Autovelox, doppia sentenza della Cassazione: cittadini costretti alla querela per falso?

Autovelox, doppia sentenza della Cassazione: cittadini costretti alla querela per falso?
Due ordinanze gemelle della Cassazione in 24 ore creano un paradosso: per annullare le multe da autovelox non omologati ora serve anche la querela di falso. Un aggravio per cittadini vittime dell'inerzia statale
6 giugno 2025

La Suprema Corte di Cassazione ha creato un vero e proprio cortocircuito giuridico con due ordinanze gemelle che rischiano di trasformare ogni multa da autovelox in una roulette russa per gli automobilisti e motociclisti italiani. Due pronunciamenti, firmati nello stesso giorno dalla stessa sezione e con il medesimo relatore, che però disegnano scenari processuali radicalmente diversi.

Il paradosso delle sentenze gemelle

La vicenda parte da un dato di fatto: nessun autovelox in Italia è formalmente omologato. Come spiega il professor Mauro Renna, ordinario di diritto amministrativo all'Università Cattolica di Milano: "Che gli autovelox in Italia non siano stati omologati secondo quanto previsto dagli articoli 45, comma 6, e 142, comma 6, del Codice della Strada è un fatto notorio e incontrovertibile".

Il problema nasce da un vuoto normativo di 33 anni: il decreto ministeriale che dovrebbe stabilire i criteri per l'omologazione non è mai stato adottato. Eppure, la sentenza 13997/2025 della Cassazione introduce una complicazione inedita per i cittadini.

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L'aggravio sproporzionato per i cittadini

Se da un lato la Corte ribadisce che serve l'omologazione degli autovelox per la validità delle sanzioni, dall'altro costringe i sanzionati a proporre ben due giudizi quando il verbale contiene false attestazioni sull'omologazione. "È un aggravio sproporzionato - commenta Renna - che va a colpire il cittadino per un'inadempienza originata dallo Stato stesso".

Il meccanismo è perverso: se il verbale della polizia municipale o stradale dichiara che l'autovelox è omologato, quella dichiarazione ha fede privilegiata. Per smentirla, il cittadino deve intentare una querela di falso, un'azione legale complessa e onerosa, prima di poter contestare la multa nel merito.

La rivolta dei comandanti

Le conseguenze pratiche stanno già emergendo sul territorio. Giordano Biserni, presidente dell'Associazione Amici della Polizia Stradale (Asaps), non usa mezzi termini: "Se è così, basta. Spegniamo tutto. Non si può aspettare che i comandanti della Stradale o della Municipale vengano condannati perché da 33 anni manca un decreto ministeriale".

Anche Luigi Altamura, comandante della Polizia Locale di Verona e referente Anci in Viabilità Italia, ha già preso contromisure: "Io ho già fatto eliminare dai nostri verbali la dizione 'omologato', ma siamo tutti sospesi perché continua a mancare il decreto ministeriale e così ogni nostra multa può essere sconfessata dai giudici".

Il rischio erariale

La situazione assume contorni ancora più preoccupanti considerando le implicazioni economiche. Come avverte il Codacons: "I cittadini che per contestare la sanzione dovranno affrontare spese di giudizio, potranno rivalersi sulla pubblica amministrazione e chiedere il rimborso dei costi sostenuti". Un scenario che, secondo il presidente Carlo Rienzi, "genererebbe danni erariali enormi e aprirebbe la strada all'intervento della Corte dei Conti".

L'inerzia del governo

La questione è ancora più paradossale considerando che il governo aveva preparato una bozza di decreto sul tema autovelox, inviata a Bruxelles, ma poi ritirata dopo le polemiche seguite all'anticipazione giornalistica. La senatrice Raffaella Paita (Italia Viva) denuncia: "Da oltre due anni si susseguono annunci sull'adozione dei decreti attuativi in materia. Una situazione paradossale, visto che il tema è allo studio del MIT da almeno due anni".

Tra sicurezza e legalità

Il dilemma è drammatico: da un lato la necessità di controlli efficaci sulla velocità - con l'ultimo weekend che si è chiuso con 37 vittime sulle strade italiane, record negativo del 2025 - dall'altro l'esigenza di rispetto della legalità anche da parte dello Stato.

Come sottolinea Biserni: "L'obiettivo dell'autovelox non è multare, ma salvare vite evitando che si vada oltre i limiti di velocità". Ma il professor Renna conclude con una considerazione che suona come un monito: "La legalità vale per tutti. Anche per lo Stato".

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