Il partito degli ubriachi

Il divieto di vendita degli alcolici dopo le 2 ha salvato 52 vite negli incidenti notturni del weekend. Dopo 3 mesi la Camera fa marcia indietro. Perché?
29 gennaio 2008
Agli inizi di ottobre del 2007 il nostro Parlamento ha approvato il divieto di somministrazione di bevande alcoliche dopo le 2 di notte nei locali di spettacolo e di pubblico intrattenimento (Legge Nr 160). Un dispositivo da molti ritenuto illiberale, che ha fatto saltare sulla sedia i rappresentanti delle associazioni di categoria (non tutte, grazie a Dio) dei produttori e dei venditori di alcolici. Sensibili più al calo di introiti del fine settimina, che alla mattanza di giovani sulle nostre strade nelle fasce orarie sotto accusa. Una scelta in realtà coraggiosa e necessaria, che iniziava a dare i primi frutti. Il tutto è suffragato dai dati forniti da ASAPS, che ha monitorato l’andamento degli incidenti mortali tra le 22 e le 6 del mattino nei weekend degli ultimi 3 mesi. Un orario in cui è pericoloso avventurarsi con la propria 2 ruote nelle zone calde della movida, che diventano territorio di chi lascia a casa sobrietà, e senso civico. Pensate che queste parole siano pervase da demagogia a buon mercato? E allora vediamoli questi dati, per cercare di comprendere le ragioni – se di ragione, intesa come facoltà dell’intelletto, si può ancora parlare – che spingono il Parlamento italiano a fare marcia indietro. Negli ultimi 90 giorni (periodo di vigore della normativa), nei fine settimana e nella fascia oraria che va dalle 22 alle 06, si sono salvate ben 52 vite rispetto allo stesso periodo del 2006. La percentuale è ancora più esplicativa: - 30% di morti. Alla luce di queste considerazioni spicce, elementari, cosa spinge la Commissione Trasporti della Camera a deliberare la revisione del divieto di distribuzione di alcolici appena varato? La maggioranza dell’opinione pubblica, gli stessi giovani a cui si rivolge la legge, hanno mostrato un ampio consenso al divieto, la cui ratio – fermare le stragi del sabato sera – non può che essere condivisa. E sostenere che “tanto i ragazzi trovano lo stesso da bere” ci pare irresponsabile, finanche criminoso alla luce delle vite risparmiate in questi mesi. Prima di rivedere la Legge, non sarebbe forse il caso di valutare i risultati del divieto dopo il periodo estivo, quando gli spostamenti nei weekend – anche su moto e motorini – aumentano significativamente? Gli unici ad avere interesse alla controriforma sono, come detto, i produttori e i venditori di alcolici. Ma ci rifiutiamo di credere che la salvezza di vite umane sia secondaria rispetto all’interesse di una piccola lobby economica. Andrea Perfetti (Foto: Poliziadistato.it)

Argomenti