RMS: dove la passione per la moto diventa professione. 40 anni di eccellenza italiana

RMS: dove la passione per la moto diventa professione. 40 anni di eccellenza italiana
Ecco come RMS ha fatto della competenza motociclistica il suo DNA. Roberto, responsabile divisione moto, racconta il cambio generazionale che guarda al futuro senza dimenticare le radici. "Non cerchiamo solo dipendenti, cerchiamo motociclisti veri"
11 dicembre 2025

Ci sono aziende dove si lavora con le moto, e aziende dove si vive di moto. RMS appartiene decisamente alla seconda categoria. Fondata quarant'anni fa nel cuore della Brianza, l'azienda che distribuisce e produce accessori per moto e scooter ha costruito il proprio successo su un principio tanto semplice quanto raro: per vendere prodotti ai motociclisti bisogna essere motociclisti.

A raccontarcelo è Roberto Regazzetti, sei anni di esperienza in RMS e oggi Business Unit Manager della divisione moto. Una carriera costruita partendo dalle vendite, passando per il marketing e arrivando alla guida dell'intera divisione. Ma soprattutto, una vita passata in sella: dal motocross amatoriale che pratica tuttora, all'enduro che lo ha formato, fino alle prime sgasate a quattro anni quando il padre lo mise per la prima volta su una moto.

Proprio quest'anno, mentre RMS celebra il traguardo dei 40 anni, l'azienda vive un momento di trasformazione epocale: un ricambio generazionale ai vertici che mantiene salde le radici ma proietta lo sguardo verso nuove sfide. E la ricetta per il futuro? Continuare a puntare su persone che non vedano la moto solo come un prodotto da vendere, ma come una passione da vivere ogni giorno.

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Dal generalista allo specialista: l'evoluzione strategica

La svolta è arrivata cinque o sei anni fa, quando RMS ha deciso di abbandonare la strada del prodotto generico per abbracciare una filosofia radicalmente diversa. Non più componentistica generalista, ma specializzazione e competenza tecnica profonda.

"Per fare la differenza bisogna essere dentro al mercato e vivere da motociclisti", spiega Roberto senza mezzi termini. Una scelta coraggiosa in un settore dove molti competitor puntano sulla quantità e sulla diversificazione. RMS ha invece scelto la qualità, l'autenticità, la conoscenza diretta.

Questa trasformazione ha impattato anche sulla selezione del personale. L'azienda ha iniziato a privilegiare candidati con un vero background motociclistico, persone che conoscano la differenza tra un'impostazione in curva su sterrato e su asfalto, che sappiano cosa significhi gestire il power delivery di una moto da enduro rispetto a una da motocross.

"Alcune volte abbiamo rinunciato a candidati validi perché sarebbe stato troppo complesso trasferire loro tutta la cultura motociclistica necessaria", ammette Roberto con pragmatismo. Meglio avere qualcuno che ha già respirato l'aria dei paddock, che ha vissuto la tensione prima di una gara, che sa riconoscere al volo un problema tecnico.

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La passione come asset aziendale

Per Roberto, lavorare in RMS rappresenta la realizzazione di un sogno professionale: quella condizione ideale in cui il confine tra lavoro e passione diventa sottile fino quasi a scomparire.

"È un lavoro che non è un lavoro", racconta. Le riunioni possono trasformarsi in discussioni tecniche sulle ultime novità del settore, le conversazioni in mensa possono spaziare dalle performance commerciali alle prestazioni in pista senza soluzione di continuità. È un ambiente dove parlare di rapporti di trasmissione o di setup delle sospensioni è la normalità, non l'eccezione.

Questo approccio non è però dogmatico. RMS riconosce che possono esistere eccezioni: candidati senza un background motociclistico ma dotati di curiosità autentica, capacità dimostrate e voglia di imparare. La discriminante resta sempre la disponibilità a immergersi completamente nel settore, a studiarne le dinamiche, a viverne l'atmosfera.

