Nico Cereghini: “Caro Marc, felici che tu torni”

Nico Cereghini: “Caro Marc, felici che tu torni”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Lettera aperta al campione della Honda, che rientra dopo 270 giorni di paura. Siamo felici, sicuri che Marquez sia forte come prima e che lo sport e lo spettacolo abbiano bisogno di lui. Ma gli chiediamo un favore. Anzi, tre
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
12 aprile 2021

Ciao a tutti? No, per una volta abbandono il mio saluto collettivo e mi rivolgo a uno soltanto di voi. 


Caro Marc Marquez, 

finalmente torni in pista e siamo tutti, dico tutti, strafelici che questa sciagura del braccio, il braccio destro che non voleva guarire, sia finita. Abbiamo avuto paura noi che siamo soltanto spettatori, possiamo immaginare quanto terrore devi aver provato tu in questi duecentosettanta giorni terribili, una specie di tragedia greca, l’eroe sull’orlo del baratro, il vincitore di mille guerre che sfidava gli Dei, invidiato dagli Dei, punito con ferocia.

Ritorni sulla tua Honda e già sappiamo che sarai forte come prima. Magari ti ci vorranno un paio di gare per riprendere le misure, ma forse non serviranno nemmeno quelle: nella tua carriera hai già dimostrato di saper superare momenti difficilissimi. Lo hai fatto ragazzino quando un polso non recuperava la mobilità, lo hai fatto anni dopo quando la vista era sdoppiata dopo una caduta e i medici non avevano risposte certe. Sei tosto, tostissimo, indomabile.

La gomma che conosci meno degli altri perché sei stato fuori un anno, la pista di Portimao dove i tuoi rivali hanno corso e tu no? Sono bazzeccole, per uno come te che ci mette due giri a raccogliere tutti i dati e spingere al limite. Sei super, caro Marc Marquez, lo sai bene tu, lo sappiamo noi, lo sanno anche tutti i piloti della MotoGP. 

Siamo davvero felici, caro Marc. Possiamo soltanto chiederti un favore? Anzi facciamo due o tre favori, sperando di non esagerare. Sei specialissimo, ma ci piacerebbe che tu imparassi a vedere le cadute come un evento avverso, da evitare i tutti i modi: smettila di cadere per metodo, per testare il limite, chiudila qui prima che diventi una scuola. Questo il primo desiderio.

E poi i sorpassi. Per favore torna alla bella tradizione del motociclismo storico, che vuole il sorpasso del competitor come una manovra ragionata e precisissima, raffinata nella sua esecuzione. E non un semplice spostamento dell’avversario. 

E infine, ma soltanto se ti avanza tempo, caro Marc, perché avrai molto da fare nei prossimi giorni, vai da Valentino. Gli dici semplicemente sì, sono stato antisportivo nel finale del 2015, ho fatto due gare per farti perdere il titolo. Ma tu ammettilo, mi hai provocato, mi hai offeso davanti a tutti accusandomi senza prove di averti boicottato in Australia, dopo che all’arrivo avevi festeggiato con me e con tutti gli altri. Ci mettiamo dopo sei anni una pietra sopra?