Melandri: “La SBK è il vero motociclismo. In MotoGP è tutto già scritto dal venerdì”

Melandri: “La SBK è il vero motociclismo. In MotoGP è tutto già scritto dal venerdì”
Abbiamo incontrato Marco presso la sede milanese di BMW Motorrad. Qui il ravennate ha risposto alle domande di Nico Cereghini e ha parlato anche del suo passato in Ducati
25 giugno 2013

A Milano, nella sede di via Ammiano di BMW Motorrad, Marco Melandri e Andrea Buzzoni (direttore generale di BMW Moto Italia e responsabile del team che corre in Superbike) hanno incontrato la stampa e gli appassionati per fare il punto della situazione prima del fine settimana di gara che si svolgerà sul fantastico tracciato di Imola.
Pilota e manager hanno risposto alle domande del nostro Nico Cereghini. Vi riportiamo i passaggi più significativi, in cui si parla dello sviluppo della moto, degli anni (difficili) trascorsi da Marco in Ducati e dello stato di salute dei due principali campionati del mondo di motociclismo (SBK e MotoGP).
In particolare su questo argomento Marco pare avere le idee molto chiare e la sua analisi merita sicuramente la nostra attenzione.
Melandri è infatti uno dei pochi piloti (insieme ovviamente a Max Biaggi) a essere salito con una certa costanza sui podi di entrambe le categorie. Nel 2005 - caso più unico che raro - finì addirittura secondo nella classifica finale della MotoGP con una moto privata (la Honda del team Gresini).


Marco quali sono i punti di forza della tua BMW S1000RR?
«Ha un ottimo equilibrio tra motore e ciclistica, e anche a livello di elettronica siamo messi molto bene. Ci adattiamo facilmente a piste anche molto diverse tra loro. A Portimao soffrivamo un po’ a livello di grip. Poi siamo migliorati. Ora vediamo a Imola, serve molta stabilità e agilità.
Devi guidare pulito, lasciare fare alla moto senza forzarla; tra l'altro guidata così, la S1000RR va molto bene».

Andrea Buzzoni: «E’ stato difficile all’inizio mettere insieme persone diverse all’interno del team. Ma i risultati sono arrivati e si è creata una grande intesa»
Andrea Buzzoni: «E’ stato difficile all’inizio mettere insieme persone diverse all’interno del team. Ma i risultati sono arrivati e si è creata una grande intesa»


Con BMW è stato amore a prima vista? Sei andato subito forte.

«Mi ricorderò sempre il primo test a Portimao. Mi era stato fatto un po’ di terrorismo. Con me c’era anche parte della squadra Yamaha che mi aveva seguito in SBK.
Dopo poco tempo abbiamo cominciato a capire come muoverci e alla quarta gara ho vinto, per la prima volta con BMW. È stata un’emozione incredibile, soprattutto quando sono arrivato a Monaco e ho compreso che cosa ero riuscito a fare».

Se sulla moto non c’è feeling, devi intervenire subito. Anche quando guidi una moto da strada. Non vale solo in pista.
«Esatto, devi sentire la moto e fidarti, altrimenti non ottieni nulla, non puoi forzare e il risultato non arriva. La testa si adegua e coglie queste sensazioni.
Ora siamo a un buon livello, ma vogliamo migliorare ancora. Anche le altre case stanno lavorando duramente. Imola sarà il momento giusto per confrontarci con gli altri e vedere che piega prende il campionato».

Nel 2005 feci secondo con una moto privata, ma HRC mi negò la moto ufficiale perché non ero spagnolo. Mi sono reso conto di essere solo il contorno al piatto principale

Nico Cereghini
Nico Cereghini


Nel 2005 hai fatto secondo in MotoGP, facendo belle gare. Non la rimpiangi?

«Nel 2005 feci secondo con una moto privata, ma HRC mi negò la moto ufficiale perché non ero spagnolo.
Mi sono reso conto di essere solo il contorno al piatto principale e ho deciso di cambiare.
Non mi piace fare da contorno, io voglio vincere in ogni cosa che faccio. BMW mi ha dato una grande opportunità, portarla alla vittoria è stata una soddisfazione impagabile».