I segreti del pilota: come si costruisce un campione (e non solo)

I segreti del pilota: come si costruisce un campione (e non solo)
  • di Alfonso Rago
Convegno a Roma per discutere delle buone pratiche alla base dell’attività in pista
  • di Alfonso Rago
17 febbraio 2017

Si fa presto a dire pilota: non basta, infatti, avere una buona moto sportiva (o un’auto, che è lo stesso), il giusto abbigliamento e la vocazione interna a danzare tra cordoli, curve e rettilinei.

Ci vuole altro, anche se chi frequenta la pista non aspira a diventare campione, ma vuole solo divertirsi.

Anche per gli sport a motore vale la regola che un buon allenamento è alla base di una corretta pratica: ma non si tratta solo di ricercare la forma psico-fisica ideale, quanto di abbinare ad essa anche la giusta alimentazione e l’applicazione precisa delle tecniche di guida.

Sono questi i tre pilastri su cui costruire una buona pratica in pista: allenamento, alimentazione e tecnica.

Tre materie al centro del convegno nazionale “I segreti del pilota“, svoltosi a Roma e che ha raccolto un pubblico formato soprattutto da preparatori atletici, personal trainer e piloti, interessati ad approfondire le relazioni tra questi argomenti.

Organizzato dal centro di preparazione fisica piloti diretto da Alfredo Stecchi (per info, www.alfredostecchi.it/) , ha messo a confronto le esperienze dirette di piloti (ormai ex, con non pochi rimpianti) come Michel Fabrizio e veterani come Enrico Fugardi, condite dai gustosi aneddoti di un testimone unico del mondo di GP e Formula Uno come Paolo Scalera, capace di raccontare l’evoluzione della preparazione dei campioni dai tempi pioneristici di Spencer e Lawson, fino all’attuale (quasi) maniacale attenzione alla fase preparatoria esibita da Valentino (e che forse è uno dei segreti della sua longevità ad altissimi livelli) e dai suoi rivali di oggi in pista.

Al termine di un dibattito molto interessate è stata confermata una tendenza meno banale di quanto possa apparire a prima vista: agli sport motoristici, ed anche nella pratica degli amatori che vanno in pista “una tantum“, è sempre meglio avvicinarsi con un percorso graduale, che preveda una preparazione fisica abbinata ad una alimentazione sana, capace di fornire all’organismo la giusta dose di energia da usare poi nella guida senza appesantirlo.

Insomma, meno lasagne e più frullati.