Bernhard Gobmeier: "2014 ad armi pari con i giapponesi!"

Giovanni Zamagni
Il neoacquisto della casa di Borgo Panigale racconta il suo passato, fa il punto sul presente in Ducati e si sbilancia sulle prospettive future | G. Zamagni
18 gennaio 2013

 

In un'interessante intervista realizzata per Griglia di Partenza, il nostro Giovanni Zamagni presenta il nuovo Direttore Generale di Ducati Corse. Che in una chiacchierata a ruota libera parla del proprio passato, valuta con grande realismo l'attuale situazione del reparto corse bolognese ma soprattutto parla dei piani per le prossime due stagioni.

 

Qual è la tua storia?
«Ho studiato ingegneria meccanica a Monaco di Baviera poi, finita l’università, ho subito cominciato a lavorare da ingegnere come motorista alla BMW facendo diversi tipi di test sia sulle auto di produzione che quelle da corsa. Poi per quattro anni ho lavorato per Posche prima di ritornare nuovamente alla BMW dove ho ricoperto  incarichi differenti nello sviluppo delle auto. Nel 2009 sono passato a BMW Motorrad. Le due ruote sono sempre state il mio sogno e la mia passione, tanto che quando posso mi piace guidare una moto. Ho fatto parte del gruppo di ingegneri che hanno sviluppato la ciclistica della S1000RR e nel 2010 ho iniziato a occuparmi del progetto SBK dove sono stato fino alla fine del 2012, quando sono stato chiamato dalla Ducati. Adesso sono veramente orgoglioso di far parte di questa famiglia».

 

Cosa pensa un tedesco della Ducati? Per noi italiani è un mito...
«Per me le Ducati sono sempre state tra le moto più belle eccitanti ed emozionanti. Era così anche quando ho lavorato nelle competizioni. Ducati è sempre stato un marchio altamente tecnologico, con un fascino incredibile e tanti tifosi legati al marchio. Bisogna essere orgogliosi di lavorare per una fabbrica così. Le corse fanno parte del DNA di Ducati e c’è un grande legame tra pista e moto da strada».

 

Quella con Ducati corse sarà una grande sfida professionale.
«Probabilmente è la mia sfida più difficile, ma a me le sfide piacciono. L’aspetto positivo è che non sono solo. In azienda ci sono tante persone valide, tanti ingegneri di valore e un grande supporto dall’intera Ducati e naturalmente dai tifosi».

 

La differenza tecnica è importante, ma è possibile ridurre il gap. I giapponesi hanno ingegneri validi ma li abbiamo anche noi, e tutti siamo molto motivati

Pensi veramente che sia possibile battere Honda e Yamaha?
«Naturalmente! Dobbiamo riuscire a battere Honda e Yamaha. Questo è il nostro obiettivo anche se onestamente sarà molto, molto difficile. Loro hanno una grande esperienza, piloti bravi, un pacchetto vincente e noi dobbiamo rincorrere. Non si può nascondere che ci sia una differenza tecnica importante, ma credo anche che sia possibile ridurre il gap. I giapponesi hanno ingegneri validi ma li abbiamo anche noi, e tutti siamo molto motivati».

 

Di quanto tempo hai bisogno per battere i giapponesi?
«Quest’anno il primo obiettivo è ridurre il gap mentre per il 2014 l’obiettivo è quello di combattere ad armi pari con loro».