Harley-Davidson Softail Breakout

Harley-Davidson Softail Breakout
Cristina Bacchetti
Finiture al top e inconfondibili tratti Softail. Per chi si era invaghito della prestigiosa CVO Breakout arriva da Milwaukee una versione ancora più accessibile e affascinante
28 marzo 2013

Harley-Davidson Softail Breakout, CVO low cost


Presentata al Salone di Milano nel 2012, la CVO Breakout ha fatto battere il cuore di molti appassionati. Tre le colorazioni proposte: due caratterizzate da parti in acciaio lucidato a mano sul serbatoio e sui parafanghi e una terza con stencil decorativo steso a mano e successiva applicazione del colore; cerchi cromati Turbine e tanta, tanta personalità. Se i 29.500 euro di prezzo della CVO vi hanno intimorito, date un’occhiata a questa nuova Breakout 2013, che con qualche migliaio di euro in meno (20.900 a listino), propone la stessa esclusività e cura del dettaglio, con un tocco di aggressività in più.


Lunga, massiccia e compatta svela già all’occhio le sue cattive intenzioni; sostanza minimal, forcella imponente e un grosso pneumatico da 240 al posteriore le aggiudicano il titolo di cattiva della gamma e il motore Twin Cam 103 completa l’opera.
Quest’ultimo, forte dei suoi 1.690 cc, eroga una coppia di 130 Nm a 3.000 giri, è montato su supporti rigidi e dotato di iniezione elettronica sequenziale e rilascio automatico di compressione, mentre la trasmissione è affidata al Cruise Drive a sei marce. È un propulsore evoluto, ma che conserva l'eredità dei predecessori Flathead, Knucklehead, Panhead, Shovelhead, Evolution, Twin Cam 88 e Twin Cam 96 e come ogni motore Harley-Davidson punta molto anche sull’estetica: fulcro della moto, il gruppo motore trasmissione fa bella mostra di sé con la verniciatura a polvere e le coperture cromate. I terminali di scarico sfoggiano una singolare colorazione nero lucido.

Harley-Davidson Softail Breakout
Harley-Davidson Softail Breakout

Saltano subito piacevolmente all’occhio i cerchi Gasser a 10 raggi semicircolari che alternano finiture nero e alluminio lucidi, montati per la prima volta proprio sulla Breakout, misurano 18” al posteriore e 21 all’anteriore.
Entrambi i parafanghi sono corti e tozzi, particolarmente attillato quello posteriore, che scopre il ruotone Dunlop da 240 mm. La forcella si allarga di 49 mm rispetto ai precedenti modelli Softail e l’avantreno (definirlo granitico è poco) ospita una gomma da 130 mm, anche questa Dunlop rigorosamente marchiata Harley-Davidson. A completare la ricercata silouette troviamo il serbatoio da 18,9 litri, con inserto in pelle nera e loghi in fibra di vetro.


Cosa dice il designer


Kirk Rasmussen, Styling Manager di Harley-Davidson, la definisce così: “Con la Breakout siamo arrivati all’essenza della motocicletta, abbiamo cioè messo l’accento su motore, trasmissione e pneumatici. Il motore nero e cromato diventa protagonista, mentre per massimizzare l’impatto degli pneumatici abbiamo optato per i parafanghi corti. Il grande pneumatico posteriore evidenzia ciò che volevamo comunicare: lo stile duro della Breakout.”


Harley-Davidson 110° Anniversario: Street Bob Special Edition


Non solo Breakout in onore del 110° anniversario Harley-Davidson: nella gamma 2013 debutta anche un’edizione speciale della Street Bob. Si tratta di una versione prodotta in serie limitata solo per il mercato Europeo, mediorientale e africano. Si distingue per l’eccentrica colorazione blu che va a contrastare il rosso dei cerchi e per il nuovo disegno del parafango posteriore, senza perdere la linea da bobber che l’ha resa famosa. Costa 15.000 Euro con ABS e antifurto di serie.


Softail Breakout. Compagna di viaggio e di scorribande


Già sul cavalletto ha l’aria della cattiva ragazza. Il profilo basso e muscoloso, l’anteriore proteso in avanti a voler aggredire l’asfalto. Tutta questa sostanza un po’ di timore lo incute. Soprattutto per il non modico peso di 330 chili in ordine di marcia. La sella spaziosa e comoda però è a una manciata di centimetri da terra (66 cm) e dà un grande aiuto ai meno alti e forzuti ad alzare la Breakout dal cavalletto, dare fiato al bicilindrico e cominciare a divertirsi. Si ingrana la prima e al lento rilascio della frizione la Breakout scatta in avanti senza indugi, tirando fuori subito il caratterino del suo propulsore. Come da copione una volta in marcia il peso svanisce e durante la guida affatica davvero poco, pur essendo questa Softail una moto tutta da guidare, di braccia e di forza.
Il largo manubrio Drag bar risulta ben posizionato ed è proporzionato alle generose dimensioni della moto, il tachimetro è sui riser del manubrio, location insolita ma comunque alla portata del colpo d’occhio durante la marcia e pensata col fine di non andare a intaccare la linea ribassata della motocicletta. Anche gli specchietti rimangono bassi e ben integrati al design, pur offrendo al guidatore un buon campo visivo dietro.
Le pedane sono leggermente avanzate, a favore di un’ergonomia in sella (che assomiglia più ad una bella poltrona in pelle) ben studiata e bilanciata. Quello della triangolazione manubrio-sella-pedane è un punto di vista molto soggettivo: probabilmente qualcuno potrebbe preferire, su questo tipo di moto, un manubrio un po’ più alto.
La Softail Breakout  a Marsiglia
La Softail Breakout  a Marsiglia


