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Il conto alla rovescia è iniziato per migliaia di autovelox sparsi lungo le strade italiane. Entro la fine di ottobre 2025, tutti gli enti locali - Comuni, Province e Regioni - dovranno comunicare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti i dati completi sui dispositivi di controllo della velocità presenti nei rispettivi territori. Chi non rispetterà questa scadenza sarà costretto a spegnere gli autovelox non censiti, come ribadito dal ministro Matteo Salvini durante un question time al Senato.
L'iniziativa nasce dall'esigenza di creare finalmente una mappa nazionale completa degli autovelox, strumento mai esistito prima in Italia nonostante la capillare diffusione di questi dispositivi su tutto il territorio nazionale. Il decreto infrastrutture ha stabilito l'obbligo del censimento per garantire maggiore trasparenza ai cittadini attraverso la pubblicazione dei dati nell'apposita sezione del portale telematico del MIT.
L'operazione di mappatura degli autovelox rappresenta un tentativo del Governo di fare chiarezza in un settore caratterizzato da anni di opacità e controversie. L'assenza di una banca dati centralizzata ha sempre reso difficile per gli utenti della strada conoscere con precisione la localizzazione dei dispositivi di controllo, alimentando polemiche sulla loro funzione deterrente versus quella meramente sanzionatoria.
Il ministro Salvini ha sottolineato l'importanza di questa iniziativa durante l'intervento parlamentare, sollecitando tutti gli enti territoriali a collaborare attivamente per rispettare la scadenza di ottobre. La creazione di questa mappa nazionale dovrebbe garantire maggiore trasparenza nel sistema dei controlli stradali e permettere una migliore pianificazione degli spostamenti da parte dei cittadini.
L'obiettivo dichiarato è quello di passare da un sistema frammentato, gestito autonomamente da migliaia di enti locali, a una visione d'insieme coordinata a livello nazionale. Questo approccio dovrebbe anche facilitare la verifica della conformità normativa dei singoli dispositivi e la loro corretta manutenzione. Ma questa è un'altra faccenda.
La minaccia dello spegnimento degli autovelox non censiti non è solo una boutade politica, ma una conseguenza diretta prevista dalla normativa vigente. Gli enti che non trasmetteranno i dati richiesti entro i termini stabiliti si troveranno nell'impossibilità legale di continuare a utilizzare i propri dispositivi per elevare sanzioni.
Questa prospettiva sta creando non poca preoccupazione tra amministratori locali e gestori dei servizi di controllo della velocità. La perdita di introiti derivanti dalle multe potrebbe avere impatti significativi sui bilanci comunali, considerando che per molte amministrazioni le sanzioni stradali rappresentano una voce di entrata importante. Ma questo è il male minore, vogliamo parlare della sicurezza stradale?
Il meccanismo previsto dalla normativa lascia poco spazio a interpretazioni: senza il censimento completo e la comunicazione dei dati al MIT, gli autovelox non potranno più essere considerati operativi dal punto di vista amministrativo, rendendo nulle eventuali sanzioni elevate dopo la scadenza dei termini.
"Abbiamo deciso di chiedere una mappatura degli autovelox in Italia, cosa che incredibilmente ad oggi non c'è. Per questo ad agosto abbiamo lanciato un'operazione trasparenza istituendo una piattaforma telematica per la raccolta dei dati relativi agli autovelox da parte di tutti gli enti locali, che avranno tempo fino a ottobre per registrare su questa piattaforma i dispositivi presenti sul proprio territorio. In assenza di tale comunicazione, gli autovelox non comunicati non potranno essere più usati per accertare violazioni al Codice della Strada. "L'obiettivo è chiaro tutelare la sicurezza ma tutelare anche il diritto al lavoro di milioni di italiani che devono poter essere avvisati di come vengono protetti sulle strade. Una battaglia non politica ma di civiltà"
Matteo Salvini
L'associazione dei consumatori ha lanciato un chiaro avvertimento sui rischi connessi a questa operazione di censimento. Secondo il Codacons, esistono concrete possibilità che molti enti non riescano a rispettare la scadenza di ottobre, creando ulteriore caos in un sistema già messo a dura prova dalla questione delle omologazioni.
L'organizzazione ha evidenziato come la sovrapposizione di questa nuova incombenza burocratica con il problema irrisolto dell'omologazione dei dispositivi rischi di generare una situazione di paralisi amministrativa. Molte amministrazioni locali potrebbero trovarsi nella difficile situazione di dover gestire contemporaneamente il censimento degli autovelox e la verifica della loro conformità normativa.
Il timore è che la fretta di rispettare le scadenze possa portare a errori nella trasmissione dei dati o a omissioni che comprometterebbero l'efficacia dell'intera operazione. In questo scenario, il rischio è quello di avere una mappa nazionale incompleta o imprecisa, vanificando gli obiettivi di trasparenza che hanno ispirato l'iniziativa.
Parallelamente alla questione del censimento, resta aperto il capitolo delle omologazioni degli autovelox, problema che si trascina dall'aprile 2024. La Cassazione aveva stabilito la nullità delle multe elevate da apparecchi approvati ma non omologati, aprendo la strada a migliaia di ricorsi da parte degli automobilisti multati.
Questa situazione ha creato un precedente importante che ha messo in discussione la validità di una parte significativa delle sanzioni elevate negli ultimi anni. Molti legali specializzati in diritto della circolazione stradale hanno iniziato a contestare sistematicamente le multe basandosi proprio su questo vizio procedurale.
Il Governo aveva promesso una risoluzione rapida della questione, ma a distanza di oltre un anno la problematica non ha ancora trovato una soluzione definitiva. Questa incertezza normativa si somma ora all'urgenza del censimento, creando un quadro particolarmente complesso per chi gestisce i controlli stradali a livello locale.