Intervista a Vanni Oddera

I salti in sella alla KTM sono il marchio di fabbrica di Vanni Oddera, che ci porta nel pazzo mondo del back flip e ci parla della sua scuola di freestyle
9 dicembre 2008


Live to flip
Il suo nome ha varcato il confine del mondo degli appassionati di motocross e di freestyle. Parliamo di Vanni Oddera e della incredibile banda dei Daboot, capaci di dare un'impronta tutta italiana al mondo del motocross freestyle.
Al punto che persino gli yankee, notoriamente gelosissimi delle loro discipline sportive, si sono accorti che qualcosa nel Vecchio Continente si stava muovendo.
E hanno puntato i teleobiettivi sul freestyler di Savona, capace di mandare in delirio la folla dei palazzi sportivi e di sciogliere la neve in montagna.
Certo, stiamo calcando un po' le dita sulla tastiera, ma - credeteci - è stato uno spettacolo vedere Vanni fare un back flip perfetto sulle nevi.
Per togliervi ogni dubbio, sbirciate il nostro video posto alla fine dell'intervista.

Vanni risponde con serafica tranquillità alle nostre domande. In questi giorni è infatti a casa per via della frattura di tibia e perone rimediata a Genova.
Rischi del mestiere, ben calcolati da chi nella vita si guadagna il pane flippando a 15 metri dal suolo.

L'intervista a Vanni
Parafrasando una canzone di Elio: sei diventato un grande attore, oggi il flip ti dà il pane. Merito solo dei flip, o anche del Vanni Oddera Style che impazza tra i ragazzi che ti vengono a vedere?
Vanni Oddera: "Diciamo che un flip al giorno ti leva il medico di torno... Il back flip ha dato una grande svolta alla mia carriera, mi ha reso più forte e sicuro. Comunque una delle cose più importanti non è quello che riesci a fare con la moto, ma ciò che riesci ad essere quando non ci sei vicino. Parlo dell'italian style, di ciò che nasce dentro di noi, qui nella culla della civiltà, l'Italia!".

Il freestyle, in tutte le sue forme, ha un chiaro accento americano.  Il tuo Italia-MAFIA Style è un modo ironico per dare un marchio personale a una disciplina che altrimenti fa troppo rima con America?
Vanni Oddera: "Ricordiamoci sempre che l'America è stata scoperta da un mio compaesano, da un italiano, Cristoforo Colombo. Tutto ciò che c'è ora è saltato fuori dalla gran bella madre Italia. Noi italiani facciamo freestyle motocross da pochi anni e in così poco tempo siamo arrivati ad un altissimo livello ma con in più il nostro stile, e questo non si riesce ad imparare. Quindi il freestyle  non fa rima con America, ma fa rima con lo stile, e tanti ormai ne sono tagliati fuori".

Salti dalla rampa dal 2002. Com'è avvenuto il passaggio dall'enduro e dal cross che praticavi, al mondo del freestyle?
Vanni Oddera: "Il passaggio è avvenuto quando, per un grave incidente in moto, ho passato tre mesi sulla sedia a rotelle, in questo lasso di tempo ho conosciuto il freestyle motocross con le prime VHS che arrivavano in Italia (Crusty demons, Seth Enslow) . Appena raggiunta la guarigione, Paolo Grana mi ha fatto provare la mia prima rampa di ferro, lì è sbocciato il mio amore per questo sport. E' incredibile, adesso sul video di Crusty Demons 14 ci sono io, la vita è proprio strana. Il male non sempre vien per nuocere".

Ci vai ancora in pista, magari per cercare di migliorare il tempo, o tra i boschi in cerca di ostacoli estremi?
Vanni Oddera: "Quando ho un po' di tempo libero pratico Down Hill, perché passando così tanto tempo in moto tutti i giorni, a volte mi viene la nausea a pensare di rimettermi in sella. Io non so andare in moto sono solo capace a saltare e ad esprimermi in cielo!".

A proposito di altre discipline offroad, spiegaci perché nel freestyle si vedono tanti atleti saltare in maglietta o comunque non sempre protetti al massimo. E sì che prendete delle botte da orbi.
Vanni Oddera: "Chi non si protegge è uno stupido, perché nel nostro sport le cadute sono da mettere in conto. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, però le bravate tante volte vanno pagate! Siamo nel 2008, la tecnologia ci ha dato l'opportunità di avere protezioni leggere e resistenti, che non danno fastidio nei movimenti. Perché non usarle?".

Toglici una curiosità. Sei malato di moto in genere, o nei mezzi a 2 ruote vedi esclusivamente un "attrezzo" che ti permette di dare forma alle tue figure? Che moto hai a casa?
Vanni Oddera: "Adesso come adesso, ho quattro KTM 250 SXS due tempi, da molti anni il mio cuore è arancione. La KTM non è solo una fabbrica di motociclette, ma è uno stile di vita. Tutto ciò che circonda queste moto, dalle persone, all'abbigliamento, al colore esprime alla perfezione il mio modo di vivere la moto ".

Cosa provi quando, dopo aver testato un trick nella piscina di gomma piuma, passi alla terra battuta? Massima sicurezza o cuore in gola?
Vanni Oddera: "Il cuore penso che non abbia più la stessa collocazione di una persona normale, la maggior parte delle volte mi batte in gola. A parte gli scherzi, praticando questo sport, impari anche a vivere con la paura e rendertela speciale".

Ora sei a casa infortunato. Nella tua carriera di freestyler quante ossa ti sei rotto? Consideri gli incidenti effetti collaterali come in tutti gli sport motoristici, o il freestyle è oggettivamente ad alto rischio?
Vanni Oddera: "Il freestyle è uno sport ad alto rischio come tutti gli sport motoristici. Per ora sono a 14 ossa rotte, però ogni volta che guarisco il dolore che ho passato, mi ha reso più forte e più saggio. Ora sono qui che non riesco a camminare, però il mio cuore e la mia anima si stanno nutrendo di voglia di moto. Non vedo l'ora di tornare in sella! E poi, per essere vecchi e saggi, bisogna prima essere giovani e scemi!".

Come passi il tempo a casa in convalescenza? Per una "animale da rampa" come te dev'essere una tortura.
Vanni Oddera: "Passo le giornate a tenere la gamba rotta in pieno allenamento, anche se mi fa male faccio esercizi per ore e ore al giorno!  Tutto ciò davanti alla tv, guardando History Chanel e Discovery. Poi prendo il mio fuoristrada e vado a farmi dei giri sulla neve, anche se ho la gamba rotta riesco a guidare. Ho sempre con me Pedro, il mio cagnolino. Quando non devo guidare, mi godo del buono champagne, la mia bevanda preferita in assoluto. Devi sapere che dopo l'infortunio i miei amici mi hanno regalato un sacco di bottiglie, è bello avere vicino persone che ti conoscono bene".

Parlaci di Daboot. Com'è nata con loro e che gruppo siete. Di lavoro o anche di vita fuori dalle manifestazioni?

Vanni Oddera: "La Daboot è nata nel 2000 da Miki Monti, Massimo Bianconcini, Alvaro Dal Farra e Jader Toninello. E'nata come una crew di amici e andrà avanti così. Io sono entrato in Daboot nel 2004, e durante gli anni si è ampliata anche con altri piloti. Noi della Daboot siamo fratelli, tutto è nato per amicizia e passione, ed è così ancora adesso e rimarrà così in futuro. Il freestyle motocross è  sinonimo di libertà e amicizia; per questo abbiamo creato la prima scuola al mondo di fmx aperta a tutti, noi abbiamo l'obbligo di portare avanti questo sport e farlo provare anche a chi non ha le possibilità".

Ho visto le tue foto in Africa col Defender. Avete lasciato a casa moto e rampa almeno quella volta?
Vanni Oddera: "Le foto in africa riguardano l'avventura che ogni anno mio fratello e un suo amico svolgono. Attraversano il continente africano da nord a sud, con i loro due Defender, portando aiuti economici che raccolgono durante l'anno, anche attraverso Daboot, ad una missione che grazie a loro è riuscita a costruire una scuola ed un ospedale. Sono loro due i veri eroi, si fanno 30-40 mila km di giungla, deserto, strade disastrate, attraversando paesi in guerra per portare aiuti, e per far conoscere che cosa è l'Africa".

Il tuo gruppo ha sponsor di grande rilievo. Basti pensare alla Fiat (oltre a tanti marchi noti di settore). Come lo spieghi?
Vanni Oddera: "Al giorno d'oggi il freestyle motocross in Italia è Daboot. Abbiamo un'immagine internazionale molto forte e la nostra vera forza è l'unione, che tanti piloti al mondo ci invidiano. Ogni anno partecipiamo a 40-60 eventi in tutta Europa e l'immagine che possiamo dare è grandissima! Per questo gli sponsor ci scelgono, noi aiutiamo loro, loro aiutano noi... anche questa è un'unione vincente, come ti dicevo prima".

I trick di oggi non erano immaginabili solo un paio di anni fa. Merito della tecnica, della fantasia, o di cosa? Come immagini l'evoluzione dei prossimi numeri?
Vanni Oddera: "Il freestyle è uno sport in continua progressione, sia l'immaginazione che la tecnologia, ci porterà sempre a fare numeri più estremi e spettacolari! Ogni volta che si impara un numero nuovo sembra di rinascere, e questa sensazione stupenda ci fa continuare a crescere sempre di più.

Qual è secondo te il limite? Quello fisico sembra già superato da un pezzo.
Vanni Oddera: "Non c'è limite nelle cose, basta volerle!".

Front flip e doppio back. Li vedremo anche in Italia nel prossimo futuro?
Vanni Oddera: "Speriamo... come ho detto prima, basta volerlo!".

Torniamo a parlare del Vanni privato. Come ti alleni e cosa fai quando non sei in trasferta?
Vanni Oddera: "Il miglior allenamento per l'fmx è stare sempre in moto, fare stretching, e, cosa molto importante, mangiare bene. Quando sono a casa vado nel bosco con il mio inseparabile Pedro, vado a vedere il mare ligure, cerco posti sempre nuovi dove mangiare, insomma cerco di godermi la vita a modo mio".

L'auto preferita?
Vanni Oddera: "Lamborghini Gallardo, ovviamente arancione!".

Che c'azzecca il mitico Rocco Siffredi col freestyle? Non sarà mica un ispiratore di nuovi trick...
Vanni Oddera: "Rocco è un appassionato di moto, dopo la collaborazione con me è diventato anche un amico. Ormai da più di tre anni ci sentiamo e ci vediamo spesso per condividere la passione moto.  Rocco e la sua famiglia sono persone magnifiche, che riempiono la vita e ti fanno capire quanto è bella la parola famiglia".

Finiti i numeri davanti al pubblico, come proseguono le serate Daboot?
Vanni Oddera: "Dopo ogni grande performance c'è il party. Quale modo migliore di scaricare l'adrenalina, se non una grande festa? Comunque questo mondo è un po' privato, per saperne di più bisogna venire e viverlo".

Cosa consigli ai ragazzi che vogliono imitarvi? Meglio fare un po' di anticamera col motocross, o buttarsi subito sulla rampa di metallo?
Vanni Oddera: "Chi ci vuole imitare, deve assolutamente contattare me o Paolo Grana, attraverso i nostri siti web ufficiali ( http://www.vannioddera.it/). L'fmx se fatto in sicurezza è uno sport splendido e divertente, ma se fatto in modo sbagliato può essere pericolosissimo".

Svelaci un segreto. C'è una figura mai tentata da altri che ti frulla in testa, e che - chissà - prima o poi vedremo? Roba da fare venir l'invidia agli yankee.
Vanni Oddera: "Certo! Non vedo l'ora di provarla questa primavera!".

Quando ti rivedremo in sella, pardon in aria?
Vanni Oddera: "A metà febbraio del 2009! Vi aspetto!".

Andrea Perfetti


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