MotoGP. Le Pagelle di metà campionato

MotoGP. Le Pagelle di metà campionato
Giovanni Zamagni
Aspettando il GP di Indianapolis, approfittiamo del giro di boa di metà campionato MotoGP per stilare le pagelle di piloti e moto | G. Zamagni
31 luglio 2014

Pagelle e giudizi di metà campionato. Cominciamo dalle nuove regole: hanno portato tutti questi benefici? Non direi, perché le Open che vanno forte non sono affatto Open – la M1 di Aleix Espargaro è una Yamaha ufficiale del 2013, le Ducati sono moto ufficiali del 2014 – e soltanto Espargaro, Andrea Dovizioso e Andrea Iannone sono stati bravi a sfruttare l’indubbio vantaggio, soprattutto in qualifica, della extra morbida posteriore. Diciamo, quindi, che le nuove regole non hanno cambiato granché la situazione, ma è già qualcosa che non abbiano fatto danni. Essendo questo aspetto tutt’altro che scontato, meritano un bel 8 pieno.

Finalmente di alto livello lo spettacolo: gli incontentabili – o sarebbe forse meglio dire i prevenuti – scrivono su Moto.it di farsi delle gran dormite durante la MotoGP, ma la realtà è che, finora, le gare sono state mediamente divertenti. D’accordo, il nome del vincitore è ormai scontato, ma in Qatar, Italia, Catalunya e Olanda lo spettacolo è stato esaltante e anche negli altri GP non sono comunque mancati i momenti avvincenti. Un altro 8 in pagella.

La partenza dalla corsia box al Sachsenring
La partenza dalla corsia box al Sachsenring

Più delicato il giudizio sulla direzione gara, quasi sempre criticatissima ed, effettivamente, spesso protagonista di decisioni quanto meno discutibili. A cominciare dall’ultima, quella di far partire 14 piloti dalla corsa dei box: una situazione anomala che, fortunatamente, non ha avuto gravi conseguenze, ma è chiaro che in futuro bisognerà fare dei cambiamenti. Ed è questo che lascia perplessi: le cose non vengono mai “previste”, ma “subite”, non si pensa mai prima a cosa potrebbe succedere “in caso di…”, ma ci si arriva solamente quando accade. Per questo, un 5 è già regalato
Se non altro, rispetto al passato, in qualche occasione si sono visti degli interventi tempestivi (punizione dei piloti, specie di Moto3 e Moto2): come dire, in direzione gara non si dorme e non si mangia solamente. Il nuovo software uguale per tutte le Open sta dando buoni risultato, anche se c’è chi, come l’Aprilia, ha patito in modo particolare il passaggio dalla propria elettronica a quella della Magneti Marelli, che comunque si merita un 7
Che dire della Bridgestone? Una considerazione prima di dare il giudizio: appena si è saputo ufficialmente dell’abbandono a fine 2015, i piloti hanno iniziato a preoccuparsi. Quindi: 8.

PROMOSSI A PIENI VOTI 

Ed eccoci ai piloti. Inutile dire che Marc Marquez merita 10 e lode: impossibile fare meglio. I puristi potrebbero obiettare che Marc è caduto tre volte e, di conseguenza, non merita il massimo dei voti, ma fare più di quanto ha fatto Marquez nelle prime nove gare è impossibile. Non soltanto per le sette pole e per i nove successi, ma per la superiorità messa in mostra dal nuovo fenomeno del motociclismo. “Facile” con quella moto lì? Non credo che Dani Pedrosa, Stefan Bradl e Alvaro Bautista siano della stessa opinione… Insomma, per me Marquez sta facendo qualcosa di straordinario da ricordare a lungo, anche perché si scontra con avversari fortissimi: io credo che questo periodo storico sia ancora di più alto livello di quello dei grandissimi americani. Siete d’accordo?

Che dire di Valentino Rossi? Dato per finito, vecchio, bollito e via di questo passo, è stata l’autentica rivelazione della prima parte del campionato: pochi se lo aspettavano così competitivo

E che dire di Valentino Rossi? Dato per “finito”, “troppo vecchio”, “bollito” e via di questo passo, il campione di Tavullia è stata l’autentica rivelazione della prima parte del campionato: non erano in tanti ad aspettarselo così competitivo. Nonostante i 35 anni, i nove titoli mondiali, le 106 vittorie, Valentino pensa giorno e notte a come fare per battere Marquez, arrivando addirittura ad azzardare ad Assen gomme completamente differenti rispetto ai suoi rivali: 8,5. Immenso.

Promosso, a pieni voti, anche Andrea Dovizioso, capace di sfruttare al meglio le occasioni che gli capitano. Su Moto.it leggo critiche poco comprensibili: il Dovi ha conquistato due podi, non ha mai commesso un errore in gara, è quarto in campionato con 99 punti, 37 in più del secondo miglior pilota Ducati in classifica. Cosa avrebbe dovuto fare di più con quella moto lì? Mah… In attese di qualche risposta, 8.

Nello stesso gruppo metto anche Andrea Iannone, decisamente più competitivo rispetto alla passata stagione. Andrea piace per il suo modo di correre, per il suo coraggio e per il suo talento: deve solo migliorare in prova, non può sempre e comunque attaccarsi al “gancio” di qualcuno. Comunque 7,5.

PROMOSSI CON RISERVA

Sta facendo bene Aleix Espargaro, ma ha anche sprecato qualche occasione, come in Qatar, o anche in Olanda, dove avrebbe potuto sfruttare meglio la situazione anomala. In qualche gara ha faticato moltissimo, ma negli ultimi GP è tornato costantemente veloce: 7.

Anche su Dani Pedrosa è giusto avere qualche dubbio, nonostante il suo rendimento sia comunque ottimo nei risultati, ma il confronto con il compagno di squadra è improponibile. D’accordo, lo sarebbe per chiunque, ma Dani dà sempre la sensazione di limitarsi a fare il “compitino”, Montmelò a parte: per questo non merita più di 6.

DA RIVEDERE

Un 6 anche per Pol Espargaro, che però non ha ancora convinto completamente: soltanto in Francia è stato davvero velocissimo. In tutti gli altri GP non ha fatto male ma non ha mai esaltato: ha la scusante di essere al debutto, ma è un campione del mondo e il suo talento gli dovrebbe garantire altre prestazioni.

IN DIFFICOLTA’

La sorpresa negativa della prima parte della stagione è senza dubbio Jorge Lorenzo, capace nel 2013 di imprese memorabili, ma in grandissima difficoltà nel 2014. Perché? Prima Jorge ha dato la colpa alla condizione fisica, poi alle gomme 2014, poi al motore e alla regola dei 20 litri, a conferma di una certa confusione generale. Al Sachsenring ha dato buoni segnali di ripresa, ma il giudizio sulle prime nove gare rimane negativo: 4,5.

Ben al di sotto delle aspettative (soprattutto di chi gli ha fatto quell’assurdo contratto) anche Cal Crutchlow, arrivato in Ducati come il salvatore della patria e trasformatosi in palla al piede per i vertici di Borgo Panigale, che naturalmente sbagliavano prima e sbagliano anche adesso: 3 ai “vertici”, 4 al pilota.

Da 4, purtroppo, anche le prestazioni di Alvaro Bautista, Stefan Bradl, Bradley Smith, Colin Edwards.
Tutti gli altri sono più difficili da giudicare: ci si aspettava di più da Nicky Hayden, però penalizzato dal brutto infortunio alla mano destra, e da Scott Redding, che però ha fatto un solo errore in gara, entrambi avviliti dall’unica Honda del motomondiale poco competitiva.