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Ci sono momenti in cui essere appassionati di motocross è davvero "una bella cosa". Uno di questi è il weekend di gare appena concluso. La pausa invernale – fortunatamente per tutti noi (non per i piloti, ndr.) – è sempre più breve: poco più di un mese dal Motocross delle Nazioni di Ironman Raceway ed eccoci servito su un piatto d’argento il weekend ideale per ogni crossista.
E se aggiungiamo il meteo tutt’altro che favorevole per scendere in pista… beh, la scorpacciata di gare viene praticamente da sé. Si parte con Parigi e poi, come si dice, l’appetito vien mangiando.
Un weekend, due eventi. Da una parte Parigi, con la sua quarantaduesima edizione, che ha visto in pista il Campione AMA Supercross 2025 e Re di Parigi 2024 Cooper Webb, i fratelli Lawrence e Malcolm Stewart. Dall’altra, il secondo round del WSX a Vancouver, con protagonisti Ken Roczen, Justin Cooper e Jason Anderson.
E mancano ancora due nomi importanti. Per Eli Tomac e Tom Vialle questo weekend è stato fondamentale: entrambi hanno debuttato sulle rispettive nuove moto. Tomac sulla KTM con la discussissima frizione a cavo, mentre Vialle sulla Honda CRF450R HRC con cui tornerà a correre il Mondiale MXGP nel 2026.
Infine, le piste. Impossibile non confrontarle, perché sono quasi agli antipodi: dura e scivolosa quella di Parigi, con i piloti impegnati a trovare anche il minimo briciolo di trazione; morbida, segnata e piena di canali quella di Vancouver.
Diverse, difficili e tecniche entrambe, ciascuna a modo suo.
Nota a parte per le whoops de La Defense Arena: semplicemente enormi. Facevano paura perfino in TV.
Il King of Paris 2025 è Malcolm Stewart, che con quattro vittorie su sei finali si prende con autorità il gradino più alto del podio. Una performance magistrale: veloce, stiloso, pulito, preciso. Semplicemente perfetto.
E quando non vince? Trova comunque il modo di mettere pressione a Jett Lawrence. Certo, siamo in un periodo dell’anno particolare, con le gare “che contano” – A1 e le sedici tappe successive – ancora lontane. Ma questa vittoria dà una bella dose di fiducia a Malcolm, già convincente nel finale della scorsa stagione SX. Al di là dei risultati, l’abbiamo visto davvero in gran forma.
Al secondo posto c’è Cooper Webb. Il campione AMA Supercross 2025 è apparso un po’ sottotono, e tutto sommato ci può stare. A Parigi “Coop” è sembrato comunque più in forma rispetto allo scorso anno, più veloce – i tempi della Superpole lo confermano – ma in gara, complici alcune situazioni, ha preferito tirare i remi in barca. Nulla da contestare: a uno che di titoli Supercross ne ha vinti tre non serve certo spiegare come si gestisce un weekend. Cooper Webb è così… ci vediamo a Salt Lake City a maggio 2026.
Sul terzo gradino del podio delle due giornate sale Jett Lawrence, grazie a una domenica semplicemente miracolosa. Dopo un sabato da dimenticare – cadute, errori e zero feeling con la pista – Jett la domenica spara due holeshot e vince due manche su tre.
Nonostante i risultati, non è mai sembrato davvero a suo agio, probabilmente anche per via del motore e del telaio stock, gli stessi con cui correva anche Hunter. Lo sappiamo: la moto ufficiale è un’altra cosa.
E già che siamo passati ai Lawrence, impossibile non parlare di Hunter. Weekend complicatissimo, segnato da una brutta caduta sulle whoops durante la serata di sabato. Domenica si ripresenta comunque in pista, dolorante ma determinato, da vero guerriero. Purtroppo però non trova mai ritmo e resta lontano dai primi. Nessun dramma: le gare importanti sono ancora lontane, e Hunter sarà sicuramente uno dei contendenti al titolo AMA Supercross 2026.
Capitolo Tom Vialle. Il neo-acquisto Honda Gariboldi HRC per il 2026 ha fatto vedere cose molto interessanti. E per fare quello che ha fatto lui – pur essendo un professionista, due volte campione del mondo e due volte vincitore della East Coast SX Lites – serve davvero tanto coraggio: nuovo team, nuova marca, nuova cilindrata, due moto che hanno in comune giusto il numero di ruote, e solo un paio di giorni di test. E via, subito dietro il cancelletto.
Weekend positivo, anche con un terzo posto nel main event del sabato.
Peccato per l’episodio della prima serata con Jett Lawrence: una spallata involontaria, ma… diciamo che l’australiano l’ha sentita parecchio.
Attenzione però: Vialle nel 2026 sarà uno da tenere d’occhio. Arriva da “quasi outsider”, ma potrebbe sorprendere più di qualcuno.
Quando si parla di debutti – e di Eli Tomac – la mente corre subito a Hangtown 2010. Un giovanissimo Eli che vince al debutto tra i Pro, alla sua primissima gara “con quelli veri”. Quindici anni dopo, non solo è ancora sulla cresta dell’onda, ma ci ritroviamo davanti a un’altra “prima volta” storica.
A poche settimane dall’annuncio del passaggio in KTM, Tomac scende in pista e non perde tempo: vince subito. E lo fa da “Tomac che fa paura agli altri”, quello che quando è in giornata sembra ingiocabile.
Eli non è minimamente finito, e anzi l’accordo con KTM lo dimostra in maniera lampante: la Casa austriaca ha rinunciato a uno dei suoi marchi di fabbrica più riconoscibili, la frizione idraulica, per dargli ciò che voleva. Ma voi ve la ricordate una KTM con il comando meccanico della frizione?
Permetteteci il paragone: è un po’ come se KTM, pur di mettere sotto contratto Ken Roczen, fosse disposta a rimettere la pedivella di avviamento – loro, che sono stati i primi a spingere sull’avviamento elettrico. Paragone un po’ tirato, ok… ma rende l’idea.
A far scalpore, durante il weekend, è stata anche una dichiarazione del meccanico di Tomac, Jade Dungey (fratello di Ryan): secondo lui KTM ha dovuto costruire il motore 450 più potente di sempre. Un propulsore definito dai tester di Mattighofen come “troppo per essere usato”.
Ma Tomac è così: vuole un missile sotto al sedere, e non è certo una novità.
Weekend positivo anche per Ken Roczen, che si porta a casa il secondo Main Event e continua a guidare in modo semplicemente impressionante. Il tedesco è come il vino buono: più passa il tempo, più sembra migliorare.
Insomma, questo weekend ci ha fatto assaporare un po’ della stagione di Supercross che verrà, e già non vediamo l’ora che arrivi gennaio e il momento di Anaheim 1.
E se proviamo anche solo a immaginare il Mondiale MXGP 2026, con tutte le novità della classe regina, l’attesa cresce ancora di più: Adamo e de Wolf al debutto in 450, Gajser in Yamaha, Herlings in Honda – molto probabilmente annunciato il 1° gennaio 2026 – Romain Febvre pronto a difendere il titolo, Coenen con un anno di esperienza in più e il nostro Bonacorsi sulla Ducati.
Certo che il motocross è proprio bello. E noi appassionati, alla fine, siamo davvero fortunati.