Il Coronavirus minaccia la produzione di moto e scooter?

Il Coronavirus minaccia la produzione di moto e scooter?
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Mentre Covid-19 sta colpendo molte attività industriali in Cina, potrà avere ripercussioni importanti anche nella produzione di moto e scooter? Quali marchi potrebbero soffrirne?
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
24 febbraio 2020

L'epidemia di coronavirus (Covid-19) ha provocato finora non meno di 2.250 decessi a livello globale, ma sta avendo pesanti ripercussioni anche nelle attività industriali.

La Cina è naturalmente il paese più colpito stante il suo peso produttivo legato alle esportazioni. Per quanto riguarda il settore automobilistico, quello che è il principale costruttore al mondo aveva preventivato di raggiungere a fine 2020 la produzione di 23 milioni di autovetture.
Lo stop in atto in alcuni stabilimenti riguarda certamente la produzione locale, ma anche quella di numerose joint-venture con marchi europei: le ultime stime calcolano una perdita di 1,7 milioni di unità se la fermata si prolungherà come previsto almeno fino alla metà di marzo.

La Cina, dopo l'India, è anche il secondo costruttore motociclistico mondiale (l'anno scorso ha superato le 16 milioni di unità prodotte) e anche in alcune fabbriche cinesi la produzione del settore due ruote ha già rallentato.
Ricordiamo ad esempio le due fabbriche gestite dalla Sundiro Honda Motorcycle Company, filiale cinese del gruppo Honda con sede a Shanghai con un volume produttivo di circa 850.000 motociclette all'anno - oltre il 40% della produzione Honda in Cina – già chiuse per alcune settimane fra gennaio e febbraio.

L'impianto Sundiro Honda Motorcycle Co. di Taicang
L'impianto Sundiro Honda Motorcycle Co. di Taicang

Si tratta prevalentemente di modelli che non arrivano in Europa, ma è noto come alcune aziende internazionali abbiano stabilimenti o accordi industriali per la produzione in Cina.
C'è naturalmente Benelli (la sua intera produzione è affidata alla casa madre Qianjiang Motorcycle), ma ci sono anche Loncin che produce alcuni motori per BMW (gli ultimi bicilindrici paralleli per intenderci) e non solo, e che ha siglato un accordo con MV Agusta con i primi modelli già nel 2021.
La stessa Qianjiang che ha un altro accordo industriale con Harley-Davidson (la H-D 350 è già in collaudo), CFMoto che ha un vasto programma pianificato con KTM e un nuova fabbrica dedicata assieme al costruttore austriaco che sarà operativa quest'anno.

E poi c'è da considerare certa componentistica made in China che viene utilizzata sui modelli venduti in Europa, insomma quella che è la fabbrica globale potrebbe far sentire l'effetto coronavirus anche nel settore motociclistico che più da vicino ci riguarda, sebbene è presto per valutarne la portata.

Anche il Giappone e la Corea del Sud si stanno misurando con gli effetti industriali dell'epidemia e, al pari della Cina, stanno prendendo contromisure di sostegno.
Al momento pare non ci siano invece ripercussioni nelle molte fabbriche thailandesi che operano per i costruttori giapponesi, Honda e Yamaha in testa, oltre che per Triumph e, in misura minore, per altri marchi occidentali. Situazione attualmente stabile anche nelle Filippine e in Vietnam, altri importanti poli produttivi del settore assieme all'Indonesia.

Per quanto riguarda l'Italia, stiamo monitorando la situazione e vi aggiorneremo. 
In merito a  Benelli, da Pesaro ci fanno sapere che Qijian Jiang ha visto la chiusura forzata dei propri stabilimenti nel corso delle ultime settimane. Da qualche giorno però ha riaperto in parte i propri stabilimenti e la produzione è ripartita. Il mercato italiano non ha avuto in queste settimane problemi con l'approvvigionamento e la commercializzazione dei prodotti, poiché Benelli si era già preparata per l'imminente stagione commerciale.