Dopo le polemiche di Le Mans in Catalunya tutti si vogliono bene

Dopo le polemiche di Le Mans in Catalunya tutti si vogliono bene
Giovanni Zamagni
Le feroci polemiche di Le Mans hanno, se non altro, avuto il merito di far capire ai piloti che così non si poteva più andare avanti e a Barcellona c’è stata una prima inversione di tendenza | G. Zamagni, Montmelò
3 giugno 2011

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MONTMELO’ – Dal tutti contro tutti, dal far west motociclistico, al vogliamoci bene. Le feroci polemiche di Le Mans hanno, se non altro, avuto il merito di far capire ai piloti che così non si poteva più andare avanti e a Barcellona c’è stata una prima inversione di tendenza.
“Sicuramente non siamo amici – attacca Marco Simoncelli -, ma è giusto fare un passo indietro e dirsi meno cose uno contro l’altro. Mi ha fatto molto piacere quello che ha detto Lorenzo giovedì in conferenza stampa (aveva invitato i tifosi a non fischiare Simoncelli, nda): dobbiamo parlare meno e pensare di più a guidare”.

Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda anche Valentino Rossi.
“Anche noi piloti dobbiamo stare più tranquilli – sono le parole di Rossi -: tante polemiche fra di noi fa diventare la gente più aggressiva, un po’ come succede nel calcio. Anche noi, quindi, dobbiamo dare il buon esempio: l’hanno capito anche gli altri piloti. Se Simoncelli salirà sul podio, probabilmente lo fischieranno, ma niente di più”.

D’accordo anche Jorge Lorenzo, che oggi ha ribadito un concetto importante.
“Simoncelli non è un assassino, ha solo fatto un errore in pista. Ha capito e ha chiesto scusa, adesso non bisogna esagerare e se salirà sul podio invito tutti i tifosi ad applaudirlo”.

Quanto durerà questa tregua? Speriamo a lungo. E la voglia comune di non andare in Giappone per il GP in calendario il 2 ottobre potrebbe servire da collante: la Dorna dice che è tutto a posto, ma i piloti della MotoGP sono intenzionati a far valere le loro ragioni, che poi sono quelle di tutto il paddock. Non è da escludere che si arrivi a una presa di posizione comune.