Guida e sostanze stupefacenti: bisogna provare che la droga sia stata assunta da poco

Guida e sostanze stupefacenti: bisogna provare che la droga sia stata assunta da poco
Una circolare dei ministeri Interno-Salute fa una precisazione su questo aspetto del nuovo Codice della Strada: occorre una correlazione temporale tra l'assunzione e la guida, che si concretizza in una perdurante influenza della sostanza stupefacente o psicotropa in grado di esercitare effetti negativi sull'abilità alla guida
12 maggio 2025

Con l’entrata in vigore delle recenti modifiche al Codice della strada, i Ministeri dell’Interno e della Salute hanno diramato una nuova circolare esplicativa destinata a prefetti e questori, volta a fare chiarezza sull'accertamento dello stato di alterazione da sostanze stupefacenti alla guida.

Secondo il documento, per poter procedere con la punizione di chi guida sotto l’influenza di droghe, è necessario accertare “una correlazione temporale tra l’assunzione e la guida, che si concretizza in una perdurante influenza della sostanza stupefacente o psicotropa in grado di esercitare effetti negativi sull’abilità alla guida”. In altre parole, l’assunzione deve essere avvenuta in un arco temporale ravvicinato alla guida, tale da rendere plausibile che la sostanza sia ancora attiva nell’organismo al momento del controllo.

Questa puntualizzazione si inserisce nel contesto delle recenti novità normative che hanno inasprito le sanzioni per chi guida dopo aver fatto uso di droghe, indipendentemente dalla dimostrazione di un’effettiva alterazione psicofisica. Come chiarisce la circolare, infatti, la nuova formulazione dell’articolo prevede sanzioni “a prescindere da un effettivo stato di alterazione psicofisica”, introducendo l’elemento temporale come requisito centrale, evidenziato nella locuzione normativa “dopo aver assunto”.

Il Ministero dei Trasporti, dal canto suo, ha voluto ribadire con forza che non vi è alcuna contraddizione tra la nuova circolare e le disposizioni del Codice della strada: “Nessuna nuova circolare contraddice le novità introdotte con le recenti modifiche. La direttiva adottata l’11 aprile, che disciplina le modalità di accertamento dell’uso di stupefacenti è in piena coerenza con l’impostazione normativa attuale, che mira a sanzionare l’assunzione di droghe in stretta connessione con la guida, andando oltre la valutazione soggettiva dello stato di alterazione”.

Un elemento importante, sottolineato dal ministero, è la distinzione tra l’assunzione di sostanze stupefacenti e l’uso terapeutico di farmaci, anche cannabinoidi. Il ministro Matteo Salvini ha infatti ricordato che l’obiettivo è evitare sanzioni per chi è sottoposto a cure mediche legittime.

Tuttavia, la nuova disciplina è finita sotto la lente della Corte Costituzionale. Il Tribunale di Pordenone ha sollevato una questione di legittimità costituzionale dopo un caso che ha coinvolto una donna risultata positiva agli oppiacei a seguito di un incidente stradale, nonostante avesse riferito di aver assunto solo farmaci nelle 24-72 ore precedenti, tra cui un ansiolitico e un prodotto a base di codeina. Questo ha aperto un dibattito sulla compatibilità del nuovo approccio normativo con i principi costituzionali, in particolare per quanto riguarda la necessità di una prova concreta degli effetti della sostanza sulla capacità di guida.

Il Ministero dei Trasporti, tuttavia, ha ribadito con fermezza: “Nessun dietrofront”. Le nuove regole restano in vigore, con l’intento dichiarato di tutelare la sicurezza stradale e colpire con maggiore efficacia chi mette a rischio la propria e l’altrui incolumità guidando dopo aver assunto sostanze stupefacenti.

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