"Ci sono stati casi di persone non appassionate che abbiamo comunque assunto perché dimostravano competenze eccezionali e soprattutto curiosità", precisa Roberto. La curiosità, quella voglia di capire e approfondire, può compensare la mancanza di esperienza diretta sul campo.

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Il passaggio generazionale: tradizione e innovazione si incontrano

Il 2024 segna un momento storico per RMS: il quarantesimo anniversario coincide con un significativo cambio della guardia ai vertici aziendali. Ivo Prussiani, figura di riferimento che per anni ha guidato l'azienda dalla direzione, ha lasciato il testimone operativo a una nuova generazione, guidata dal CEO Andrea Panzeri.

Il consiglio di amministrazione è stato rinnovato e oggi è composto sostanzialmente dai rappresentanti della nuova generazione, persone che erano già presenti in azienda ma che ora assumono responsabilità di vertice.

"Prussiani e il suo team hanno costruito quello che RMS è oggi", riconosce Roberto con rispetto per chi ha tracciato la strada. Ma aggiunge subito: "La nuova generazione ha portato spazio per una visione rinnovata, per nuove idee, per un approccio diverso al mercato".

Non si tratta di una rottura, ma di un'evoluzione naturale. Il passaggio generazionale è stato preparato nel tempo, con i nuovi leader che crescevano all'interno dell'azienda assorbendone la cultura ma portando anche la propria visione. "Abbiamo posto le basi per una strategia che viene dal passato ma con un'idea di futuro ben chiara", sintetizza Roberto.

La continuità nella discontinuità: rispettare le fondamenta costruite in quattro decenni mantenendo al contempo la flessibilità e la capacità di innovare che servono per affrontare un mercato in continua evoluzione.

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Opportunità concrete per chi vuole entrare nel settore

Per gli appassionati che sognano di trasformare la propria passione in professione, RMS tiene le porte aperte. E non si tratta di uno slogan pubblicitario, ma di un invito concreto.

Il processo di candidatura è semplice e trasparente: attraverso il sito aziendale rms.it è possibile consultare le posizioni aperte nella sezione dedicata o inviare candidature spontanee. LinkedIn rappresenta l'altro canale privilegiato per i contatti professionali, considerando che si parla di opportunità lavorative.

"Ci fa sempre piacere ricevere curriculum, soprattutto di persone motivate con la passione per la moto", sottolinea Roberto lanciando un messaggio chiaro: RMS è alla ricerca continua di talenti che condividano i valori aziendali.

Ogni curriculum viene esaminato con attenzione, soprattutto quando arriva da persone che dimostrano una vera motivazione e soprattutto quella passione autentica che l'azienda considera un requisito fondamentale, anche se non più esclusivo come in passato.

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Prospettive: il futuro passa dalla passione

Con quattro decenni di storia alle spalle e un management rinnovato, RMS si prepara ad affrontare le sfide di un mercato motociclistico in continua evoluzione. L'elettrificazione avanza, le normative ambientali si fanno più stringenti, il pubblico cambia, ma la filosofia aziendale resta solida.

La ricetta consolidata negli ultimi anni non cambia: competenza tecnica profonda, conoscenza diretta del prodotto attraverso l'uso sul campo, e soprattutto persone che vivano la moto non solo come business ma come parte integrante della propria identità.

Roberto lo sintetizza con una frase che racchiude l'intera filosofia aziendale: "Per fare la differenza bisogna essere dentro al mercato". Non osservatori esterni, non semplici venditori di prodotti, ma protagonisti attivi di una comunità, motociclisti tra motociclisti che parlano la stessa lingua e condividono le stesse emozioni.

È questa autenticità che ha permesso a RMS di crescere e consolidarsi in quarant'anni. Ed è questa stessa autenticità che l'azienda intende portare nel futuro, convinta che in un mercato sempre più globalizzato e standardizzato, la passione genuina rimanga il vero differenziale competitivo.

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