Honda EV Outlier Concept: la moto elettrica che rompe gli schemi al Japan Mobility Show 2025 [GALLERY]

Honda presenta al salone di Tokyo EV Outlier, un concept rivoluzionario che ridefinisce il significato stesso di motocicletta elettrica. Al centro del progetto tre nuovi pilastri di design - Gliding, Ecstasy e Low - che promettono un'esperienza di guida mai provata prima. Yuya Tsutsumi, responsabile del progetto, spiega: "Non si tratta di sostituire il motore termico, ma di evolvere l'intera categoria"
18 dicembre 2025

Honda al Japan Mobility Show 2025 ha svelato l'EV Outlier Concept, una motocicletta elettrica che ambisce a ridisegnare completamente le regole del settore. Non un semplice esercizio di stile né l'ennesima conversione elettrica di una moto tradizionale, ma un vero e proprio manifesto su cosa significhi ripensare la mobilità su due ruote nell'era della propulsione a batteria. La presentazione è avvenuta in occasione del Japan Mobility Show 2025.

A guidare questo ambizioso progetto è Yuya Tsutsumi, Large Project Leader Honda, che ha supervisionato l'intero sviluppo dalla fase di concept alla realizzazione fisica. Una responsabilità inedita per Tsutsumi, abituato a trasformare gli schizzi dei designer in forme produttive, ma che questa volta ha coordinato ogni aspetto creativo e tecnico. Il risultato è una moto che sfida deliberatamente le convenzioni estetiche e funzionali consolidate in decenni di storia motociclistica.

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La scelta del nome non è casuale. "Il termine 'outlier' indica qualcosa che non è vincolato da confini", spiega Tsutsumi. "Volevamo dimostrare che la visione di Honda per le moto elettriche non consiste nel sostituire i motori a combustione interna con la propulsione elettrica. Si tratta di evolvere la categoria in qualcosa di completamente nuovo". Un approccio radicale che ha richiesto al team di sviluppo di mettere in discussione ogni certezza acquisita nel mondo delle motociclette tradizionali.

Per raggiungere questo obiettivo, Honda ha adottato un metodo progettuale innovativo chiamato Waigaya, una pratica aziendale che incoraggia discussioni aperte e senza gerarchie. Designer giapponesi e internazionali hanno collaborato intensamente, condividendo prospettive diverse e specializzazioni complementari. "Condividendo prospettive tra diverse nazionalità e svariate specializzazioni, abbiamo imparato gli uni dagli altri e creando qualcosa di irraggiungibile con i processi tradizionali", racconta Tsutsumi. Questo confronto multiculturale e multidisciplinare ha permesso di superare i limiti del pensiero convenzionale, aprendo la strada a soluzioni davvero originali.

Il punto di partenza è stato azzerare completamente i riferimenti esistenti. "Per prima cosa, abbiamo azzerato i valori esistenti", afferma il responsabile del progetto. "Ci siamo chiesti: qual è l'unicità valoriale che può essere realizzata solo attraverso l'elettrificazione? Questa domanda ha guidato tutto". Una domanda fondamentale che ha costretto il team a identificare quali caratteristiche rendono una moto elettrica intrinsecamente diversa e superiore rispetto a una termica, piuttosto che limitarsi a replicare schemi consolidati con una fonte di energia differente.

Tre pilastri per una nuova esperienza di guida

L'EV Outlier Concept si basa su tre elementi distintivi che definiscono la sua identità: Gliding, Ecstasy e Low. Questi concetti rappresentano molto più di semplici linee guida stilistiche, incarnando una vera e propria filosofia di guida pensata specificamente per sfruttare le peculiarità della propulsione elettrica.

Il primo elemento, Gliding, rappresenta la fluidità nella guida tipica dei veicoli elettrici. "Il Gliding rappresenta la guida fluida e silenziosa tipica dei veicoli elettrici", spiega Tsutsumi. "Accelerazione, decelerazione, curva. Tutto scorre senza soluzione di continuità, creando una sensazione simile a planare sul terreno".

L'Ecstasy rappresenta invece l'altra faccia della medaglia: la potenza esplosiva e la risposta immediata del motore elettrico. Accelerazione istantanea, coppia elevata disponibile fin dal primo attimo, un senso di connessione diretta tra polso destro e ruota posteriore che elimina qualsiasi mediazione meccanica. "La coesistenza di queste due sensazioni contrastanti è possibile solo con la trazione elettrica", sottolinea Tsutsumi. È proprio questa dualità tra dolcezza e brutalità, tra zen e adrenalina, che secondo Honda rappresenta il vero valore aggiunto dell'elettrico applicato alle due ruote.

