Le Bagger, a breve anche qui da noi!

Le Bagger, a breve anche qui da noi!
Alberto Capra
La nostra rubrica settimanale "Il Fighetto" stavolta si occupa delle nuove tendenze in arrivo dalla West Coast americana
9 aprile 2015

Qualche settimana fa vi abbiamo parlato di come i chopper rappresentino un genere sempre più apprezzato da una certa categoria di motociclisti molto attenta all’immagine. Quest’oggi vogliamo provare a rivolgere la nostra attenzione ad un tipo di moto che è il prodotto di una particolare sottocultura e che, di qui a qualche tempo, potrebbe divenire una delle principali fonti di ispirazione per quei motociclisti così “precisi” quando si parla di stile: le bagger.

Di che si tratta? Definire un “tipo” di moto è sempre un compito ingrato: nessuna pretesa di esaustività nella descrizione che stiamo per dare – e se qualcuno ha qualcosa da ridire siamo pronti a parlarne tutti assieme. Cominciamo dai fondamentali: con il termine bagger, in generale, è possibile indicare qualsiasi moto munita di una coppia di borse laterali. Attualmente, tuttavia, con questa espressione si è soliti fare riferimento ad un tipo di customizzazione che viene effettuata sulla base di modelli cruiser di grande cilindrata, di derivazione americana, e su cui è presente, appunto, un set di valige.

Queste moto si caratterizzano per la presenza di voluminose carenature nella zona frontale e, in generale, per l’estremizzazione dei concetti stilistici dei mezzi da cui derivano. Via quindi a sedute bassissime, a borse dalla linea sempre più affusolata, a carenature sempre più avvolgenti e, soprattutto, a cerchi anteriori di dimensioni esagerate. Moto da esibizione, sostengono quelli che sulle bagger ci vanno in giro da qualche decennio e che ora si sentono defraudati dei propri simboli, entrati a far parte di una cultura che non è la loro.

Una cultura tipicamente americana che molto ha a che fare con il tuning delle auto, con le spinner wheels, con gli impianti da discoteca ma anche con l’hip hop e con l’estetica ad esso riferito. Un mondo che sta dimostrando di riuscire ad imporsi in maniera sempre più trasversale anche al di fuori dei confini U.S.A. e che sta divenendo un modello di riferimento anche dalle nostre parti. Un mondo che, attraverso queste motociclette, sta lentamente facendo breccia anche in quel tipo di motociclista che qui, scherzosamente, chiamiamo fighetto.

Moto Guzzi, ad esempio, sembra averlo capito e la sua MGX21 presentata in occasione dell’ultimo EICMA è lì a dimostrarlo. È una bagger a tutti gli effetti, è stata disegnata in California, dove il centro stile Guzzi ha trasferito armi e bagagli da qualche tempo, e rappresenta una delle possibili direzioni verso cui la casa italiana potrebbe spingersi nel prossimo futuro. I duri e puri, come di consueto, hanno storto il naso ma è innegabile che l’immaginario a cui si riferisce questo tipo di prodotti è in grado di colpire in particolare chi, con la propria moto, ama soprattutto mettersi in mostra.

Un’altra piccola dimostrazione? Fatevi un giro su qualcuno dei siti nostrani dedicati a questo fenomeno. Tra gli accessori in vendita troverete un sacco di roba che viene proposta anche fra gli e-shop dei siti dedicati, ad esempio, al fenomeno cafe racer. Stessi caschi, stesse maschere, stessi guanti, stesso gusto. Com’è possibile? Semplice, le moto sono diverse ma una buona parte delle persone a cui sono destinate – piaccia o meno – è proprio la stessa.

Nella foto RSD: Anthony Kiedis (Red Hot Chili Peppers) in sella alla Harley-Davidson Road Glide allestita per lui da Roland Sands