SBK 2023. In Superbike nel 2023 arriva il pilota con gli occhiali! Bradley Ray con Yamaha Motoxracing

SBK 2023. In Superbike nel 2023 arriva il pilota con gli occhiali! Bradley Ray con Yamaha Motoxracing
Carlo Baldi
L'inglese Bradley Ray è stato ingaggiato da Yamaha Motoxracing. Il vincitore del BSB 2022 entra a far parte della squadra italiana con la quale disputerà le gare europee. Il suo obiettivo è di proseguire la storia vincente dei piloti inglesi in SBK
1 dicembre 2022

Bradley Ray sarà uno dei volti nuovi nella Superbike 2023. Il venticinquenne di Lydd era da tempo indicato come uno dei migliori frutti del motociclismo inglese che dopo aver reso il mondiale SBK una specie di feudo inglese con i vari Rea, Davies, Sykes, Camier e Lowes, da anni non lanciava giovani in grado di poterli sostituire.

Dal prossimo anno invece Ray rappresenterà la speranza inglese nella classe regina delle derivate, in quanto disputerà tutte le gare Europee previste dal calendario. La Yamaha da sempre offre una possibilità ai giovani che si mettono in luce nei campionati nazionali di accedere al WorldSBK, inserendoli nelle squadre che utilizzano la YZF-R1. Per quanto riguarda il riccioluto pilota inglese il team prescelto è lo Yamaha Motoxracing WorldSBK Team.

La squadra capitanata da Sandro Carusi aveva debuttato in Superbike lo scorso anno con Roberto Tamburini, riuscendo a ben figurare nonostante anche il pilota di Rimini fosse alla sua prima esperienza nel mondiale. Tamburini ha chiuso al diciassettesimo posto della generale 2022, con gli stessi punti di Eugene Laverty, pur avendo a sua volta disputato solo le gare corse nel vecchio continente. Aver assegnato l’astro nascente del motociclismo d’oltremanica alla squadra italiana è un segno di riconoscimento per l’ottimo lavoro svolto e siamo certi che Carusi e la sua equipe riusciranno a svolgere un ottimo lavoro.

La carriera di Ray

Bradley Ray arriva in SBK dopo dominato il BSB con 9 vittorie, 23 podi e 3 pole position. Ad onor del vero non si è trattato di una edizione particolarmente riuscita del campionato nazionale britannico, che a parte lo stesso Ray e lo sfortunato ed infortunato Tarran Mackenzie non ha mostrato particolari talenti, ma il modo con il quale il pilota di Lydd ha vinto il titolo conferma la sua maturazione, passata attraverso momenti positivi, ma anche difficili e negativi.

Bradley ha iniziato nella 125 britannica, ma ben presto la sua famiglia ha voluto che andasse a correre nei più competitivi campionati spagnoli del CEV.

Nel 2012 venne scelto per la Rookies Cup e nei suoi tre anni nel campionato dei giovanissimi, oltre a fare esperienza e ad imparare i circuiti europei, ottenne una vittoria e quattro podi. Nel 2015 lascia la Moto3 per la Stock600 ed in seguito per la Moto2 del CEV, debuttando nel mondiale nel round di Silverstone. Il giovanissimo Ray deve decidere quale strada intraprendere e opta per la Supersport nazionale, ed il suo terzo posto finale gli apre le porte del British Superbike nel 2017. Corre con una Suzuki e dimostra di essere subito molto veloce. Nel 2018 conquista due vittorie e cinque podi e anche la sua partecipazione come wild card al mondiale SBK di Donington (dove ottiene tre punti) lo candidano a stella emergente del motociclismo britannico. Invece nei due anni seguenti la sua stella si appanna e nel 2020 Ray cambia squadra e va a correre nel Team Synetiq BMW. La squadra funziona, la moto bavarese no.

La svolta arriva quest’anno, quando il team decide di passare alla Yamaha. Con la R1 Bradley torna a brillare tanto da essere scelto dalla Yamaha per il mondiale Superbike 2023. Al suo fianco c’è da alcuni mesi il pluricampione BSB, nonché validissimo ex pilota del mondiale Superbike, Shane “Shakey” Byrne.

A dispetto dei suoi riccioli e dell’aspetto molto giovanile, Bradley è un ragazzo determinato, con le idee molto chiare. Negli anni si è posto degli obiettivi che ha sempre raggiunto, con caparbietà ed impegno. Ottenuto quello di correre nel mondiale SBK, ora farà di tutto per raccogliere il testimone dei suoi connazionali che hanno fatto la storia della classe regina delle derivate.

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