Giacomo Agostini: "La mia ultima vittoria con la MV Agusta"

Maurizio Tanca
  • di Maurizio Tanca
Il pilota motociclistico più titolato del mondo elogia ovviamente la vittoria di Cluzel e della MV F3 in Australia. Ma ci racconta anche la sua magica, ultima vittoria in sella alla 500 italiana, nel 76, sul terribile Nürburgring
  • Maurizio Tanca
  • di Maurizio Tanca
25 febbraio 2014

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Approfittando del gradito ritorno alla vittoria di una MV Agusta in una gara di campionato mondiale, avvenuta ben 38 anni dopo l’ultimo successo della leggendaria MV 500 a 4 cilindri conquistato dal nostro mitico Giacomo Agostini, siamo andati a trovare – manco a dirlo con una MV, nella fattispecie la Brutale 800 - il 15 volte Campione del Mondo (vengono i brividi solo a citarlo) nella sua casa di Bergamo. Lo scopo della nostra visita era quello di farci raccontare dal grande Ago cosa ne pensa di questo storico evento celebratosi in Australia, sulla magnifica pista di Phillip Island, nella gara del Mondiale Supersport, ad opera del giovane francese Jules Cluzel e della tricilindrica F3 da 675 cc.


Ma tenevamo anche a conoscere la sua opinione sul coraggioso ingresso della Casa di Schiranna (anche se ci verrebbe ancora automatico scrivere “Casa di Cascina Costa”) anche nel mondiale Superbike. Anche in questo caso con i colori del team russo Yakhnich, iridato 2013 in Supersport, che quest’anno ha dunque incorporato la “4 cilindri” F41000RR ed il nostro Claudio Corti.


Vale senz’altro la pena di ricordare che tra il 1952 ed il 1974 la MV Agusta ha riempito un palmarès di ben 75 titoli iridati (38 ai piloti e 35 come costruttore), ed è la Casa europea maggiormente vittoriosa nella storia del motociclismo, e imbattuta nell’ex classe regina, la 500.Ma soprattutto, volevamo che Agostini ci raccontasse la storia di quella magnifica vittoria in Germania, datata domenica 29 agosto 1976: l’ultima in sella alla moto italiana, che poi si ritirò dalle corse.


Per onor di cronaca, ricordiamo che Agostini e la sua MV 500 in Germania si lasciarono alle spalle una muta di quattro Suzuki RG500 – nell’ordine: Lucchinelli (distanziato di oltre 52”!), Pat Hennen (primo statunitense in gara nel mondiale 500), l’inglese John Newbold e il belga Ankoné – seguite dalla Yamaha dell’olandese Boet Van Dulmen, da Alan North (Sud Africa, Suzuki), Christian Bourgeois (Francia, Yamaha) e dall’inglese Chas Mortimer (Suzuki). Mancava all'appello Virginio Ferrari, autore della pole e del record della pista, poi ritiratosi a causa di un grippaggio della sua Suzuki RG lungo una velocissima discesa.


Per chi non abbia voglia o tempo di guardare la nostra intervista video al grande Ago, riportiamo comunque di seguito le sue parole.
«Domenica abbiamo avuto una bella notizia: la MV è tornata al successo. A Phillip Island ha vinto nella Supersport con la famosa “3 cilindri”. Una ”3 cilindri” rinnovata, naturalmente, non certo come quella con cui correvo io».


«È stata una gara un po’ particolare, pochi giri, ma comunque l’importante è che l’MV sia tornata alla vittoria dopo tanti anni. L’ultima vittoria è stata con me in sella, al Nürburgring, nella classe 500, nel 1976, quindi è passato qualche anno…Ma l’importante adesso è continuare, la MV si sta impegnando molto sia nella Supersport, con la “3 cilindri”, che nella Superbike con la “4 cilindri”: abbiamo ancora tante gare davanti, e naturalmente tutti noi ci auguriamo che riesca ad avvicinarsi ai primi, – soprattutto nella Superbike. Naturalmente c’è tanto lavoro da fare, hanno appena iniziato…Ed è bello, perché effettivamente il marchio MV ricorda le gare: io ho vinto tanto con la “3 cilindri”, abbiamo dato grandi soddisfazioni a tutto il mondo, soprattutto all’Italia. Mi auguro dunque che questa vittoria sia un buon inizio, e che la MV Agusta torni ancora al successo».


«La mia vittoria deelm’76 al Nürburgring è stata l’ultima con la MV. Anche quella fu una situazione un po’ travagliata, perché io disponevo di una Suzuki e della MV: in prova le usai entrambe, e sembrava che la Suzuki fosse leggermente più veloce, ma la MV era più guidabile. E la domenica mattina, al risveglio, pioveva: a quel punto, visto che il regolamento lo permetteva, sono riuscito a cambiare moto e a partire con la MV. È stata una grandissima gara, perché la MV in effetti era molto più guidabile, e poi il suo motore a 4 tempi era molto più dolce, soprattutto sul bagnato, dove il “2 tempi” era piuttosto scorbutico. Quindi dietro di me c’era uno stuolo di Suzuki che incalzavano. Dunque ho scelto bene, è stata una bellissima gara, ho vinto e quindi mi è rimasto un gran bel ricordo. Anche perché io iniziai a correre con la MV Agusta 500 proprio al Nürburgring, nel 1965, e vinsi. E nel ’76 mi sono ripetuto».


«Dopo di allora, i motori a 4 tempi sono stati definitivamente superati dai “2 tempi”, e la Suzuki stessa (ma anche la Yamaha, ndr) affidò le proprie moto ufficiali ai vari team esterni. Dunque la MV decise che era giunto il momento di ritirarsi perché il suo motore non poteva essere ulteriormente sviluppato. E da li abbiamo praticamente lasciato il passo ai “2 tempi” forse per vent’anni».