Rossi: "L''obiettivo è il podio"

Rossi: "L''obiettivo è il podio"
Giovanni Zamagni
Su una pista dove ha già vinto 8 volte, Valentino punta a tornare competitivo. Intanto "punzecchia" Biaggi: "Lo seguo su Twitter: prima dice che torna, poi cambia idea. Boh". Attesa per la nuova Ducati | G. Zamagni, Jerez
2 maggio 2013

Punti chiave


 JEREZ – E’ una di quelle piste che piace (quasi) a tutti, perché ci sono punti veloci, lenti, tecnici a sufficienza per fare la differenza, dove provare a passare e da oggi anche una curva – l’ultima – dedicata a Jorge Lorenzo.
«Questo è il primo “vero” circuito sul quale ho girato nel 1996 e adesso mi è stata dedicata una curva, tra l’altro uno dei punti più particolari del tracciato. Ho ricevuto un regalo speciale, è una bella soddisfazione» sorride Lorenzo, che qui ha già vinto quattro volte, due in 250 e due in MotoGP, nel 2010 e nel 2011, mentre l’anno scorso finì secondo alle spalle di Casey Stoner. Alla vigilia, è lui il favorito, specie dopo l’impressionante passo messo in mostra nei test di marzo.
«Jerez, generalmente, è una pista favorevole alla Yamaha, ma non si può mai sapere» dice non per scaramanzia, ma perché giustamente convinto che anche qui la Honda sarà tutt’altro che poco competitiva, soprattutto - perlomeno teoricamente - con Dani Pedrosa, che a Jerez è salito sul podio sette volte su sette GP disputati, compreso il successo del 2008.


PEDROSA, ULTIMA SPIAGGIA?

Al contrario, Marc Marquez a Jerez ha sempre faticato un po’.
«Tra 125 e Moto2 ho vinto in tutti i circuiti, tranne a Jerez… Qui sono in tanti ad andare forte e io dovrò soprattutto imparare da Lorenzo, Pedrosa, Rossi e Crutchlow: per me è una motivazione in più correre davanti agli appassionati spagnoli», afferma Marquez, che, effettivamente, aveva faticato anche nei test invernali. Insomma, qui ci si aspetta che Pedrosa gli arrivi finalmente davanti, anche se Dani, come suo solito, non parla di gara decisiva.
«Non è più importante di altre: alla fine dà sempre 25 punti…» risponde come al solito a fatica, ma è chiaro che se anche qui dovesse prendere paga dal compagno di squadra, per lui diventerebbe difficile, soprattutto a livello psicologico.


ROSSI: “IL PODIO E’ L’OBIETTIVO”

Anche Valentino Rossi cerca il riscatto, dopo l’opaco sesto posto di Austin. Per certi versi, la sua situazione è simile a quella di Pedrosa, anche se Valentino crede che sia Dani più sotto pressione.
«Credo che lui sia in una situazione più difficile della mia, perché era nelle previsioni che Lorenzo mi arrivasse davanti nei primi due GP, mentre è sicuramente più sorprendente che Marquez abbia battuto due volte su due Pedrosa. Comunque ad Austin Dani è andato fortissimo: ha fatto un solo errore, altrimenti se la sarebbe giocata fino all’ultima curva» è la condivisibile analisi del campione della Yamaha. A marzo, Valentino era andato forte, battuto nel singolo giro solo da Cal Crutchlow – un altro che su questo tracciato è sempre stato competitivo – e in passato è salito per ben 8 volte sul gradino più alto del podio, sei delle quali in MotoGP. Insomma, le aspettative sono alte.
«Bisogna lavorare bene fin dal primo turno: qui la M1 è sempre stata competitiva e correre a Jerez ha sempre un sapore particolare, perché è divertentissimo guidare e c’è un sacco di pubblico. Ho 30 punti, sono a 11 dai primi: adesso arrivano una serie di piste favorevoli, ma dobbiamo ancora risolvere qualche problema» spiega Rossi, consapevole di dover migliorare soprattutto in prova.
«Noi in prova lavoriamo sempre con il serbatoio pieno: dobbiamo rivedere qualcosa nel metodo per partire almeno in seconda fila».

 

VALENTINO PUNGE MAX

Poi viene chiesto a Valentino cosa pensa dell’eventuale ritorno di Max Biaggi: Rossi risponde alla sua maniera, con ironia e “pungendo” lo storico rivale.
«Lo seguo su twitter, ma non si capisce bene cosa voglia fare: prima scrive che torna, tre ore dopo cambia idea. A me piacerebbe se tornasse, ma torna?» chiede Valentino con il sorriso di quando ti prende in giro. E’ chiaro che non è un suo problema e al di là di quello che deciderà Max, difficilmente lo vedremo in sella a una Suzuki MotoGP: i responsabili della Casa giapponese assicurano che nessuno di loro ha parlato con il pilota romano.

 

PIRRO CON LA NUOVA DUCATI

In Casa Ducati, si comincia a guardare al futuro: il collaudatore Michele Pirro porterà in pista il telaio “evoluzione” già visto nei test invernali in Malesia.
«Sì – conferma Andrea Dovizioso – Pirro userà il nuovo telaio e un motore leggermente differente. In Ducati si sta lavorando duro e cominciano ad arrivare i primi pezzi che, per il momento, noi non possiamo utilizzare: sarà interessante verificare il potenziale della moto. Poi, lunedì, avrò anch’io la possibilità di comparare il materiale, anche se sappiamo già che non è niente di rivoluzionario: in Malesia avevamo visto che migliorava l’inserimento in curva, ma non risolveva i problemi che abbiamo a far girare la Desmosedici. Fino adesso non abbiamo fatto male, ma il distacco dai primi è grande e non si recupera facilmente: siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà che dobbiamo affrontare. E non si risolvono facilmente».