Il primo step della nostra prova si svolge in un tratto urbano particolarmente trafficato, dobbiamo attraversare Marsiglia per portarci sulle sinuose coste circostanti e sulle scogliere a picco sul mare. Non è forse il mezzo più adatto al tran tran metropolitano; nonostante l’inaspettata agilità anche nelle manovre più lente, l’Harleona non è propensa a zigzagare tra le auto, ma nell’attesa ai semafori abbiamo avuto modo di constatare che il motore non scalda esageratamente e che le vibrazioni percepite sono pressoché nulle. Gli irriducibili nostalgici che amano il borbottio del bicilindrico e le famose good vibrations rimarranno delusi. Sia con motore al minimo che in marcia non si avvertono vibrazioni di alcun tipo e anche dal sound del motorone da 1.690 cc ci aspettavamo qualcosa di più. Un punto a suo favore è indubbiamente la progressione fluida e sempre pronta a tutti i regimi, anche se è dai 3.000 ai 4.000 giri che il Twin Cam dà il meglio.


Una volta fuori dal caos della città imbocchiamo una strada decisamente più a misura di Breakout: un saliscendi di curve veloci e panoramiche che la mettono subito a suo agio e ne rivelano l’animo viaggiatore. La leva della frizione non affatica e il cambio è preciso e poco rumoroso rispetto agli standard americani cui siamo abituati, tutto a favore della guida e del godersi ancor di più la strada, mentre la nuova Softail Harley disegna le curve come su una rotaia. Nemmeno gli avvallamenti del terreno e qualche tratto di strada disastrato turbano la sua marcia, le sospensioni incassano le asperità senza problemi e il fondoschiena (punto solitamente troppo sollecitato su questo genere di moto) ringrazia.


Chi ama i Softail lo sa: due sono i difetti-non difetti che la caratterizzano, e che ritroviamo anche su quest’ultimo esemplare: la scarsissima luce a terra e la frenata non proprio incisiva, soprattutto al posteriore.
Anche nelle pieghe meno azzardate si rischia di lasciare sull’asfalto buona parte del pomello delle pedane (e non solo) e per fermare l’ingente mole è necessaria una bella strizzatina della leva freno. Su questo modello è ben gradita la presenza dell’ABS di serie, che ormai equipaggia quasi tutta la gamma H-D.

Se la si prende con una certa decisione e si fa leva sul grande manubrio, complice anche la coppia del potente propulsore, la Breakout tira fuori i muscoli e si inerpica anche su tratti insidiosi


La posizione delle braccia convoglia gran parte dell’aria sul guidatore, a discapito del comfort nelle lunghe percorrenze a velocità sostenuta, ma probabilmente un parabrezza sulla Breakout sarebbe un sacrilegio nei confronti della sua linea compatta e minimale. Come dice il detto? Per apparire… Veniamo al punto dolente: quando ci si trova di fronte ad una serie di tornanti stretti e ripidi in sella a un motone da 330 chili, lungo 2.440 mm e con pneumatici di grossa misura il pensiero, è uno solo: non girerà mai!
E invece se la si prende con una certa decisione e si fa leva sul grande manubrio, complice anche la coppia del potente propulsore, la Breakout tira fuori i muscoli (e noi con lei) e si inerpica anche su tratti insidiosi, forse più adatti a un motard che a una long custom come questa.
Preferiamo comunque immaginarla percorrere lunghi tratti panoramici, come nell’immaginario più comune della motocicletta americana, magari con passeggero al seguito visto il comodo sellino posteriore che, all’occorrenza, può essere rimosso.


La nuova Harley-Davidson Breakout è disponibile in tre colorazioni, Vivid Black, Big Blue Pearl e Ember Red Sunglo a 20.900 Euro per la versione nera, 21.200 per la blu e la rossa.


Pregi


Finiture | linea | motore


Difetti


Frenata | scarsa luce a terra
Harley-Davidson 1690 Breakout (2013 - 17) - FXSB
Harley-Davidson

Harley-Davidson
Via Privata Bastia, 5
20139 Milano (MI) - Italia
0286886811
hdicustomercare@harley-davidson.com
https://www.harley-davidson.com/it/it/index.html

  • Prezzo 21.800 €
  • Cilindrata 1.690 cc
  • Potenza 97 cv
  • Peso 308 kg
  • Sella 655 mm
  • Serbatoio 19 lt
Harley-Davidson

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Scheda tecnica Harley-Davidson 1690 Breakout (2013 - 17) - FXSB

Cilindrata
1.690 cc
Cilindri
2 a V
Categoria
Custom
Potenza
97 cv 64 kw 5.500 rpm
Peso
308 kg
Sella
655 mm
Pneumatico anteriore
130/60B21 63H
Pneumatico posteriore
240/40R18 79V
Inizio Fine produzione
2013 2017
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