Trofeo Ohvale, abbiamo corso con la GP-0

Francesco Paolillo
Un fine settimana in compagnia dei partecipanti al Trofeo Ohvale sulla pista di Castelletto di Branduzzo. L'occasione per riprovare in gara la GP-0, una piccola grande moto costruita da chi di moto se ne intende
18 dicembre 2014

In occasione della gara del trofeo Ohvale svoltasi a Castelletto di Branduzzo, siamo stati ospiti dell’organizzazione, o meglio del “team ufficiale” Ohvale,  gestito dalla Generalmoto di Treviso, e nella fattispecie dal simpaticissimo e preparatissimo, Luigi Gatto.
Siamo stati tra i primi a parlare di queste vere e proprie moto da corsa in scala, circa due anni fa, e le ottime impressioni ricavate da quel primo test sono confermate dalla schiera di Ohvale GP-0 allineate sotto al tendone dell’organizzatore. La piccola moto veneta, che viene costruita in quel di Mogliano Veneto, e che nasce dal genio di Valerio Da Lio, con la cooperazione di due personaggi di prim’ordine quali l’ing. Mariano Fioravanzo (il papà sia della Aprilia RSV2 sia della RSV4), e Claudio “Caio” Pellizzon, considerato uno dei migliori collaudatori italiani, sotto le cui terga sono passate gran parte, o forse tutte le moto uscite dagli stabilimenti di Noale.

Lo sviluppo delle “midi “moto venete non si è mai fermato, e  quella che ci apprestiamo a guidare è ancora più evoluta e prestante di quella che tanto ci aveva esaltato sempre su questo tracciato, nel 2012. A fare una grande differenza sono soprattutto le scarpe, i pneumatici PMT radiali, appositamente sviluppati in queste misure, che garantiscono prestazioni superiori.


Come è fatta la GP-0


La ciclistica della GP-0  è rimasta praticamente la stessa, con il bel telaio a traliccio perimetrale in acciaio, e il forcellone  in alluminio, così come le sospensioni, che mettono in bella mostra una forcella a steli rovesciati da 33 mm, con foderi in alluminio, e un mono appositamente sviluppato per questa moto, entrambi ultraregolabili. Il disco da 180 mm anteriore fa la sua bella scena insieme alla pinza monoblocco a quattro pistoncini con attacchi radiali. Il motore della nostra moto è il monocilindrico 4T da 160 cc e 16 cv con cambio 4 marce (c’è anche la versione monomarcia da 110 cc con 8 cv propedeutica per i più piccoli), e  tanto per non farci mancare nulla, quick shift, il cambio elettro-assistito.  Al Salone di Milano abbiamo anche potuto ammirare la versione vitaminizzata della GP-0, e cioè la versione motorizzata Daytona, con motore da 150 e 190 cc, da 20 o 26 cv, che andrà in mano ai partecipanti della categoria Open nel 2015, ma questa è un’altra storia, che magari vi racconteremo il prossimo anno.

Pronti per il via

Sotto la supervisione di Luigi ci sistemiamo in sella alla GP, e facciamo le regolazioni debite, leve e pedane per capirci, entrambe ampiamente registrabili. Seppur piccola e compatta, la GP-0 offre lo spazio necessario anche a chi arriva al metro e ottanta di statura, certo i meni dotati di “gamba” riusciranno a muoversi meglio, ma il compromesso è più che accettabile e non si ha difficoltà a farci l’abitudine. Il vantaggio di questa ergonomia , che potremmo definire “particolare”, permette a padre e figlio di poter guidare la stessa moto senza che sia necessario stravolgere alcunché, un vantaggio non da poco e che permette di camuffare l’acquisto agli occhi della mamma/moglie!

L’attenzione una volta entrati in pista va rivolta alla posizione del busto, che in base alla sua posizione carica avantreno o retrotreno, cambiando il bilanciamento statico dei pesi che si attesta sui 47/53 (ant./post.), anche questa operazione, seppur con un minimo di apprendistato, risulta abbastanza facile. Ciò che invece emerge sin dall’inizio è il divertimento che questa moto riesce a regalare a chi la guida, certo andarci forte, come fanno i ragazzi che partecipano al Trofeo, è un altro paio di maniche, ma vi possiamo assicurare che di “gusto”, ne riesce a dare davvero tanto. Bando alle ciance, siamo qui per vedere come si svolge questo Trofeo, ma anche per partecipare a questa gara, anzi a queste due gare, visto che le manches sono due. Prove libere e cronometrate passano alla svelta, e l’apprendistato con lo stile di guida più propizio all’abbassamento dei tempi sul giro ci dice che sarebbero necessari altri turni in pista, molti altri turni, e magari anche una dieta dimagrante, per buttare giù giusto una ventina di chili e migliorare un rapporto peso/potenza che definiremmo “importante”.

Strappiamo un nono posto, che ci rende felici, ma sentiamo il fiato sul collo (vero Riccardo Fezza!), mentre là davanti la prima fila se la spartiscono Momesso, Cuttitta, Pellizzon e Bernabe. In gara però le cose cambiano e parecchio, la bagarre iniziale è roba da veri piloti, e anche se la pista è ampia, gli spazi sembrano restringersi in maniera preoccupante, anche perché i tentativi di sorpasso all’interno e all’esterno, si sprecano. I 1.600 metri del tracciato sembrano moltiplicarsi, mentre le traiettorie ottimali, spesso vengono “modificate” con lo scopo di evitare di farsi infilare da uno o più concorrenti. Però che divertimento! Guardare chi ci precede, e quanto si piega in percorrenza di curva, è esaltante, mentre il taglio della chicanes, con relativo salto sul cordolo in uscita, è spettacolare. Forse ci siamo persi troppo a guardare lo spettacolo e per questo perdiamo un paio di posizioni, girando con tempi superiori a quelli fatti segnare in prova. Corriamo ai ripari, per la seconda gara, senza però toccare la moto, e cioè l’assetto, ma semplicemente facendo mente locale sul nostro stile di guida e sugli errori commessi nella prima gara.

L’ambiente sotto al tendone allestito dalla Generalmoto è semplicemente splendido, clima amichevole e gioviale, con i piloti che si aiutano a vicenda e gli accompagnatori che fanno gruppo, un gran bel gruppo. Gruppo che comprende grandi e piccini, dagli under 10 agli over 40! Qui si corre e si vive il fine settimana insieme, c’è chi arriva con l’auto (e la moto nel bagaliaio!) e chi arriva in camper o con il furgone, portando con se anche la moto dell’amico. I costi di questo Trofeo sono contenuti, con circa 300 euro si può affittare una GP-0 per l’intero fine settimana, dovendosi preoccupare dei costi della sola trasferta, mentre gomme, benzina e altro materiale di consumo sono a carico dell’organizzatore. Se invece si vuole comperare la moto con cui si corre, sono necessari dai 3.600 ai 4.000 euro, quotazione inferiore anche a quella di alcune mini moto (che dal punto di vista tecnico offrono decisamente meno).

Gara due

E' con i migliori propositi che affrontiamo gara due, concentrati sul semaforo dello start, attendiamo l’accensione della luce verde, cosa che avviene repentinamente, tanto quanto l’uscita della prima marcia subito dopo essere partiti! Mannaggia a noi e al piede che ha sfiorato il comando del quick shift. Cerchiamo di recuperare, ma ritrovare la concentrazione è più difficile del previsto. Il feeling con il cambio elettronico, volutamente regolato in maniera sensibile, ci ha tradito, così come veniamo traditi dal cambio in scalata, che per ben due volte non accetta la nostra intenzione di scendere di rapporto (ci sorge il dubbio che più che una sua mancanza sia stata una nostra incapacità …), cosa che ci porta a perdere contatto con il gruppetto che ci precedeva e che disperatamente cercavamo di riacciuffare. Non ci resta che seguire il gruppetto da lontano, e terminare la gara guardando al nostro mero divertimento, che poi non è da considerarsi tanto disdicevole. Rientriamo mestamente, e parcheggiamo sui cavalletti la nostra moto, a tirarci su il morale ci pensa il brindisi finale e un’allegra compagnia sempre pronta alla battuta e allo scherzo.   

Sono stati utilizzati

Casco Schubert SR1
Tuta Ixon Pulsar Air
Guanti Ixon RS
TCX R-S2

Maggiori info

Moto: Ohvale GP-0
Luogo: Castelletto di Branduzzo
Meteo: Sole, 14°
Terreno: Pista

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