Il terzo pilastro, Low, è forse il più radicale sul piano pratico. Honda ha ripensato completamente la posizione di guida, abbassando drasticamente l'altezza della sella e modificando il punto di vista del pilota. "Abbiamo aumentato il volume anteriore per enfatizzare la posizione ribassata e creare proporzioni distintive", spiega Tsutsumi. Il risultato è una percezione completamente nuova di velocità e accelerazione, amplificata dalla prospettiva più bassa rispetto al terreno.

Un poggiaschiena avvolgente completa questa nuova ergonomia, assorbendo le forze generate dalle accelerazioni e permettendo al pilota di guidare utilizzando principalmente le gambe anziché le braccia. Una sensazione che Tsutsumi descrive come profondamente diversa da qualsiasi motocicletta esistente, sia essa termica o elettrica. Questa configurazione ricorda più quella di alcuni modelli custom o cruiser, ma reinterpretata in chiave sportiva e futuristica.

Le proporzioni stesse della moto sono state ridefinite per enfatizzare questo nuovo approccio. Senza il vincolo di dover ospitare un motore termico con le sue dimensioni e il suo posizionamento tradizionale, il team ha potuto giocare con volumi e masse in modo completamente libero, creando una silhouette che rompe con i canoni estetici consolidati del settore.

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L'innovazione dell'EV Outlier non si limita al telaio e alla posizione di guida. Gli specchietti tradizionali lasciano il posto a telecamere integrate che dialogano con un cruscotto sottile e ampio, garantendo una visuale estesa e un design filante privo di sporgenze aerodinamiche. La strumentazione digitale mostra in tempo reale parametri come l'angolo di piega e la potenza erogata dal motore elettrico.

"Volevamo creare nuove forme di interazione. Nuove scoperte che ispirano esperienze inedite", afferma Tsutsumi. Questa interfaccia grafica rappresenta un approccio completamente diverso rispetto alla strumentazione tradizionale, dove l'obiettivo non è semplicemente fornire informazioni ma creare un dialogo continuo tra uomo e macchina, rendendo più consapevole e coinvolgente ogni aspetto della guida.

Il linguaggio stilistico si basa sul concetto di "Precision of Intrinsic Design", il family feeling che Honda sta sviluppando per la sua gamma elettrica. L'Outlier porta questo linguaggio a un livello successivo, accentuando elementi già visti sulla WN7 e introducendo soluzioni formali inedite che potrebbero anticipare le linee di design delle future produzioni di serie.

Le sfide di un territorio inesplorato

Tradurre questa visione in un concept concreto non è stato un percorso lineare. "Abbiamo lottato con le proporzioni", ammette candidamente Tsutsumi. "Per i modelli con motore a combustione interna, esiste una teoria consolidata di bellezza. L'Outlier è un punto di rottura con quella convenzione. Abbiamo dovuto esplorare nuovi equilibri per rendere attraenti le caratteristiche degli EV". Le regole estetiche che definiscono cosa rende bella una motocicletta si sono cristallizzate in oltre un secolo di storia, e sovvertirle richiede non solo coraggio ma anche una profonda comprensione di quali equilibri formali funzionano e quali no.

Tuttavia, proprio questa assenza di riferimenti consolidati rappresenta secondo Honda un'opportunità unica. "L'elettrificazione delle moto è ancora agli inizi. Non ci sono punti di riferimento. Questa incertezza è l'ambito in cui emergono i punti di forza di Honda", dichiara Tsutsumi. L'utilizzo di materiali innovativi e l'adozione di tecnologie mutuate da altri ambiti hanno permesso di realizzare soluzioni che sarebbero state impensabili seguendo i percorsi di sviluppo tradizionali. È questo spirito pioneristico, questa volontà di esplorare territori vergini, che Honda ritiene possa fare la differenza in un mercato ancora tutto da definire.

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L'EV Outlier Concept rappresenta per Honda molto più di un esercizio stilistico o di una dichiarazione d'intenti. È un banco di prova concreto per tecnologie, filosofie di design e soluzioni ergonomiche che potrebbero trovare applicazione nei modelli di serie dei prossimi anni

Quel che è certo è che la Casa giapponese non intende limitarsi a seguire il mercato elettrico, ma vuole contribuire attivamente a plasmarlo secondo la propria visione. In un settore dove i costruttori tradizionali stanno ancora cercando la formula giusta per conquistare i motociclisti con le due ruote a batteria, Honda ha scelto la strada più audace: non convertire, ma reinventare.

Il futuro dirà se questa strategia pagherà, ma intanto l'EV Outlier Concept ha lanciato un messaggio chiaro: la futura e ipotetica rivoluzione elettrica delle moto potrebbe essere molto più radicale di quanto immaginiamo.

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