La tuta tatuata

Sempre più la tuta del motociclista è una seconda pelle che ci protegge e oggi parla un nuovo linguaggio: quello dei tatuaggi
3 settembre 2008


Dainese, Vicenza - 3 settembre 2008

L'arte del tatuaggio.

Dainese = Innovazione


L'azienda del diavoletto
ha innovato costantemente il sistema sicurezza dei motociclisti, introducendo importanti elementi oggi di comune uso per molti di noi. Dai primi slider sulle ginocchia ai paraschiena, allo sviluppo incessante dell'airbag privo di vincoli meccanici alla motocicletta.

Negli anni '70 fu la volta del colore, voluto da Lino Dainese per rendere più attraenti - e sicure - le tute dei motociclisti. Oggi tocca all'arte del tatuaggio, linguaggio simbolico delle nuove generazioni.

L'azienda di Molvena è giunta a realizzare una vera e propria seconda pelle, che si adatta al corpo umano - del motociclista - lasciandolo libero nei movimenti, ma garantendo la massima protezione possibile.

La tuta professionale Tattoo Ykz sfrutta un linguaggio nuovo e diretto che esprime meglio di ogni altro il concetto di seconda pelle: quello dei tatuaggi.
I disegni richiamano le antiche decorazioni Samurai che si contrappongono agli ancestrali fregi di gusto Maori.
Il design della tuta è opera di un maestro australiano in materia di tatuaggi, Luca Ionescu.
L'innovativo sistema di laserazione a sandwich fa sì che l'intreccio dei "tatuaggi" sia leggero, pur spiccando in modo deciso dal fondo nero della tuta.

L'evoluzione della pelle
La stessa pelle delle tute e dei capi tecnici Dainese ha subito un costante lavoro di ricerca e di sviluppo che ne ha migliorato in modo tangibile le doti di resistenza allo strappo e all'abrasione e, al contempo, ha permesso di ottenere indumenti confortevoli grazie agli studi sull'aerazione e sul principio delle linee inestensibili.
Quelle, cioè, che seguono la naturale fisionomia del corpo umano e che Dainese ha elaborato insieme al MIT (il prestigioso Massachussets Institute of Technology di Boston) nella realizzazione della prima tuta spaziale destinata agli esploratori che andranno su Marte.

La sicurezza al primo posto
L'attenzione di Dainese verso questo nuovo linguaggio simbolico non prescinde dalla filosofia dell'azienda veneta, legata da un filo diretto alla protezione del motociclista.
E così, all'uso combinato della pelle di canguro per le zone di lavorazione a laser e di quella bovina a doppio strato nelle zone più sollecitate, si accompagna l'approfondito studio ergonomico e l'impiego delle protezioni di ultima generazione su spalle, gomiti e schiena.

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A.P.

 

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