MotoGP. La cultura del sospetto

MotoGP. La cultura del sospetto
Giovanni Zamagni
Come era già successo a Rossi e a Stoner, tanto per rimanere nel recente passato, anche Marquez viene “accusato” di vincere solo per la superiorità della sua Honda, grazie a un “torsiometro”, in realtà montato sulla HRC già dal 2010 | G. Zamagni
27 maggio 2014

Punti chiave

 
La cultura del sospetto: adesso tocca a Marc Marquez finire sotto il giudizio dei censori, capaci solo di criticare invece di esaltarsi di fronte alle imprese di un “bambino” prodigio, uno che Valentino Rossi non ha esitato a definire come un fenomeno assoluto, un fuoriclasse straordinario. Del resto, proprio Valentino conosce perfettamente questa situazione, perché in passato è toccato a lui subire lo stesso trattamento, sentirsi dire che vinceva per questo o quel privilegio e non, semplicemente, perché era il più bravo di tutti. Quando era in Honda, si diceva - qualcuno lo faceva - che Rossi trionfava solo grazie alla moto; poi quando ha ridicolizzato gli avversari con la Yamaha, il merito era delle gomme Michelin costruite appositamente per lui di notte; poi quando ha vinto anche con il monogomma Brigestone e non c’era più niente a cui appigliarsi, i censori, i detrattori qualche scusa l’hanno comunque tirata fuori. Niente di tutto questo, naturalmente: Rossi dominava perché era fortissimo, come peraltro sta dimostrando ancora adesso a 35 anni.


CASEY STONER: BENZINA NASCOSTA

Nel 2007, è toccato a Casey Stoner subire qualsiasi tipo di illazione: è stato detto, è stato scritto domina solo grazie alle gomme Bridgestone, al motore della Ducati – che indubbiamente rappresentavano un vantaggio in quella stagione -, alla benzina nascosta nel forcellone, nella tuta, forse anche bevuta prima del via dal pilota australiano. Tutto questo, nonostante chi gli stava a fianco, prima Loris Capirossi, poi Marco Melandri, poi via via tutti gli altri, con la stessa identica moto non andasse oltre piazzamenti mediocri. Per anni, Stoner non è stato considerato come avrebbe dovuto, come un campione straordinario, uno in grado di fare una differenza mostruosa: il tempo, nel suo caso è stato “galantuomo”, la storia gli ha dato ragione, tutti hanno capito quanto era forte Casey

Marc Marquez e Valentino Rossi
Marc Marquez e Valentino Rossi


ROSSI: “DI MARQUEZ NE NASCE UNO OGNI TANTO”

Adesso è il turno di Marc Marquez, che già nel 2011 e 2012, ai tempi della Moto2, veniva accusato di utilizzare una moto irregolare, anche se, in quella categoria, i motori sono tutti uguali e vengono sorteggiati per regolamento. Niente, Marquez, secondo i soliti “soloni”, era in grado di rimontare dall’ultima alla prima posizione solo perché c’era qualcosa di irregolare, non perché, come è evidente – o perlomeno dovrebbe esserlo – il bambino prodigio è di un’altra categoria.

“Naturale”, quindi, che per giustificare 5 pole e 5 successi consecutivi si tiri in ballo qualcosa di irregolare, un privilegio che avrebbe solo lui, anche se Valentino Rossi afferma convinto che Marquez, in questo momento, vincerebbe anche con la Yamaha e che, soprattutto: «Lui è uno di quei piloti che ce ne sono ogni tanto… Sta mettendo in pista una grande velocità, intensità, è sempre concentrato», lo esalta Valentino, senza appigliarsi a presunti vantaggi tecnici della Honda, certamente più competitiva della Yamaha.


TORSIOMETRO: MA QUALE SCOOP!

Ma niente, bisogna sempre trovare qualcosa che non va. Ecco quindi che Mario Lega, campione del mondo 250 nel 1977 con la Morbidelli, tira fuori il “torsiometro” della Honda, spacciandolo come un grande scoop. Ma quale scoop?! La HRC ha utilizzato per la prima volta il “torsiometro”, così come è stato definito e facilmente identificabile attraverso un sensore posto sul pignone, a Brno nel 2009, nei tradizionali test del lunedì dopo il GP della Rep.Ceca, con Andrea Dovizioso, e dal 2010 è montato sulle Honda ufficiali ed è naturalmente presente anche sulla RC213V di Dani Pedrosa, di Alvaro Bautista e di Stefan Bradl. Secondo la HRC, questo “torsiometro” non serve per migliorare le prestazioni, ma per preservare il motore e il cambio in caso di imprevisti. Ma anche ammesso – e non concesso – che dia dei vantaggi, perché riesce a sfruttarli solo Marc Marquez?

Personalmente, mi spiace che proprio un ex pilota, uno che è in grado – o dovrebbe essere in grado – di capire meglio di chiunque altro la bravura di un “collega” tiri fuori una storia del genere, con il risultato che molti appassionati adesso mettono in dubbio le qualità di un pilota fenomenale, con frasi sui blog del tipo: «Marquez vince perché la Honda ha inventato un marchingegno che non lo fa più cadere (!)»; «Marquez ha rinnovato con la Honda perché sa perfettamente che le altre moto non hanno il “torsiometro” e con una Yamaha non andrebbe oltre il quinto posto» e via di questo passo.

Chissà perché, è molto più semplice sospettare un qualche inghippo che alzarsi ed applaudire un campione straordinario. Che tristezza.