MotoGP 2015, Barcellona. Lo sapevate che...?

MotoGP 2015, Barcellona. Lo sapevate che...?
Giovanni Zamagni
Perché tanti piloti soffrono di sindrome compartimentale? Come è cambiato il modo di frenare di Marquez? Quali significati dei tanti caschi speciali?
15 giugno 2015

CONFRONTO 2015/2014

Ecco il confronto dopo sette gare tra i punti realizzati da alcuni piloti nel 2015 e nella passata stagione. Rossi 138/117 +21 punti; Lorenzo 137/78 +59; Iannone 94/41 +53; Dovizioso 83/71 +12; Marquez 69/175 -106; Pedrosa 39/112 -73; Crutchlow 47/15 +32.

 

DOVIZIOSO, PAURA DA RALLY

Il giovedì successivo il GP d’Italia, Andrea Dovizioso è stato in Sardegna per fare un giro come navigatore sulla Volkswagen Polo WRC a fianco del Campione del Mondo Sebastien Ogier. Un’esperienza che ha lasciato il segno nel pilota della Ducati. «Me la sono letteralmente fatta addosso! E’ stato tosto, bello, ma anche pauroso: un mix di sensazioni veramente indescrivibile. Probabilmente se lui venisse in moto con noi, avrebbe lo stesso timore, ma quello che fanno è incredibile, in strade così strette… Per certi versi è uno shock: noi corriamo in un circuito, per loro le curve sono quasi sempre cieche e sono estremi nel fidarsi nelle note: noi abbiamo il controllo totale della situazione, mentre loro hanno una relazione strettissima con il navigatore».

 

SINDROME COMPARTIMENTALE: PERCHE’?

Sindrome compartimentale: ormai sta diventando il problema fisico più importante per un pilota di moto, tanto che dall’inizio del campionato si sono già fatti operare alle braccia Dani Pedrosa, Pol Espargaro, Alex Rins ed Hector Barbera. Perché? Ecco l’opinione di qualche pilota.


Pedrosa: «Non ho una spiegazione e non è solo una questione di potenza e peso della MotoGP, perché ne soffrono anche piloti di altre categorie. Forse le gomme di oggi permettono inclinazioni maggiori e si sforzano di più le braccia per tenersi al manubrio in piega».


Rossi: «Difficile rispondere. Sicuramente, rispetto a qualche anno fa, c’è maggiore pressione sulle braccia in frenata, sia per le caratteristiche dell’anteriore Bridgestone sia perché i freni sono più grandi. Anche il cambio seamless aumenta le sollecitazioni: io, fortunatamente, non soffro di questo problema».
 

Marquez: «Il livello è molto alto: io nel 2014 non ho mai sofferto di problemi alle braccia, ma quest’anno, in qualche frenata, sento un po’ di fastidio: credo dipenda un po’ dalla moto e dallo stile di guida».

 

ESPARGARO: «DA SCUOLA SENTIVO IL RUMORE DEI MOTORI»

Sono tanti i piloti Catalani, ma i fratelli Espargaro sono di Granollers, la cittadina a pochi chilometri dal circuito. Come ha raccontato, divertito, Pol, il pilota della Yamaha. «Vivevo a cinque minuti dal circuito e da scuola sentivo il rumore delle moto e delle macchine che giravano in pista: appena potevo venivo a vederle».
 


VINALES: «OLTRE OGNI ASPETTATIVA»

Alla vigilia del GP della Catalunya, Maverick Vinales ha commentato le sue prestazioni e quelle della Suzuki nel primo terzo di stagione. «Eravamo partiti per fare qualche punto, invece ci siamo trovati costantemente nei primi dieci. Il lavoro mio e di Aleix (Espargaro, NDA) non è facile, perché devi contemporaneamente essere veloce, spingere al massimo e sviluppare la moto. E la MotoGP è una categoria difficilissima, il livello è molto più alto di quanto mi aspettassi». Dopo quanto fatto a Barcellona, il bilancio è ancora più positivo.

 

BOSCOSCURO AMMALIATO DAL TT

Luca Boscoscuro, ex pilota e oggi l’unico costruttore in Moto2 oltre alla Kalex, è prima di tutto un grandissimo appassionato di moto e nel fine settimana prima del GP della Catalunya è stato a vedere, per la prima volta, il TT dal vivo. Un’esperienza indimenticabile: «Sono stati quattro giorni fighissimi, entusiasmanti. Io sono contrario a quella gara, ma quando sei lì è impossibile non farsi coinvolgere: all’inizio, ti tieni prudentemente a distanza dalla pista, poi ti avvicini sempre di più, quasi entri sull’asfalto per vedere passare i piloti. Davvero coinvolgente: credo che ogni appassionato di moto dovrebbe andare lì almeno una volta nella vita».
 


QUANTI AMICI DI ROSSI…

Nel paddock di Montmelò erano presenti, per motivi differenti, Casey Stoner, Max Biaggi e Sete Gibernau. Tutti “amiconi” di Valentino Rossi: si sarebbe potuto organizzare una cena in hospitality…

 

MARQUEZ: DA QUATTRO DITA A UNO SOLO PER FRENARE

Le immagini televisive, sempre più strette e sempre più di qualità, fanno vedere ogni dettaglio e svelano i segreti di guida: è noto che Marc Marquez usa un solo dito per azionare la leva destra. Ma non è stato sempre così, come svela lo stesso fenomeno spagnolo: «Tre anni fa utilizzavo quattro dita, poi sono passato a tre e adesso ne uso uno solo».

 

QATAR FINO AL 2026

La Dorna e il Qatar hanno rinnovato il contratto: almeno per i prossimi 10 anni, fino al 2026, si correrà a Losail, sempre in notturna. Inoltre, il GP del Qatar sarà, come da tradizione, la gara di apertura stagionale.
 


CASCHI E GRAFICHE SPECIALI

Jorge Lorenzo, per il terzo anno di fila, ha fatto disegnare il 99 sulla carena dall’amica Anna Vives della Fondazione Itinerarium per ragazzi con difficoltà fisiche e mentali. I fratelli Espargaro hanno affidato il loro casco al piccolo Aleix Sanchez, otto anni, che sta combattendo contro la leucemia, mentre Marc Marquez l’ha scelto tra tantissime proposte arrivate dagli appassionati. «Ho optato per un casco realizzato con lo stile di Gaudì, perché è di Barcellona e perché la grafica è un po’ come la Honda adesso: i pezzi ci sono, ma bisogna metterli insieme». I piloti spagnoli si sono scatenati con caschi e grafiche speciali per il GP di Casa. Niente di nuovo, ma rispetto a quanto fanno i piloti italiani al Mugello e a Misano, gli idoli di casa hanno scelto un bel modo per la realizzazione. 

 

STONER VOLEVA PEDROSA ALLA 8 ORE

Casey Stoner aveva chiesto alla Honda di correre la 8 Ore di Suzuka assieme a Dani Pedrosa, con il quale ha mantenuto un ottimo rapporto. L’HRC, però, aveva negato il permesso, pensando che Dani sarebbe stato in lotta per il mondiale. Sarebbe stata la coppia ideale, anche per confrontare i tempi di Casey con quelli di un pilota ancora in attività e capire il suo reale potenziale.

 

IO L’AVEVO DETTO

Andrea Dovizioso: «E’ l’occasione giusta per rifarsi dopo la delusione del Mugello».