Moto Gp, finale al vetriolo in Australia

Il Mondiale 2007 non è finito, ma il 2008 già scotta. Rossi vuole un pacchetto vincente, altrimenti se ne va. Stoner vince, ma non festeggia. Melandri e Capirossi ai ferri corti
15 ottobre 2007

La stagione 2007 non è ancora archiviata, mancano i gran premi di Malesia e di Valencia. Ma con il titolo piloti e quello costruttori messi in bacheca da Stoner e Ducati, gli occhi sono puntati sulla prossima stagione. I test invernali si preannunciano bollenti, Valentino Rossi ha sfoderato la cattiveria agonistica dei tempi migliori, quella degli scontri con Gibernau e Biaggi. Il sorriso sarcastico mostrato nelle interviste del dopo gara valeva più di mille parole. Dedicato a chi credeva che il cannibale si fosse saziato dopo 7 mondiali vinti. Non è così e la contrapposizione Rossi/Ducati lo dimostra. Il Gran Premio di Phillip Island offre due spunti di riflessione, il primo di carattere tecnico, il secondo tocca i piloti sul piano umano. QUESTIONE TECNICA Il monogomma pare definitivamente accantonato. Troppi i pareri contrari, in primis quelli dei gommisti (Bridgestone, Dunlop e Michelin): senza concorrenza verrebbe a mancare lo sviluppo tecnico. Valentino Rossi - non è un mistero – ha quindi chiesto di passare alle gomme Bridgestone, a costo di avere il team Yamaha diviso tra 2 gommisti: Jorge Lorenzo con Michelin e il Dottore con le giapponesi. Una scelta bizzarra e di difficile attuazione, in quanto provocherebbe un travaso di know how tra i due fornitori.