MotoGP. GP del Portogallo a Portimao. Marc Marquez: "Potrei anche non finire la gara"

MotoGP. GP del Portogallo a Portimao. Marc Marquez: "Potrei anche non finire la gara"
Giovanni Zamagni
Lo spagnolo sorpreso del sesto posto: “Per come guido, non so come faccio a essere in quella posizione: la squadra mi ha aiutato con la messa a punto della moto. Nelle curve a destra faccio molta fatica: l’obiettivo è arrivare al traguardo, ma c’è anche una piccola possibilità di non farcela fisicamente"
17 aprile 2021

Venerdì sera, dopo le libere, lo aveva detto: “Domani (oggi, n.d.r.) sarà peggio”. Così è stato. Oggi è stata più dura per Marc Marquez, che continua comunque nel suo ritorno strepitoso. Primo in Q1, settimo in Q2, poi trasformatosi in un sesto posto per il giro cancellato di Pecco Bagnaia. Da applausi.

Cosa accadrà domani, nessuno lo sa, nemmeno lui: visto la fatica che ha fatto oggi, sono molti i dubbi sulla sua tenuta fisica per tutto il GP.

"Nelle FP3 - comincia la sua analisi - sono stato piuttosto prudente, condizionato dalle tante cadute: non è un caso che non sia riuscito a migliorarmi rispetto a ieri, ho preferito rimanere tranquillo”.

Come ti senti?

“Fisicamente è dura, mentre la mia confidenza con la moto è migliorata molto rispetto a ieri, quando avevo utilizzato solo l’assetto base di Stefan Bradl. Oggi la squadra ha lavorato per adattarla di più al mio stile: niente di estremo, solo qualcosa che mi potesse aiutare a sentirmi più a mio agio sulla moto. Non a caso, nelle FP4 il passo in avanti è stato grande, soprattutto come sensazioni di guida. Il punto di domanda è la gara: so che non sarà un divertimento, dovrò soffrire”.

E’ sicuro al 100% che riuscirai a finire la gara?

“Non sono al meglio fisicamente, ma io credo di poter finire la gara, anche se c’è una possibilità, spero molto piccola, che io debba tornare ai box. Non dico niente, molto dipenderà anche dal ritmo: più il ritmo sarà alto, più bisognerà forzare. Domani farò pochi giri nel warm up, anche se sarebbe importante fare degli altri passi in avanti per la messa a punto, ma è importante conservare forze per la gara. Poi vedrò com’è la situazione: se dovessi essere al limite fisicamente, tornerò ai box, tanto per me non cambia niente per la classifica”.

La moto è cambiata molto rispetto all’anno scorso?

“La più grande differenza è la mia posizione sulla moto: nelle curve a sinistra sono a mio agio, mentre in quelle a destra sono in difficoltà con la mia posizione del corpo. Non posso spingere come vorrei sulle gomma anteriore, specie nelle curve più lunghe. Ma sappiamo cosa dobbiamo fare sulla moto. E’ puramente una questione di forza, di potenza fisica: il mio corpo lavora in modo differente. E questo circuito, con più curve a destra, non mi aiuta. Ma sapevo che sarebbe stato così”.

Hai parlato con i medici?

“Sì, ci consultiamo continuamente, il confronto è quotidiano. Ieri mi avevano avvertito che oggi sarebbe stato peggio e domani avrò ancora meno energie. Del resto, non sforzo certi muscoli da un sacco di tempo, muscoli che si usano solo in moto. Ma sono contento di essere qui, le cose stanno andando bene. L’importante è che la frattura sia stabile, tutto il resto si recupera con il tempo”.

Come consideri il tuo sesto posto?

“Non è la mia reale posizione, non capisco come faccio a essere lì per come sto guidando. La squadra mi ha aiutato molto ad adattare la moto al mio stile, questo è stato importante”.

Per fare il tempo in Q1, ti sei attaccato a Mir; lui dice che l’hai disturbato, che in Moto3 saresti stato penalizzato.

“Non gli ho dato fastidio. Nel primo giro della Q1 sono stato 2-3 secondi più lento del normale, ma per fare il tempo avevo bisogno di attaccarmi a qualcuno per capire alcune cose: è capitato Mir, che è il campione del mondo. L’ho seguito come io sono stato seguito tantissime volte in qualifica: questo è il motociclismo”.

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