Intervista a Gianluca Nannelli

Il Nanna ha sempre fatto vedere grandi cose, a dispetto di mezzi limitati. Si sono accorti di lui e, a 34 anni, realizza il sogno: correre con la Honda ufficiale del Team Althea
25 gennaio 2008
E’ un Nannelli entusiasta e felice , ma soprattutto sereno quello che incontro e che risponde volentieri alle mie domande. Conosco Gianluca da molti anni e lo considero un pilota d’altri tempi, uno di quei piloti che se fosse nato trent’anni prima avrebbe corso sui circuiti stradali e al Tourist Trophy, con i caschetti a scodella e la tuta nera. Perché lui, come i piloti del passato, ha sempre corso per passione, perché per lui correre in moto è una cosa meravigliosa. Gianluca non ha mai potuto correre con una moto ufficiale e spesso ha utilizzato dei mezzi vecchi di alcuni anni rispetto a quelli ufficiali. Però non si è mai tirato indietro, non sa cosa significhi la parola “chattering”, non si è mai lamentato per la scarsa competitività della sua moto o per gli infortuni che per grazie a Dio non sono mai riusciti a danneggiare quel suo fisico atletico che gli è valso il soprannome di CoNann. In molti hanno notato la sua grinta, la sua bravura e il suo coraggio, ma nessuno gli ha mai dato la possibilità di correre in un team ufficiale e di competere ad armi pari con i primi della classe. Nemmeno quando nel 2003 si laurea campione Italiano Supersport, ma poi si ritrova appiedato. Solo la Federazione Motociclistica ed il team di Lucio Pedercini lo aiutano e lo fanno debuttare nel mondiale Superbike, anche se con una Ducati datata. Lui per ringraziarli ottiene un incredibile sesto posto nella prima gara di Valencia mettendosi dietro tanti piloti ufficiali. Se fosse stato un giovane australiano o spagnolo avrebbe subito attirato l’attenzione dei team più importanti, ma era un italiano, non più giovane e con un bagaglio di sponsor davvero scarso. L’anno dopo torna in Supersport con il team di Stefano Caracchi e una 749 che ormai non vuole più nessuno. Caracchi ha un team anche nella Superbike e in un’intervista dichiara : “Come faccio a sapere se la mia Superbike ha davvero dei problemi o se invece il pilota cerca delle scuse? E’ semplice …. la do al Nanna e gli faccio fare qualche giro di pista. Poi guardo il tempo sul giro e se è scarso allora ha ragione il pilota, ma se è buono allora invito il mio pilota ad aprire di più il gas…” Con Caracchi e la 749 il toscano vince l’ultima gara a Imola sul bagnato con la moto con la carena grigia in versione “replica Smart”. Nemmeno questo successo però gli cambia la carriera e l’anno dopo è ancora a piedi alla ricerca di un team che lo faccia correre. Ricordo il suo sconforto : ”Cosa devo fare ancora per dimostrare che sono bravo, che vado forte?” Nel 2007 lo aiutano ancora Caracchi e Farnè, e seppure ignorato dalla Ducati, a Valencia ottiene un terzo posto, mentre a Monza un calo di motore lo priva del podio a due curve dalla fine. La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo. A Silverstone nel warm up della domenica mattina cade sulla pista bagnata a più di duecento chilometri orari e si infila sotto l’air fence andando a sbattere contro il guard rail. Quando prova a rialzarsi si accorge che la sua gamba sinistra è piegata in modo innaturale. Si gira da solo il ginocchio e lo rimette a posto, ma ha tutti i legamenti crociati rotti. Quando Biaggi e Capirossi corsero con una mano fratturata tutti gridarono al miracolo e Anna Falchi pianse in diretta in televisione. Gianluca salta una sola gara e in quella successiva riesce ad andare a punti pur partendo dall’ultima fila. Nel giro di rientro ai box piange per il dolore e si tiene il ginocchio con la mano. Porta comunque a termine il campionato e poi, d’accordo con il dottor Costa, decide di non operarsi, ma di lavorare sodo in palestra per contrastare con la muscolatura il danno ai legamenti. Ma questa è storia passata. Al termine della stagione scorsa infatti il team Honda Althea decide di cambiare i suoi piloti e di puntare proprio su di lui, su quell’italiano non più giovane, con un ginocchio malandato e con pochi sponsor nella valigia. Gianluca come va questa Honda 600 ? Gianluca Nannelli: “Questa moto mi ha fatto comprendere perché era così difficile combattere contro le Honda …..nelle prime prove di Calafat dopo una sola mattinata ho capito che questa è la moto per correre in pista. Va forte davvero! Non sono ancora riuscito a trovarne il limite. E’ stabile, potente e pronta con un’erogazione fluida …..un sogno !” E il tuo nuovo team? Come ti trovi con i ragazzi di Giorlandino e Tulli? Gianluca Nannelli: “Come con la moto. Quando arrivo ai box bastano poche parole per capirsi. Non faccio in tempo a chiedere una modifica che me la ritrovo già fatta. Ora capisco perché gli ufficiali mi stavano spesso davanti anche se io tiravo come un matto!” Beh Nanna…. meglio tardi che mai. Gianluca Nannelli: “E’ una possibilità che ormai dubitavo di poter avere. Ma non la vivo con ansia, ma solo con tanto entusiasmo e determinazione”. Il campionato mondiale si avvicina a grandi passi. Tra un mese sarai in Qatar. Gianluca Nannelli: “Prima proverò ancora a Vallelunga il 7 e 8 Febbraio e poi metteranno la mia moto in una cassa per spedirla a Losail. A Vallelunga proveremo ancora qualche “cosetta”, ma siamo già a buon punto sia come ciclistica che come motore. Intanto mi alleno non solo in palestra, ma anche con la moto da trial. Sono un vero imbranato con questa moto, ma sto imparando in fretta e l’equilibrio e la padronanza della moto che servono per il trial mi saranno utilissimi anche in pista”. Usi la moto anche in strada? Che moto hai? Gianluca Nannelli: “Macchè…..non ho la moto perché non ho ancora la patente per la moto. Ora voglio comperare una vecchia Ducati Scrambler 250 e prendere la patente. Come neo patentato una 250 la posso usare”. Mi sembra giusto… devi imparare ad utilizzare una moto con pochi cavalli prima di passare ad una 400 o addirittura ad una 600. Le nostre leggi… Chi temi di più tra i tuoi avversari? Gianluca Nannelli: “Tutti e nessuno. In Supersport non c’è mai un favorito, In ogni gara ci sono una quindicina di piloti che potrebbero vincere. La novità è che quest’anno tra quei quindici ci sono anche io e ti assicuro che faranno tanta fatica se vogliono starmi davanti”. Non sei più giovane, ma non si vedono tanti piloti italiani giovani all’orizzonte. Gianluca Nannelli:" Innanzitutto per la Supersport non sono vecchio. Se pensi che Curtain ha smesso a 41 anni da vicecampione del mondo, io ho ancora tanti anni davanti a me. I giovani? E’ sempre più difficile emergere. Devi essere bravo, giovane e con una valigetta bella gonfia, sennò non ti fila nessuno. E poi le ultime generazioni non sono più abituate a soffrire, a fare sacrifici. Io ho iniziato a correre tardi perché mio padre se mi vedeva in moto mi chiudeva in casa. Ora i genitori sono tutti nei box che parlano con i meccanici e si lamentano se non c’è la telemetria. Basta un risultato buono per essere considerato il nuovo Valentino Rossi, salvo poi essere completamente ignorato se fai qualche gara senza risultati. La GP poi ne brucia tanti…..li fanno debuttare nel mondiale 125 a quindici anni e se non stanno con i primi l’anno dopo si ritrovano senza budget e senza moto. I più bravi a volte riescono a risalire la corrente passando alle quattro tempi, ma la maggior parte si perde per strada”. Hai ragione Gianluca, non è più il motociclismo di una volta, ma è un mondo che comunque ti piace ancora? Gianluca Nannelli: “Certo, perché vedi ci sono i soldi, i mega team ufficiali, c’è l’elettronica , ma alla fine che muove questo baraccone è sempre e solo la passione. Sono convinto che anche i super pagati piloti della MotoGP corrono per passione, perché amano andare in moto e confrontarsi in pista con altri piloti come loro. Non troverai mai un pilota che non rispetti un altro pilota, proprio perché sa che anche quello che arriva ultimo da il massimo, vive per correre ed è animato dalla stessa passione di chi sale sul podio.” Il tuo nuovo team Hannspree Honda Althea ha anche una superbike. Gianluca Nannelli: “No, non scherziamo. Io voglio vincere in Supersport. Ho sofferto per tanti anni in questa categoria, rischiando sempre tanto per fare qualche risultato ed ora mi voglio godere il mio team e la mia Honda 600 ufficiale”. Quali sono i piloti della Superbike che ti piacciono di più? Gianluca Nannelli: “Senza dubbio Haga, ma il più forte di tutti è Bayliss e non solo in pista. E’ sempre disponibile e sorridente. Si vede che anche lui ha fatto tanta gavetta e ora è felice per tutto quello che ha ottenuto e per la sua stupenda carriera. Ogni volta che lo incontro si ferma a fare due chiacchiere con me e quando entra nel suo box l’ho visto stringere la mano a tutti, piloti e meccanici. Che bella persona! Penso che sia anche per questo che il pubblico lo ama. E poi in moto non va tanto piano …… Mi spiace che si sia rotto la clavicola in Australia, ma non sarà certo una piccola frattura a fermarlo”. Certo, il dolore e gli infortuni non riescono a fermare i piloti veri. In bocca al lupo Nanna! Carlo Baldi (Foto: Valter Bruni)

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