SBK 2021. Puccetti: "Sofuoglu e Ragzatlioglu. Due grandi campioni con caratteri diversi"

SBK 2021. Puccetti: "Sofuoglu e Ragzatlioglu. Due grandi campioni con caratteri diversi"
Carlo Baldi
Il fondatore del Kawasaki Puccetti Racing fa un consuntivo della stagione 2021, rivela i progetti futuri del suo team e ci parla dei due campioni turchi che hanno corso per lui
17 settembre 2021

L’hospitality del Kawasaki Puccetti Racing fa bella mostra di sé nel paddock del Circuit de Catalunya a Barcellona, ed è lì che incontriamo il fondatore e team Principal Manuel Puccetti. La nuova ed imponente struttura rappresenta il fiore all’occhiello della compagine di Reggio Emilia, ed è l’ennesima e tangibile prova di come un team nato nel 1996 tra tante difficoltà, con pochi soldi e tanti sogni, sia ora non solo protagonista nei mondiali delle derivate dalla serie, ma venga preso ad esempio sia per i risultati conseguiti, che per la serietà e l’oculatezza della gestione. Con il round catalano inizia la decisiva fase finale dei mondiali Superbike e Supersport e si può quindi tracciare un parziale consuntivo di questa stagione 2021. 

 

Parlaci della tua squadra in Supersport     
"Abbiamo conquistato molti podi con Philipp Oettl, attualmente terzo in campionato. Il tedesco è molto costante ed è sempre tra i protagonisti, ma per ora gli è mancato solo l’acuto, vale a dire il gradino più alto del podio. Speriamo arrivi al più presto, magari proprio qui a Barcellona, una pista dove la Kawasaki è sempre andata forte. Can Oncu ha confermato la validità della nostra “missione” che è quella di valorizzare giovani talenti. E’ stato a ridosso dei primi sin dall’inizio del campionato e a Magny Cours ha conquistato un podio che potrebbe rappresentare una  svolta per la sua stagione. Ora ci aspettiamo che continui con questi risultati". 

 

Dopo Razgatlioglu avete lanciato un altro giovane turco.

"Toprak ha fatto un percorso diverso rispetto a Can. Dopo la Rookies Cup è passato alla Stock 600, poi alla Stock 1000 ed infine alla Superbike, mentre Oncu è arrivato alla Supersport dopo la Rookies ed il mondiale Moto3. Lo scorso anno ha debuttato in 600 e questo si può considerare la sua prima vera stagione ad alto livello. Ha compiuto da poco 18 anni ed ha dimostrato di avere un ottimo potenziale. Il nostro obiettivo era proprio quello di metterlo in risalto. Con lui abbiamo un contratto di 5 anni, nel contesto di un programma concordato con Sofuoglu. L’obiettivo per i prossimi anni è la lotta per il titolo Supersport". 

 

A proposito di Supersport, come sarà il prossimo anno? Tu ne sai qualcosa?

"Sembra che il nuovo regolamento sia pronto e lo aspettiamo da un momento all’altro. Speriamo arrivi in fretta. Sembra comunque che verranno ammesse le tre cilindri Triumph e MV e il bicilindrico Ducati".

 

Tu sei la squadra ufficiale Kawasaki in Supersport. Qual è la posizione della casa giapponese?

"Stanno innanzitutto aspettando di poter leggere il regolamento ufficiale. La mia impressione è che inizialmente sia la casa di Akashi che la Yamaha proseguiranno con le moto attuali, in attesa di vedere come evolve il regolamento. L’unica nuova moto che potrebbe correre in SS sarebbe la 636, un’evoluzione dell’attuare ZX-6R. va considerato però che è una Euro4 e non 5 e quindi non si può commercializzare in Europa". 

 

Ma tu personalmente cosa pensi di questa nuova categoria?

"Io sono favorevole al cambiamento. Le moto attuali in pratica non esistono più. Inoltre il regolamento è ancora quello del 1999 e va certamente rivisto. Ritengo che la prossima stagione possa rappresentare l’anno zero della Supersport. Dobbiamo considerare che le moto con le quali si corre ora sono Euro3 e quindi non hanno più mercato. Per mantenere prestazioni interessanti e per omologarle Euro 5 le case dovranno aumentare la cilindrata e quindi è giusto che le regole cambino anche in pista".

