Emergency call e crash-detection: Honda sviluppa una tecnologia evoluta

Emergency call e crash-detection: Honda sviluppa una tecnologia evoluta
La Casa giapponese starebbe studiando una tecnologia che vede nelle connessioni tra moto, casco e smartphone il punto di forza per determinare se attivare la chiamata di emergenza
13 febbraio 2023

Le tecnologie già presenti sul mercato motociclistico che integrano la chiamata d'emergenza in caso di incidente sono basate in genere su algoritmi e sensori che prevedono come punto focale il comportamento della moto (brusce variazioni di velocità, inclinazioni non compatibili con la guida normale e così via) e sfruttano eventualmente anche lo smartphone del pilota. In tutti i casi in cui sistema capisce che si è verificato un incidente, attiva le procedure di emergenza nel modo più tempestivo possibile dato che spesso la rapidità di intervento è fondamentale per evitare guai peggiori.

 

 

Honda sta sviluppando, come riportato da Cycle World, un sistema che non soltanto permette di capire meglio e con maggiore accuratezza le circostanze dell'incidente ma anche di non far partire la chiamata d'emergenza in circostanze dove non sarebbe necessario. La tecnologia proposta da Honda prevede infatti che veicolo, smartphone del pilota e casco siano connessi tra loro: proprio l'equipaggiare il casco con un sensore connesso via bluetooth con moto e telefono permette, secondo la soluzione di cui Honda ha richiesto il brevetto, più mirate e sofisticate intepretazioni delle situazioni di potenziale incidente o pericolo.

 

 

Se, per esempio, la moto viene rilevata con un'inclinazione compatibile con la caduta, la posizione e la distanza di telefono e casco può aiutare il sistema a capire che, magari, ci si trova davanti ad un classico scenario di moto caduta da fermo e che non è il caso di attivare la chiamata d'emergenza. Invece in altri casi, la posizione, il movimento e la distanza relativa tra loro di moto, cellulare e casco, può indicare che effettivamente il pilota è in terra e necessita di aiuto.

Indicativa anche la possibiltà di percepire se la testa si muove o no (riguardo il grado di coscienza o la gravità dell'impatto) e anche se dopo la caduta interviene lo spegnimento del motore (indice di coscienza da parte del pilota). Nei disegni di brevetto è inoltre mostrata una Africa Twin: per quanto non è mai detto che i brevetti verrano poi applicati sulle moto mostrate nei disegni, una tecnologia del genere è effettivamente appllicabile in primo luogo alle top di gamma e successivamente resa disponibile al resto della line-up.

Quelli mostrati sono soltanto alcuni dei parametri tenuti in considerazione dall'algoritmo che decide o no se attivare autonomamente la chiamata d'emergenza e certamente il sistema, di cui non conosciamo ancora eventuali effettivi utilizzi futuri, andrà avanti su una strada di sviluppo che però ci fa certamente riflettere sulla relazione molto stretta che c'è tra tecnologia e sicurezza.

Fonte: Cycle World