MotoGP 2025. “Non volevo che la fame finisse lì”: Marc Marquez e la rinascita che può ispirare molti

MotoGP 2025. “Non volevo che la fame finisse lì”: Marc Marquez e la rinascita che può ispirare molti
Il pilota torna a raccontare il percorso che lo ha portato a conquistare il suo nono titolo mondiale, tra aneddoti sugli infortuni e la sua determinazione che ha costruito una storia di resilienza in grado di ispirare molte persone
19 dicembre 2025

La vittoria del nono titolo mondiale per Marc Marquez rappresenta il coronamento di un percorso difficile segnato da cadute, operazioni e che, fino al suo arrivo in Gresini, era una grande incognita. Eppure, dopo tre stagioni di grande fatica, allo spagnolo è tornato il sorriso: sin dai primi test con il team Gresini si era già preannunciato un futuro in risalita per il 93, una tendenza poi confermata dalla firma con la Ducati ufficiale e dalla consacrazione del suo ritorno ottenuta a Motegi.

Per celebrare questa rinascita, Marc è stato il protagonista della première di "Volver", la nuova produzione originale di DAZN che ripercorre il suo calvario. Durante l’evento, il campione si è messo a nudo, ammettendo che il processo di recupero "è stato più duro di quanto dovesse essere e più duro di quanto augurerei a chiunque". Nonostante il dolore, oggi Marquez guarda a quel periodo con serenità: "Il fatto di insistere e persistere mi ha fatto vivere un anno, questo 2025, il più bello della mia carriera sportiva. Perché, a parte questo ritorno, ho potuto condividerlo con mio fratello, che è colui che, direttamente o indirettamente, mi ha aiutato di più".

Per tornare in vetta, il pilota di Cervera ha dovuto affrontare un dolore che andava ben oltre i box della MotoGP e che rappresentava anche un fattore psicologico importante: "La decisione di lasciare la Honda mi ha aiutato molto perché non ero in pace con me stesso. Non volevo che la fame finisse lì. Da un lato volevo gettare la spugna perché stava essendo molto duro: si passa dal piano fisico a quello psicologico, che è molto più difficile del fisico. Vedete il braccio... ma dentro questo periodo ci sono stati due episodi di visione doppia, costole rotte, dita rotte... è stata una dietro l'altra".

La sua risalita non è stata dettata dal caso, ma da una strategia lucida, necessaria per sfuggire alla paura di un ritiro che sembrava imminente. "Avevo bisogno della moto che in quel momento stava vincendo per sapere se sono competitivo o no. E l'unica moto disponibile era quella di Gresini. Il piano era segnato mentalmente: perché passare quell'anno in Gresini? Perché sapevo che l'anno dopo si sarebbero liberati i team ufficiali. Se fossi rimasto un altro anno facendo il decimo o dodicesimo posto, mi avrebbe consumato mentalmente e il ritiro sarebbe stato molto vicino. Quindi il piano era tracciato e sono andato a colpo sicuro".

Ma prima di raggiungere i suoi obiettivi, Marquez ha dovuto accettare una realtà umana fatta di estrema fragilità, attraversando parecchie difficoltà. "Ricordo perfettamente una, due, tre operazioni all'omero... e mi dicevano: 'Dai, ora è saldato, dopo nove mesi o un anno puoi iniziare il recupero'. E io dicevo: 'Ok, ma la spalla non si muove'. Mi dicevano che era congelata: la spalla si era dimenticata di come si muoveva, e ho iniziato usando le dita contro una parete. Mi sono ricordato di mia nonna, che era caduta quando ero bambino e faceva gli stessi esercizi. Ed eccomi lì, con la parete e con le dita".

In quei momenti di buio, Marc ha compreso che "arriva un momento in cui la tua professione passa in secondo piano: sei un paziente di un dottore e ti fidi di lui". Questa sua vulnerabilità è diventata però la base per un messaggio di speranza rivolto a chiunque che, ispirato da imprese sportive come la sua, affronti una battaglia quotidiana.

"Semplicemente seguendo il tuo istinto, godendoti la tua passione, puoi aiutare molta gente che ha problemi reali del quotidiano. Perché noi abbiamo problemi nel nostro sport, ma possiamo evitarli se vogliamo perché abbiamo la nostra vita quotidiana. Ma c'è gente che ha problemi nella propria vita quotidiana che deve affrontare per forza, ed è lì che se li possiamo aiutare, è molto meglio".

La storia di Marc Marquez diventa così qualcosa che va oltre i titoli e i risultati. È un perfetto esempio di come, a volte, la determinazione da sola non basti e di come il percorso verso un obiettivo sia spesso tortuoso fatto di errori, cadute e ripartenze. Ed è proprio in quegli errori che si costruisce la versione migliore di sé stessi. Il 2025 di Marquez non racconta solo di un campione ritrovato ma rappresenta anche uno degli esempi più autentici di resilienza nello sport moderno.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese