Transanatolia 2019. Maurizio Gerini (Husqvarna) Re di Turchia

Piero Batini
  • di Piero Batini
Il forte (e simpatico) Pilota ligure si aggiudica la 9° edizione del Rally turco comandando dall’inizio alla fine. Marco Borsi e Nicola Quinto sul podio finale, Grande Esplorazione della Turchia
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
2 settembre 2019

Sanliurfa, Turchia, 1 Settembre 2019. Il Transanatolia Rally giunge alla nona edizione, e la creatura di Orhan Celen, Burak Buyukpinar e Gokhan Basiplikci continua ad esprimere in pieno l’obiettivo della prima ora: portare un Mondo sempre più vasto a conoscere le meraviglie di una regione speciale del loro Paese. Va da sé che conoscere e correre è un privilegio di pochi, ma proprio per questo il Rally tiene sempre bene in vista il concetto promotore e la sua formula propedeutica e stimolante.

Dal 24 al 31 Agosto, 2.300 chilometri in totale (oltre la metà di Prove Speciali cronometrate), sette Tappe per altrettanti giorni di Gara, 17 Prove Speciali (la 18ma cancellata, tanto ormai i giochi erano abbondantemente fatti) e come “palestra” della passione Rally Raid una vasta area geografica da sogno, compresa tra il Nord Ovest del Lago Abant e il Sud Est delle affascinanti rovine di Gobeklitepe. Questo è il Transanatolia Rally.

Visto che si parla di sogni, diremmo esagerando un poco che quello di un Pilota si avvera, cambiandogli in un certo senso la vita. Il Pilota in questione è Maurizio Gerini, crossista, endurista, “motorallysta”, “dakariano” D.O.C. E il sogno si avvera in conseguenza dell’imperativo che il simpatico Pilota di Imperia si era imposto: vincere il Transanatolia, intanto per “vendicare” il secondo posto dello scorso anno. E poi, ecco il sogno, vincere per la prima volta un Rally di caratura Internazionale, scrivere il proprio nome in cima alla lista di un Evento che fa parte della sua carriera e della sua vita di passione.

Maurizio Gerini
Maurizio Gerini

Gerini ha vinto, ma sarebbe meglio dire che ha stra-vinto. Aggiudicarsi 16 prove speciali su 17 con la Husqvarna 450 significa questo, e un’ora di vantaggio sul secondo classificato è un “importo” che chiarisce ancora meglio il concetto. E in effetti non poteva essere altrimenti. Se le posizioni sottostanti al primo gradino del podio potevano in qualche modo andare nello shaker, la prima no, quella di Gerini era chiara sin dal primo giorno e lo è stata ancora di più nei bellissimi giorni di Gara che hanno seguito.

Bella, per la verità, anche la Gara di un altro ex “dakariano”, Marco Borsi. Per altri motivi non meno significativi. Dalle sabbie africane al ruolo di Organizzatore, Borsi, Husqvarna anche per lui, non si è mai dimenticato della spoletta che aveva mosso tutto questo, ed è quindi tornato a scrivere la sua storia di Motociclista non tanto per il desiderio di imporsi, e nemmeno quello di misurarsi con gli avversari, quanto per il gusto insostituibile del vento della corsa sulla faccia. Unico Pilota a interrompere con la vittoria di una Speciale l’”egemonia” di Gerini, Borsi torna a casa e al suo lavoro con un secondo posto prezioso, soprattutto per la bellezza dell’esperienza.

Marco Borsi
Marco Borsi

Rally chiaramente italian-oriented, il Transanatolia porta sul podio un terzo italiano, Nicola Quinto, autore con una Beta di una Corsa meno regolare ma caparbia e “resistente” agli attacchi degli avversari limitrofi.

Alle spalle dell’inglese Richard Kaye, quarto assoluto con una KTM, altri due Italiani “noti”, Francesco Tarricone, Beta, e Livio Metelli, Husqvarna.

Francesca Gasperi
Francesca Gasperi

Una menzione speciale (e un saluto riverente) agli altri grandi, indomabili “vecchi” della Specialità, e tra questi Giorgio Papa e, soprattutto, Massimo “Bubu” Chinaglia, alle signorine e signore Francesca Gasperi, Camilla Ferzacca e Serena Borsi, e agli Equipaggi dei Camion di Antonio Cabini, Giulio Verzeletti e Marino Mutti, nell’ordine al traguardo di Sanliurfa. Tutti bravissimi!

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