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Eicma non rappresenta soltanto il momento in cui vediamo svelate per la prima volta le motociclette dell'anno successivo e facciamo la nostra scorpacciata di novità, ma rappresenta anche un'opportunità unica per gli addetti ai lavori di incontrarsi e per i giornalisti di poter parlare direttamente con chi può spiegare anche le scelte progettuali. Quest'anno abbiamo avuto la possibilità di avere dei colloqui privati ed esclusivi con alcuni manager Honda, tra i quali Takayuki Haramoto, Large Project Leader (LPL) - ovvero il responsabile del progetto - della Honda CB1000F. Data la grande curiosità su questo modello da parte di chi vi scrive, lo abbiamo tartassato di domande e ne è uscita una chiacchierata simpatica e piacevole tra appassionati e ci auguriamo sia di interesse non solo a chi si è già fatto sedurre dalle linee di questa roadster.
L'intervista parte da una considerazione sulla gamma delle roadster Honda: anche in Giappone la CB1300 sta per uscire di scena con la Final Edition. Quando Honda si è trovata davanti alla necessità di sostituire quella che è stata una cosiddetta flagship standard del mercato domestico, ha dovuto fare i conti con una realtà inevitabile così come un altro modello fortemente evocativo dell'heritage di marca e ancora oggi considerato uno dei progetti più romantici della storia Honda, ovvero la CB1100. "La CB1300 e la CB1100 hanno avuto difficoltà a migliorare per rispettare le normative ambientali attuali", spiega Haramoto. "E anche per le persone più mature, erano diventate un po' troppo pesanti". Un aneddoto fotografa perfettamente la situazione: un amico motociclista che aveva posseduto tutte le CB dalla CB750 Four in poi, arrivato ai 70 anni, ha dovuto rinunciare alla sua CB1100 passando a una più agile NX500. Troppo pesante e impegnativa. Haramoto-san conferma: è successo anche ad alcuni cliente giapponesi perciò serviva qualcosa di diverso, che fosse sì evocativo, ma anche moderno. Serviva la CB1000F.
Ed eccolo lì il punto: il motociclista maturo: è ancora lui il cliente di riferimento? L'obiettivo di sviluppo svelato da Haramoto-san è ambizioso: creare una moto che potesse soddisfare giovani motociclisti, appassionati di mezza età e rider più maturi. "Non vogliamo deludere nessuno", chiarisce Haramoto-san. Una sfida complessa, risolta attraverso un equilibrio tra estetica heritage e contenuti moderni.
La domanda sorge spontanea: non è troppo sportiva per essere una classica? "Volevamo mantenere l'essenza del design della 750F, ma non essere solo classici", risponde il Large Project Leader. "Puntiamo anche ai giovani, quindi abbiamo creato uno standard che è anche un po' tradizionale, per accontentare una gamma più larga".
Qui sta il punto più interessante dell'intervista. La CB1000F condivide la base tecnica con la CB1000 Hornet, ma il carattere motore è stato completamente trasformato.
"Essendo un quattro cilindri in linea, è molto importante il rumore che emette la moto", sottolinea Haramoto, "ma anche l'erogazione è fondamentale. Non è scattante come la Hornet, è più dolce. L'abbiamo costruito così perché tutti possano godersi il giro in moto".
Gli interventi sono stati profondi e sistematici: fasatura delle valvole modificata, sistemi di aspirazione riprogettati, scarico ridisegnato e rapporti del cambio ottimizzati. "Anche i bulloni sono stati cambiati" ci dice sorridendo per confermarci un lavoro meticoloso su ogni componente funzionale. "Abbiamo incorporato tutte le nuove tecnologie, anche l'attuazione è stata modernizzata", aggiunge.
Il risultato? 124 CV a 9.000 giri contro i 152 della Hornet possono sembrare una rinuncia ma così non è, è una scelta di carattere totalmente diverso con un'erogazione che arriva già dai regimi medio-bassi, lontano dalla zona rossa. Un carattere completamente diverso, pensato per la guida quotidiana di una roadster, non per l'aggressività di una naked sportiva.
Una caratteristica emerge con particolare forza dall'intervista: l'attenzione maniacale al sound del motore. Haramoto, visibilmente soddisfatto, quando gli abbiamo chiesto cosa gli piaccia di più della CB1000F, risponde senza esitazione e anzi con notevole trasporto "il suono".
