Livio Suppo: Qual è la coppia più forte? Pedrosa-Márquez o Lorenzo-Rossi?

Giovanni Zamagni
Livio Suppo, Team Principal HRC fresco di nomina, ci parla delle sue nuove mansioni, del futuro di Stoner e soprattutto del campionato 2013 tra nuovi talenti e vecchie glorie | G. Zamagni
25 gennaio 2013

Punti chiave

 
Nel 2013 avrai un nuovo ruolo in HRC, raccontaci.

«Sì, ho un nuovo ruolo: Team Principal. Da un lato mi fa veramente piacere, sono molto orgoglioso, è la prima volta che la Honda si affida a uno che non è giapponese per gestire il team. Dall'altro lato ovviamente mi rende nervoso, perché spero di essere in grado di soddisfare le loro esigenze. E' un tipo di lavoro che ho già fatto in Ducati, ovviamente è diverso farlo per loro, comunque ce la metteremo tutta. E' un Team che conosco ormai bene, questo è il quarto anno che sono in Honda, una parte del Team è rimasta praticamente quella di Casey, sono ragazzi che conosco da tanti anni, gli altri li conosco ormai bene, quindi speriamo di farcela o "Speriamo che me la cavo", come diceva il libro».


Speriamo che te la cavi, ma materialmente spiegaci cosa deve fare un Team Principal?

«Nakamoto scherzando mi ha detto: "tutti i problemi li devi gestire tu". A lui piace sempre far battute, ma se prima lavoravo a stretto contatto con Nakamoto che era il vice presidente e il Team Principal, ora lui rimane ovviamente vice presidente e io avrò qualche responsabilità in più sull'operatività del Team. Come sempre però, anche in Ducati, nella parte tecnica io non ci metto becco perchè non ne capisco nulla e cercherò di fare del mio meglio affinchè il Team funzioni al meglio».


Due galletti in un pollaio, Dani Pedrosa e Marc Márquez, naturalmente con prospettive diverse, almeno per il primo anno. Sarà difficile gestirli?

«Due galli nel pollaio però è anche vero che uno è un gallo esperto e l'altro è un galletto con un grandissimo talento ma comunque senza nessuna aspettativa. Questo anno noi non ci aspettiamo da Márquez nient'altro che impari e che prenda le misure della MotoGP, sia lui che Sandi che è il suo direttore tecnico che non ha mai lavorato su una MotoGP. Avrà il supporto di Cristian Gabarrini e questo lo aiuterà ad imparare più in fretta. Anche se è un pilota da cui noi non ci aspettiamo nulla, pensiamo che abbia il potenziale per fare molto bene, ma non ci sono aspettative. Per Dani invece, quello che ovviamente dobbiamo augurarci, è che lui continui come ha finito lo scorso anno. Da metà stagione in poi Dani è stato il più forte in pista, ha vinto sette gare, più di Jorge. Gli è sfuggito il campionato forse perchè all'inizio ha fatto più fatica di Casey ad adattarsi alla moto nuova con più peso, però poi quando a Laguna ha trovato il suo ritmo è stato veramente fortissimo. L'obiettivo è quindi di poter ripartire da lì e cercare di fare tutta la stagione a quei livelli e a quel punto il titolo speriamo che riesca ad arrivare».


Nakamoto mi sembra sia stato abbastanza chiaro, ha detto: "Credo (che Pedrosa, ndr) abbia una grande occasione di conquistare il titolo".

«Se uno pensa alla seconda parte della stagione 2012, Dani è stato veramente fortissimo. Ha battuto non solo Jorge ma anche Casey in diverse occasioni e sappiamo tutti quanto Stoner fosse veloce. Ora lui non corre più, Jorge è sempre un pilota forte e io credo che ci siano tutte le carte in regola per potercela giocare».


Hai nominato Casey, faccio una piccola parentesi allora. E' vero che andrà a correre con le V8 supercar in Australia?

«So che lui ci sta pensando, sicuramente è una cosa che gli piacerebbe fare ma non penso che farà una cosa che lo impegni più di tanto. Farà qualche cosa per divertirsi, è un anno in cui lui vuole prendere le giuste misure di questa nuova vita da "pensionato di lusso" che solo personaggi come lui, in questo tipo di ambiente, hanno la possibilità di poter fare tutto quello che gli piace e penso che si divertirà parecchio».


Torniamo alle moto, la coppia Pedrosa-Márquez è più forte della coppia Lorenzo-Rossi? Naturalemnte tu sei di parte, ma vogliamo sapere la tua opinione.

«Sono due coppie molto forti, in cui una ha la certezza del passato e l'altra ha la speranza del futuro. La certezza del passato è chiaramente quella di Valentino con la Yamaha, però come lui stesso ha dichiarato non sa se sarà in grado di essere ai livelli in cui era tre anni fa e con Márquez lo stesso. Nel senso che il potenziale sulla carta c'è e solitamente i piloti fortissimi vanno forte sin dall'inizio, da Max che nel '98 vinse all'esordio a Suzuka, a Jorge che ha fatto la pole alla prima gara e ha vinto la terza, Dani che fece secondo alla prima e Casey fece terzo alla terza gara, o Valentino che vinse delle gare il primo anno. Quelli forti vanno già fortissimo dal primo anno, finché non inizieranno le gare non lo sapremo. Quindi direi che è un punto interrogativo che forse durante i test invernali inizierà a sciogliersi un pò ma fino a metà stagione si farà veramente fatica a capirlo».


La Ducati tornerà secondo te a essere competitiva?

«Io credo che l'obiettivo della Ducati dovrebbe essere quello di cercare di ottenere i risultati che solitamente otteneva il Dovi. Se guardiamo i risultati di Dovizioso con la Honda ufficiale o con la Yamaha satellite lo scorso anno sono stati molto simili. Dovi è un pilota molto forte, molto costante, è bravo anche a dare le indicazioni per lo sviluppo della moto e penso che se loro riuscissero a replicare risultati simili a quelli di Andrea degli ultimi due-tre anni  sarebbe una grandissima conferma. La moto comunque non è così male e lavorando con meno pressione addosso di quella che non hanno avuto negli ultimi due anni possono tornare a dimostrare di essere in grado di stare in questo campionato che li ha visti protagonisti per tanti anni».