto dare un quid in più alle prestazioni per avvicinarsi alla 450.

Il risultato è stato tirato fuori grazie alla collaborazione tra KL Service ed Athena. La cilindrata è quasi piena ed arriva a 296 cc. Questo grazie ad un nuovo pistone, cilindro ed altri componenti come spinotto, fasce ed ovviamente kit di guarnizioni dove Athena la fa da padrona.

A questo punto arriviamo subito al sodo e vi diciamo subito cosa ha portato questo aumento di cilindrata. Testando la moto in un percorso non troppo veloce (la pista di motocross di fara Novarese, ora denominata Kawasaki Dirt Arena, non è stata utilizzata) abbiamo apprezzato una curva di erogazione più corposa fin da subito ed una spinta vigorosa su tutta l'apertura del gas.
Partendo da una base, quella del 250 cc, già parecchio valida questo nuovo carattere di questo motore lascia forse un po' stupiti. La moto è risultata infatti quasi fin troppo pronta. Probabilmente KL Service deve ancora lavorare per affinare ulteriormente la moto, i continui scoppiettii allo scarico ne sono la dimostrazione e renderla un po' meno acerba.
Questi d'altronde erano "quasi" esemplari pre serie infatti Kawasaki non ha ancora deciso se fornirli di mappature nonostante gli spinotti di switch sul canotto di sterzo siano comunque presenti.

Passiamo alla ciclistia che conferma la sensazione di una moto pronto gara e già ben tarata per dare il meglio (come d'altronde può fare questo motore 300). L'accoppiata telaio in alluminio e sospensioni Kayaba sono davvero al top. Forcella a cartuccia chiusa pluriregolabile da 48 mm e monoammortizzatore posteriore sempre Kayaba ed ovviamente con Link. Agile e stabile al tempo stesso. Curva che nemmeno te ne accorgi e si dimostra una lama di coltello sia in fettucciato sia in linea. Qui, soprattutto su fondo sconnesso dimostra la sua anima racing risultando un po' meno friendly rispetto alla concorrenza europea, ma che goduria!

 

Componentistica al top se parliamo di manubrio, pedane ed elettronica. Ma manca un paramotore/telaio/link degno di nota, dei pararadiatori e soprattutto il serbatoio è di soli 6,5 litri. Poco male se si pensa di accessoriarla in un secondo momento. Al cuor non si comanda e se aprendo gli occhi voi vedete solo verde, ecco finalmente l'enduro che potrebbe fare al caso vostro.

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