La Ceramica Althea scagionata da tutte le accuse di irregolarità

La Ceramica Althea scagionata da tutte le accuse di irregolarità
Carlo Baldi
Scagionata da tutte le accuse di irregolarità e archiviata la pratica relativa alla presunta irregolarità commerciale della Ceramica Althea e la conseguente presunta truffa | C. Baldi
10 aprile 2012

Con un comunicato stampa il team Althea comunica che l’azienda Ceramica Althea di Civita Castellana (Viterbo) è stata scagionata da tutte le accuse di irregolarità e che la pratica relativa alla presunta irregolarità commerciale della Ceramica Althea e la conseguente presunta truffa ai danni dell’INPS e dell’erario, è stata definitivamente archiviata.


La vicenda


Ricordiamo che nell’ottobre del 2011, proprio la settimana successiva alla vittoria del mondiale Superbike da parte del team Althea Racing e del suo pilota Carlos Checa, ad Althea Ceramica vennero rivolte pesanti accuse riguardanti l’importazione di sanitari prodotti in Cina ai quali sarebbe stato apposto, in modo fraudolento, il marchio CE. Il tutto mentre l’azienda di Civita Castellana teneva da circa tre anni un’ottantina di operai in cassa integrazione. Da qui l’apertura di un fascicolo di indagini per truffa aggravata e continuata ai danni dell’INPS e per frode in commercio. Il tutto era scaturito dalla denuncia di un altro imprenditore del settore della ceramica.


Tutto archiviato


Denuncie ed accuse che oggi possono ufficialmente essere definite false ed infondate.
Genesio Bevilacqua ha da tempo attuato le debite contromosse, affinché chi ha ingiustamente accusato non solo la sua azienda, ma anche la sua squadra corse (che nulla aveva a che fare con la vicenda) ne risponda nelle sedi previste dal sistema giudiziario italiano. E’ la fine di una vicenda che ha cercato di gettare discredito su Bevilacqua e le sue attività, ma che alla fine ha visto prevalere la giustizia.

Ecco il comunicato diramato dal team Althea Racing

Con il decreto di archiviazione n°1085/12 G.I.P. del Tribunale di Viterbo ufficio del giudice delle indagini preliminari, è stata definitivamente archiviata l’indagine che aveva come oggetto la presunta irregolarità commerciale della Ceramica Althea e la conseguente presunta truffa ai danni dell’INPS e dell’erario.
Questa sentenza, arrivata appena dopo pochi mesi dal clamore dell’ottobre scorso, è la conclusione anche formale di una vicenda di fatto già spenta nel giro di pochi giorni, l’infondatezza e la presunzione di reato infatti erano talmente evidenti che gli inquirenti ne avevano già preso atto nella loro prima valutazione.
La Ceramica Althea ha sempre creduto nell’operato della magistratura la quale ha fatto chiarezza con questa sentenza restituendo l’integrità all’immagine del nostro Marchio, da sempre uno dei leader sui mercati nazionali ed internazionali del settore ceramico.
Resta l’amarezza e l’incapacità di capire tanto accanimento - anche mediatico - e come sia stata possibile la creazione di accuse così palesemente infondate.
A tale riguardo la Ceramica Althea adotterà tutte le opportune misure - in qualsiasi sede - per colpire chi, deliberatamente, ha tentato di screditare il proprio Marchio nel momento della sua massima popolarità internazionale anche a livello sportivo.


Bevilacqua Genesio, Amm.re Delegato:
«Non so se essere felice o triste per questa sentenza. Da una

Genesio Bevilacqua
Genesio Bevilacqua

parte sicuramente ridà serenità a tutte le compagini a marchio Althea, ma sono altrettanto triste pensando che qualunque entità o soggetto che nutra sentimenti avversi per motivi anche personali, possa procurare simili danni coinvolgendo aziende, famiglie e posti di lavoro ad esse collegate. Il clamore mediatico suscitato da questa vicenda, inoltre, non è mai stato supportato da nessun documento o prova che potesse permettere ad alcuni giornali e giornalisti di affermare e scrivere articoli così denigratori come purtroppo, invece, abbiamo dovuto rilevare. Spero che, alla luce di questa vicenda tutti si rendano conto dei danni reali che accuse infami come queste creano all’integrità, all’immagine e all’economia di un’azienda, mettendo a rischio soprattutto tante famiglie e il loro posto di lavoro, così raro di questi tempi. Le calunnie che ci sono state mosse non potevano che essere da noi respinte in maniera definitiva e con successo. Del notevole danno che ci è stato procurato senza fondamento, qualcuno, a questo punto, dovrà rispondere nelle sedi e nelle forme previste dal nostro sistema giudiziario».