 

La Supersport è da sempre la vostra categoria.

"E’ la classe nella quale si è scritta la nostra storia. Abbiamo vinto quattro titoli Europei Stock 600 con Morbidelli, con Faccani, con Toprak e con Bassani, lanciando anche piloti come Rinaldi, Nocco e Zaccone. Abbiamo vinto il mondiale due volte con Sofuoglu e siamo arrivati due volte secondi con lo stesso Kenan e con Mahias. Ci temiamo molto ad essere presenti in questa categoria. Di conseguenza la volontà è quella di restare in modo competitivo e non certo per fare numero".

 

E se la Kawasaki non fosse più interessata alla classe intermedia?

"In quel caso penso di correre in Superbike con due moto. Ma per il momento la casa giapponese è ancora interessata alla Supersport e quindi i nostri progetti proseguono".

 

Parliamo della vostra attuale stagione in Superbike.

"Sino ad Assen il campionato di Mahias era stato al di sopra delle aspettative. La caduta in Olanda è stata brutta ed al di la dell’infortunio gli ha tolto un poco di fiducia. Al rientro Lucas ha avuto qualche problema a Most ed è caduto ancora a Magny Cours. A questo punto è chiaro che deve trovare il suo limite, perché le cadute oltre a togliergli fiducia nei propri mezzi implicano per noi un grosso dispendio economico e non ce lo possiamo permettere. E’ un ragazzo intelligente ed ha capito la situazione, per cui mi aspetto che la sua stagione prosegua in modo positivo".   

 

Credi nel suo potenziale?

"Sì, tanto che stiamo valutando la possibilità di rinnovargli il contratto per un secondo anno. Non dimentichiamoci che dopo due ottime stagioni in Supersport ora è al debutto in Superbike, e quindi non avrebbe molto senso non dargli un’altra possibilità. Abbiamo sempre parlato di un progetto di due anni e non intendiamo cambiare. Ultimamente siamo stati contattati da altri piloti, alcuni dei quali molto competitivi, ma riteniamo giusto proseguire con Mahias e fare un consuntivo alla fine del 2022".

 

Il Kawasaki Puccetti Racing ha bruciato le tappe ed è uno dei top team di questo mondiale. Ma e guardi al futuro qual è ora il tuo obiettivo?

"Se penso a come abbiamo iniziato e dove siamo arrivati non mi sembra vero. Non siamo partito da zero, ma da sotto terra. Io non sono certo ricco di famiglia e tutto quello che abbiamo fatto lo dobbiamo al nostro lavoro, ai tanti sacrifici ed all’aiuto di amici che ci hanno permesso di realizzare i nostri sogni. Bisogna sempre avere degli obiettivi ed il nostro è quello di diventare un team ufficiale in Superbike".  

 

Pochi conoscono Razgatlioglu meglio di te. Cosa pensi della sua grande stagione?

"Non mi stupisce di certo. E’ un grandissimo talento e sta facendo quello che ci aspettavamo da lui. E’ un fuoriclasse ed inoltre è molto forte psicologicamente, grazie al lavoro fatto da Kenan. Penso che possa vincere il titolo mondiale già quest’anno".

 

Sofuoglu e Razgatlioglu, due piloti e due campioni diversi.

"Sì, sono due personaggi diversi, sia in pista che fuori. Kenan è un leone, un uomo molto carismatico. Toprak è un grande talento naturale ed è molto freddo. Entrambi hanno sofferto per la perdita dei loro cari e questo ha indubbiamente forgiato i loro caratteri. Sofuoglu ha perso il padre, due fratelli ed un figlio. Il padre di Toprak era uno stuntman che si esibiva in moto, ed ha perso la vita ancora giovane in un incidente stradale. Questi avvenimenti, uniti alla loro cultura ed alla loro religione, li hanno resi estremamente decisi e determinati. Hanno caratteri diversi, ma in comune hanno il grande impegno che profondono per conquistare i loro obiettivi. Cercano di abbattere tutti gli ostacoli che si possono frapporre tra loro ed il successo, la vittoria finale. Non guardano in faccia a nessuno, ma sono sempre corretti. Due grandi persone".

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