WESS 2019. Trefle Lozerien. Josep Garcia (KTM), Quando il Gioco si fa… Enduro

WESS 2019. Trefle Lozerien. Josep Garcia (KTM), Quando il Gioco si fa… Enduro
Piero Batini
  • di Piero Batini
Seconda del World Enduro Super Series, primo Enduro “Classico” della stagione. In ombra gli specialisti dell’Estremo, sale in cattedra la “Tradition”. Garcia, poi Jamie McCanney e Nathan Watson
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
20 maggio 2019

Mende, Francia, 19 Maggio 2019. Dopo l’Extreme XL Lagares in Portogallo, il circus del WESS, World Enduro Super Series, si sposta di qualche grado di latitudine a Nord e atterra a Mende per la seconda della stagione. È il Trefle Lozerien AMV, Super Classica francese alla trentatreesima edizione. La prima fu vinta, nel 1986, dall’indimenticabile Gilles Lalay.

Cambia tutto, anche e soprattutto il meteo che “restituisce” il “clima” ideale per la classica dell’Enduro francese. Tre giorni di Enduro tradizionale che trovano nel fango dell’epicentro francese della specialità l’inferno di quelle gare durissime nate proprio qui.

È il contesto che cambia tutte le carte della prima mano del WESS, così come doveva essere da idea e copione. A una Gara di Estremo a una di “classico”, l’Enduro varia e diventa più complesso e “demanding”, consuntivo agonistico e tecnico dell’antica Specialità che continua a evolvere.

Non è strano, quindi, che a salire in cattedra siano gli specialisti de “l’Ancien Regime”, in particolare e uno su tutti lo spagnolo Josep Garcia, lo “Smilzo” fuoriclasse del team Red Bull KTM Factory Racing che sbaraglia il campo dei ben 600 partenti, esattamente come aveva fatto lo scorso anno nella risaia di Hawkstone Park, e porta nel proprio carniere WESS il primo “banco”.

Non è Loic Larrieu, il vincitore dell’edizione dello scorso anno, e soprattutto, dopo trentatré anni, non è un francese ad aggiudicarsi la Classica di Casa. Anzi, i transalpini quest’anno devono soffrire e neanche vanno a podio, sul quale salgono anche Jamie McCanney, Yamaha, e Nathan Watson, KTM, il vincitore della prova conclusiva della Stagione WESS 2018, l’olandese Red Bull Knock Out.

Garcia è così. Se lo incontri per strada non gli daresti una lira, ma quando sale in Moto è un dio. Alto, magro, elegante e soprattutto di una simpatia contagiosa, Josep è un autentico fuoriclasse, capace di tirare fuori dal cilindro della classe quelle risorse imbattibili che esulano dalla prestazione fisica per concentrarsi nel massimo dell’espressione tecnica. Campione del Mondo di Enduro 2 nel 2017, Garcia è integrante di lusso nella Super Squadra KTM di Farioli, e continua nel WESS ad esprimere quel genere di “concetto” di superiorità.

Gara, sotto un certo punto di vista, senza storia. Tre giorni di competizione e altrettanti di pioggia battente, a parte la schiarita a metà del secondo giorno, per di più “abbelliti” dalla nebbia. È un meteo stagionale quasi standard del Massiccio Centrale francese, decisamente seccante per il turista ma ideale per funghi e soprattutto per l’Enduro, che trova in queste condizioni la sua piena “giustificazione”.

Tre giorni di dominio della KTM di Josep Garcia, che vince le prime due tappe e mantiene la leadership sugli oltre 700 chilometri di Gara fino alla fine. “Uomo da battere nel fango”, Garcia raccoglie i complimenti di Jamie McCanney, altro Campione del Mondo da un po’ in disparte e dedicato ad altro, che torna in scena e ottiene un risultato eloquente. Chissà se con una maggiore presenza McCanney avrebbe potuto migliorare e contendere più direttamente il primato allo “spagnoletto sempre sorridente”. Le vittorie ottenute in alcune delle 15 Speciali lo suggeriscono, e certamente ci saranno altre occasioni di confronto.

Al terzo posto… per il terzo posto è lotta a scena aperta, con qualche leggero… colpo di scena.

Alla vigilia del terzo e ultimo giorno di Gara, infatti, il terzo gradino del podio era di Jeremy Tarroux, Sherco, e considerato imprendibile Garcia, la lotta per la posizione d’onore sembrava dovesse essere una faccenda privata e francese tra Tarroux e Julien Gauthier, Yamaha. Scaduto al quinto posto Tarroux, il gran finale del Trefle ha vissuto, invece, nell’interminabile e bellissimo duello tra Gauthier e l’arrembante Nathan Watson, finalmente di nuovo “consapevole” dei propri mezzi. Difficile dire chi sia stato, in questo caso, il più bravo e meritevole, perché sta di fatto che sul traguardo finale l’inglese di Farioli ha avuto la meglio per neanche un secondo e mezzo su oltre un’ora di Prove Speciali.

Se alla fine della Prova inaugurale del WESS, l’Estrema XL Lagares in Portogallo, non c’era ombra di un “Endurista classico” nella top ten finale, in Francia la situazione si inverte quasi specularmente, tanto è vero che, dopo la sfilza di francesi ai piedi del “vergognoso”, per loro, podio, per trovare il primo Specialista dell’Estremo bisogna scendere fino al nono posto, e trovare Jonny Walker su una delle KTM Ufficiali.

Theo Espinasse, ottimo sesto assoluto, è il primo degli Junior, e il “senatore” Christophe Nambotin, settimo, il primo della Classe E3. Tre italiani in forma. Giacomo Redondi, 11°, Sonny Goggia, 29°, e il figlio d’arte Enrico Rinaldi, 38°. Al diciannovesimo posto Antoine Meo, tornato così nel suo Mondo e alla Gara che aveva vinto nel 2015, e al 48° il vincitore dell’Edizione… 1992, Laurent Charbonnel.

E ora è niente di più e niente di meno che Erzbergrodeo Red Bull Hare Scramble, lo stupefacente “inferno della miniera” che va in scena dal 30 Maggio al 2 Giugno in Austria.

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