Tre ruote Aprilia: spunta un altro brevetto

Tre ruote Aprilia: spunta un altro brevetto
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
Continua lo sviluppo della Casa di Noale sulla soluzione a doppia ruota anteriore e avantreno a parallelogramma: un sistema a doppio braccio telescopico che ricorda per alcuni aspetti quello della Gilera CX 125 degli anni '90
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
11 gennaio 2022

Il mercato dei mezzi a doppia ruota anteriore è uscito da recinto degli scooter e dei mezzi cittadini nel 2018, quanto Yamaha ha immesso sul mercato la Niken 850: un progetto molto raffinato che peraltro ci aspettiamo venga a breve aggiornato con l'ultima versione del motore a tre cilindri, quella di 889 cc omologata Euro 5.

 

Ma Yamaha non è l'unica Casa a guardare con interesse al mondo delle moto a tre ruote, in passato Honda aveva presentato al Tokio Motor Show del 2015 il concept NeoWing a trazione ibrida e Kawasaki ha recentemente manifestato un certo interesse verso i veicoli a due ruote anteriori con una soluzione singolare che potrebbe far pensare anche ad un impiego sportivo e, ancora prima, aveva presentato lo J concept che non soltanto aveva una coppia di ruote all'avantreno ma vantava anche la ruota posteriore gemellata.

Se dal Giappone ci spostiamo verso l'Europa, è gia da qualche anno che Aprilia, parte del Gruppo Piaggio, sta sviluppando una tecnologia dall'approccio simile. Già nel 2019 era stato presentato un brevetto che riprendeva le forme della indimenticata Mana 850 per trapiantare un sistema a quadrilatero con bracci pressofusi e articolati all’interno delle ruote. Alla funzione ammortizzante provedevano due ammortizzatori di grande diametro e chiaramente erano necessari due cannotti di sterzo.

Adesso spuntano in rete, grazie a CycleWorld, altri disegni che sembrano evolvere il brevetto del 2019. Non si rinuncia alla soluzione con bracci telescopici e ruote a sbalzo, ma vengono tutelate due soluzioni per unire le parti inferiori e superiori dei bracci ammortizzanti. La prima prevede che la parte superiore venga vincolata a quella inferiore con due corti bracci (soluzione simile a quella già usata nell'avveniristica Gilera CX 125 degli anni '90), mentre la seconda utilizza un braccetto singolo per unire la parte scorrevole a quella fissa. La differenza tra le due soluzioni potrebbe risiedere nel diverso comportamento nei trasferimenti di carico in frenata, per esempio, ma non è escluso che siano altre e ben più complesse le motivazioni che possano portare all'adozione dell'una o dell'altra soluzione.

 

 

 

In questi disegni salta immediatamente all'evidenza l'abbandono del collegamento con la Mana 850, mentre la ruota posteriore sembrerebbe quasi chiamare un layout molto più sportivo. Quale potrebbe essere quindi la motorizzazione elettiva di un prototipo Aprilia dotato di questo brevetto, o delle sue evoluzioni future? Il coperchio del pignone che si vede nei disegni potrebbe suggerire il bicilindrico in dotazione alla Tuono 660 e alla RS660, che avrebbe una potenza più che adeguata per un mezzo del genere e sarebbe eventualmente anche disponibile in versione per le patenti A2, una scelta che potrebbe aprire mercati più ampi, ma lo stesso CycleWorld fa un'ipotesi che piacerebbe molto agli appassionati ma - dichiaratamente - irrealistica: quella del quattro cilindri a V di 1100 cc. Non chiederemmo i 217 cavalli della RSV4 1100, ma con i 175 cavalli della Tuono 1100 chissà che non venga vinta quella innata ritrosia dei motociclisti a guidare qualcosa che abbia più di due ruote.

Fonte e Foto: CycleWorld