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Scopriamo su Canaledieci.it che, secondo il Rapporto Mobilità 2025 di Roma Servizi per la Mobilità, sulle cinque piste ciclabili più frequentate della Capitale si registrano appena 630 passaggi giornalieri, pari a circa 315 ciclisti effettivi contando andata e ritorno. Sulla rete che conta un totale di 328 chilometri di piste.
Il dato è clamoroso se confrontato con le 918.000 biciclette presenti nelle case romane, secondo le stime: soltanto lo 0,03% dei possessori le utilizzerebbe sulle piste dedicate. Il resto della città continua a spostarsi in auto, scelta che riguarda oltre il 61% dei residenti per motivi di necessità. Il Comune ha monitorato soltanto le cinque tratte più utilizzate – o forse le uniche davvero utilizzate – e il risultato è sconcertante: un passaggio ogni undici minuti per pista nelle ore di punta.
Roberto Riccardi di Canaledieci fa notare che, mentre Roma soffoca nel traffico, con 13.924 incidenti nel 2024 e il primo posto nazionale per tasso di mortalità stradale, l’amministrazione capitolina celebra la realizzazione di 85 chilometri di nuove piste. Alcune di queste sono state costruite dove ostacolano persino il passaggio delle ambulanze dirette al Policlinico Gemelli.
Le cifre parlano chiaro. La Regione Lazio ha stanziato 38 milioni di euro per realizzare 106 km di nuove piste ciclabili, mentre il progetto GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Bici) ne assorbirà altri 16 milioni per 45 km. Il costo medio dichiarato dal Biciplan varia tra 350.000 e 410.000 euro al chilometro. Solo gli 85 km realizzati dal 2017 sono costati almeno 30 milioni di euro, a cui si aggiungono i fondi per la manutenzione dell’intera rete, le risorse del PNRR e i finanziamenti straordinari legati al Giubileo. Il conto finale supera i 50 milioni di euro.
La città, però, non è Amsterdam: si estende su 1.287 km², è costruita su sette colli e ha un indice di vecchiaia di 203,7 con due anziani per ogni giovane. In questo contesto, pedalare non è una scelta praticabile per la maggioranza dei cittadini. Le strade dissestate, il trasporto pubblico in crisi e la carenza di fondi aggravano ulteriormente il quadro.
Oggi Roma ha piste ciclabili vuote, costose e in alcuni casi sembrerebbe addirittura pericolose per i soccorsi, ma perfettamente “green” e finanziate con fondi pubblici. Il modello sembra lo stesso perseguito anche a Milano: scoraggiare il traffico automobilistico privato e realizzare piste ciclabili dove possibile (e anche dove non lo è), senza fare però altri due passi indispensabili. Cioè potenziare il trasporto pubblico e aumentare i parcheggi per moto e scooter.
Quest’ultimo aspetto ci preoccupa sempre di più. I parcheggi per le due ruote, invece di aumentare di numero, vengono cancellati in diverse zone del centro. Come a City Life. Oltretutto esponendo noi utilizzatori al rischio multa quando costretti a parcheggiare sul marciapiede.