Non è un dettaglio casuale. Honda ha lavorato in modo asimmetrico sui cornetti di aspirazione: 40 mm di diametro per la coppia di destra (cilindri 3 e 4) e 50 mm per quella di sinistra (cilindri 1 e 2). Questa irregolarità crea una "pulsazione" del suono all'apertura del gas, dando al quattro cilindri una timbrica rauca ed evocativa. Beh... Non vediamo l'ora di ascoltarlo per poter confermare l'entusiasmo del nostro interlocutore.
Su un aspetto però alcuni appassionati più vecchio stampo hanno però mostrato perplessità: la strumentazione completamente digitale. Alla domanda sul perché non si sia optato per una strumentazione dal look più heritage, la risposta è chiara e pragmatica: "Non volevamo fare come altri marchi con i modelli classici: vogliamo che anche i giovani siano interessati a questa moto. Una moto che al di là delle linee e del gusto, ha anche tanta tecnologia Honda". La soluzione è stata trovare un compromesso: display TFT da 5 pollici con tecnologia optical bonding e connettività Honda RoadSync, un elemento di modernità funzionale discreto nell'aspetto, non invasivo, ma molto pratico e completo.
In Giappone la CB1000F ha avuto un grandissimo riscontro. Per l'Europa, invece, il nostro interlocutore non si sbilancia su previsioni di vendita e sorridendo commenta solo "Speriamo che la risposta sia buona", con prudenza tutta nipponica ma anche con un'ironia quasi occidentale. "Non possiamo sapere come sarà ricevuta in Europa", si difende, ma è evidente che le aspettative sono molto buone. Sul mercato domestico la commercializzazione è già iniziata e la moto viene proposta a partire da 1.397.000 Yen una cifra che però non è paragonabile a quella del nostro mercato. Più probabile si avvicini a quello della Germania, dove è trapelato un listino di 12.329 euro.
La chiacchierata è poi proseguita sui temi dell'autenticità, su come il design di questa CB1000F sia più esplicitamente di altri un voluto richiamo proprio all'autenticità e originalità di Honda, perché la storia di un'azienda, di un marchio, è un valore e non un fardello. A questo punto però è stata inevitabile la domanda sulla concorrenza asiatica che in alcuni casi sta traendo più di un'ispirazione dal design Honda, anche con una moto come questa. "La concorrenza aumenta, come sapete", risponde diplomaticamente Haramoto. "Le moto cinesi stanno migliorando la loro qualità, è vero, ma noi non siamo di certo disposti a perdere nessuna partita. Noi possiamo contare sulla nostra autenticità, sulla nostra storia e sulla nostra innovazione. Oltre che su una rete mondiale costruita in 65 anni di affidabilità".
Al momento del lancio sono state proposti due allestimenti, uno base ed uno SE riconoscibile per cupolino. Alla domanda se la CB1000F rimarrà sola o verrà affiancata da altri modelli con lo stesso spirito heritage, Haramoto sorride e taglia corto: "È difficile rispondere". Ma quando gli viene suggerito che un modello Bol d'Or non starebbe male, l'espressione cambia e scoppia in una risata ammettendo che sì sarebbe bello e poi torna sui ranghi indicando che in fondo la SE è già un po' una Bol d'Or. Ma chissà, noi lo prendiamo lo stesso come un indizio che potrebbe aprire scenari interessanti per il futuro della gamma CB, perché in fondo siamo degli incontentabili si sa.
Congediamo dunque il nostro ospite e lo ringraziamo per la piacevole chiacchierata e per averci confermato una progettazione attenta, che ha lavorato in profondità su ogni aspetto tecnico per creare non semplicemente una Hornet vestita vintage, ma una moto con personalità propria. Il successo in Giappone suggerisce che l'obiettivo sia stato centrato. L'Europa, con la sua passione per Z900RS, GSX-8TT e XSR900, saprà apprezzare questa Honda? Il segmento si sta ora completando di proposte per chi chiede heritage autentico senza rinunciare alle prestazioni moderne: ma è un segmento in espansione o si andrà verso una frammentazione? Lo scopriremo probabilmente già nel 2026, quando la CB1000F arriverà finalmente nelle concessionarie italiane.
Honda
Via della Cecchignola, 13
00143 Roma
(RM) - Italia
848846632
https://www.honda.it/motorcycles.html
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