ISDE2019 Portimao. Passeri-Rinaldi-Sala Tristar @ Six Days Enduro

Piero Batini
  • di Piero Batini
Oltre 150 anni in tre, una valanga di Titoli, 4 Sei Giorni a testa, una fama da rockstar. Alla Sei Giorni in Portogallo si andrà anche per rivedere all’opera tre dei nostri Fuoriclasse più amati. E Poi Alessandro Gritti. Siamo oltre la Classe!
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
25 settembre 2019

Autostrada Serenissima, Settembre 2019. In fila, tre corsie di traffico paralizzato nei due sensi. È l’autostrada che collega l’Est all’Ovest del Nord Italia, il mare delle vacanze alle città del lavoro, i rami dell’albero industriale… orizzontale italiano al portale dei Paesi dell’Est, in una collana straordinaria di grandi, stupende, operose città italiane, Torino, Novara, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Trieste. In particolare Bergamo e Brescia, vedremo perché. Se l’Italia fosse solo il Nord, a parte la sfortuna di non partecipare al resto del meglio, sarebbe la Strada della Top Ten.

Niente di strano che, di tanto in tanto, su questa arteria vitale ci si intoppi in un “momentum” di traffico, un tappo, una coda. Ma quella paralisi tra Bergamo e Brescia di metà settembre era il monumentale troppo, inquietante, apparentemente irrisolvibile evento straordinario. In Moto si sopravvive anche alle file, quindi guadagnare l’uscita di Brescia era sembrata una mossa intelligente e accessibile. Peggio che andar di notte. Traffico congelato anche sulle statali e sulle provinciali che portano alla Franciacorta. Alla fine sbotto, parcheggio di lato, mi affaccio al finestrino di una macchina in coda e chiedo alla vecchietta che si fa aria con un ventaglio cinese se ha un’idea di quello che sta accadendo.

“Ma come, no ti sa’ niente? Qui si scrive la Storia dell’Enduro! Il Passero, Mario e il Gio’. i se trova a mezza strada. All’inizio avean pensa’ al Castello di Passirano, ma il paron g’avea paura che i butassero so’ i muri, così han deciso per la casa del Mario. Noialtri andemo tuti ad assistere alla firma del patto. Vogliamo essere presenti al momento storico.”

Capito, ora? Mezza Italia si era fermata solo perché si era sparsa la voce che tre dei nostri più famosi Fuoriclasse dell’Enduro dovevano riunirsi per prendere una decisione storica: vestire di nuovo la Maglia Azzurra e ripresentarsi alla Regina delle Manifestazioni dell’Enduro, la Sei Giorni internazionale, nell’accezione dell’Edizione numero 94 che si svolgerà in Portogallo, più precisamente a Portimao, dal 13 a 16 Novembre prossimi. Degli infiniti modi per rimanere insopportabilmente incollati all’asfalto, in coda, tutti inaccettabili, ecco l’unico pienamente giustificato. E inevitabile, incontornabile. E noi, ora ve lo diciamo, non eravamo in coda per caso!

Penserete che ci siamo inventati l’esagerazione, ma sbagliate, l’idea che intendevamo darvi è proprio quella del Mondo che si ferma per lasciar passare avanti tre dei suoi Miti più acclamati. Giusto, quindi, mettersi in coda alla Storia, e in fila per seguirli in quello che rischia di essere un ritorno leggendario, un Evento fuori dall’ordinario e al di là dell’immaginazione.

Stefano Passeri, Mario Rinaldi e Giovanni “Gio’” Sala scenderanno in pista in Portogallo per la conquista del Trofeo Vintage Veterans, un’idea lanciata dal nostro Presidente Federale, l’appassionato e costruttivo Giovanni Copioli, e che la FIM ha fatto sua disponendo che i quattro giorni finali, dei sei della Olimpiade dell’Enduro, includano questo passaggio nel tempo della Leggenda della… Regolarità. Dalla prova di Accelerazione fino alla Gara di Motocross, è Sei Giorni appena ridotta ma autentica.

E per rendere ancora più verosimile il passo indietro, è stato stabilito che il tuffo nella Storia dei Piloti sia scritto su uno scorcio di timeline delle loro Motociclette. La Macchina del tempo del Trofeo Vintage Veterans metterà quindi sotto il sedere dei tre Assi della Nazionale Azzurra tre Moto storiche. Passeri correrà con una KTM 250 del 1981, Rinaldi con una KTM 350 dello stesso anno, e Gio’ Sala con una KTM 250 del 1979.

53 anni Passeri e Rinaldi, 56 Sala, i tre fuoriclasse italiani sono la bellezza dell’Enduro, il flash su un’epopea, la rivisitazione di rivalità e unioni leggendarie. Ancora oggi vederli salire in Moto fa venire i brividi, e i loro stili di guida restano un’impronta indelebile che riflette le rispettive caratterizzazioni di personalità e presenza fisica. Di nome e di fatto, Passeri è lo scricciolo che quando sale in Moto compie il miracolo della destrezza, della leggerezza. Rinaldi è ancora oggi il Pilota potente e fisico, dotato di una prontezza di riflessi elettrica. Sala è l’emblema del Pilota eclettico e irraggiungibile, ricordi indelebili di Enduro e Dakar. I nostri Assi non sono i soli al Mondo, questo è chiaro e ne abbiamo avuto una prova tangibile, reale e anche un po’ commovente a Rovetta, quando Blanchard e Madrigali hanno realizzato la 30 Legends, la Gara nel Mondiale che è stata l’attrazione imbattibile del Venerdì. Anche per questo, tuttavia, la “ricostruzione” delle Nazionali italiane basate sul Tridente Passeri-Rinaldi-Sala, dominatrici della scena delle Sei Giorni Internazionali di Enduro del ’92 e del ’97, assume un valore antologico imperdibile.

Il 1992 è un anno chiave per la Sei Giorni Internazionale di Enduro. La 67ma Olimpiade dell’Enduro va in scena in Australia, e più precisamente a Cessnok, dal 24 al 30 Agosto. Una valanga di iscritti, un cambio generazionale importante e lungimirante. Della Formazione dei Caschi Rossi vincitrice tre anni prima in Germania, a Walidurn, sono rimasti e confermati in Australia solo Passeri e Fellagara. Della Squadra che scriverà il “tema” del successo australiano, l’ottavo della Storia di partecipazione della Nazionale Italiana, fanno ora parte anche Fabio Farioli, Arnaldo Nicoli, oltre al “Tridente” oggi in oggetto: Stefano Passeri, Mario Rinaldi e Giovanni Sala. Per farla breve, Passeri è secondo nella 125, battuto solo dal mitico Jeff Nilsson, Rinaldi e Sala vincono, rispettivamente, la 350 4T, davanti a Jizzie Eriksson e Arnaldo Nicoli, e la 500 battendo Rodney Smith e Sven-Erik Jonsson. La vittoria di Fabio Farioli nella Oltre 500 4T completa il trionfo della Nazionale Azzurra che si impone sulle formazioni di Svezia e Spagna. Pelle d’oca, ancora.

L’altra epopea segnata dal contributo essenziale del “Tridente” al successo Italiano è la leggendaria 72ma Sei Giorni di Lumezzane, dal 19 al 24 Agosto 1997. 512 iscritti, 466 alla partenza, e l’imbattibile e futurista organizzazione di quella struttura nata per l’occasione e che viene chiamata AMB, Associazione dei Motoclub Bresciani. All’”ossatura” della Squadra, che mantiene il suo fulcro di forza sul Tridente Passeri-Rinaldi-Sala (in realtà è il Quadrilatero delle Bermude con Fabio Farioli) viene innestato il binomio Fausto Scovolo-Jarno Boano.

Passeri vinse la 125, Rinaldi la 350/400 e Sala la 250 e l’Assoluta, come nel 1992. Un brivido oceanico scorse lungo la schiena delle decine di migliaia di appassionati quando Gio’ Sala vinse anche l’ultima manche di Motocross battendo Rodney Smith. Il successo nel Trofeo divenne trionfo assoluto e leggendario quando, oltre alla Squadra dei “Senatori”, l’Italia “Junior” di Ivan Boano, Giovanni Genini, Alessio Paoli e Pablo Peli conquisto il Vaso d’Argento.

Una sola aggiunta, nella frase lapidaria di Gio’ Sala che condensa l’atmosfera che si crea e che ci porta direttamente, e impazientemente, in Portogallo: “Partecipo e rispondo al richiamo della Maglia perché ho i compagni giusti!”

Un momento, non è tutto. C’è un’altra notizia che si riflette nell’argomento, e che non fosse già stata una “rivelazione” di qualche tempo fa sarebbe da sbalordire. Alla Sei Giorni di Portimao, infatti, parteciperà anche il mito degli Assi italiani, Alessandro Gritti, la bellezza di 72 anni suonati dal 1° Aprile (non è uno scherzo, Gritti è super reale). È la ripetizione, anch’essa da pelle d’oca dell’avventura della Sei Giorni Spagna Navarra 2016, l’impresa e sfida Full Six Days cui l’inesauribile Gritti si sottopone ancora una volta.

Questo è il Mondo dell’Enduro, nessuna interruzione “spirituale” dalla Regolarità ai giorni nostri. Mai quando si parla dei Campioni che ne hanno scritto l’incredibile romanzo.

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