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Le polemiche erano state molto vivaci: lo scorso 21 maggio il decreto Milleproroghe aveva operato il taglio dei fondi pari a 350 milioni di euro, qualcosa come il 70% delle spese già programmate per la manutenzione delle strade provinciali. Era circolata l’ipotesi che il risparmio totale prospettato dal decreto - di 1,7 miliardi di euro - venisse dirottato verso il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, e molti enti locali avevano lanciato l’allarme sul rischio di perdere risorse importanti per la sicurezza e la viabilità delle strade.
Dopo la riunione di martedì scorso 3 giugno con i rappresentanti del dicastero dell’Economia, UPI (province italiane) e Anci (associazione dei Comuni), il ministro dei Trasporti è tornato indietro nelle sue decisioni, ma ha anche fissato dei paletti: il ripristino dei fondi è condizionato, soprattutto per le amministrazioni incapaci di mettere a terra le risorse.
"Ristoreremo i fondi per il 2025 e il 2026 - ha assicurato Salvini - ma dovranno essere spesi. La nuova norma di contabilità prevede che i soldi che Giorgetti mi dà (sic) li giro agli enti locali, ma se non vengono spesi tornano indietro. Occorre rispettare scadenze tassative, dimostrare l'effettiva capacità di spesa ed evitare che le risorse vadano perdute".
Il ripristino avverrà in fase di conversione del decreto infrastrutture. Gli enti provinciali sono tenuti a spendere quei i 350 milioni di euro in opere di manutenzione delle strade: la sistemazione dell'asfalto, la riparazione della segnaletica e la messa in sicurezza di ponti, viadotti o gallerie.
“Dal 2018 al 2024 le province hanno impegnato il 93% delle risorse assegnate e ne hanno speso l’84%”, ha sostenuto il presidente dell’UPI Pasquale Gandolfi. E il coordinatore dell’Anci Matteo Lepore ha precisato: “Siamo disponibili a una soluzione che garantisca le risorse agli Enti che rispettino una tempistica certa della spesa”. La nuova norma, leggiamo su Strade e Autostrade.it, dovrà blindare il meccanismo: indicando direttamente nella legge l’assegnazione delle quote e i termini per certificare l’impegno e poi la spesa, senza passare dalla tappa intermedia del Decreto Ministeriale di programmazione.