Incidenti mortali in pista. Mille troppo potenti? Piloti inesperti? L'inchiesta di Moto.it

Incidenti mortali in pista. Mille troppo potenti? Piloti inesperti? L'inchiesta di Moto.it
5 morti in 2 anni nel Trofeo Amatori sono un dato che allarma. Cerchiamo di capire quali sono le cause e le possibili soluzioni insieme ai piloti, agli organizzatori e alla Federazione Motociclistica Italiana
29 agosto 2023

Dal 2021 a oggi ben cinque piloti hanno perso la vita nelle gare del Trofeo Amatori. Inizia così l'articolo del nostro inviato, Carlo Baldi. Sono numeri allarmanti, che hanno destato molto clamore su Moto.it e sui nostri canali social. Ha senso morire per vivere una passione? C'è qualche aspetto da migliorare o da cambiare in toto per incrementare la sicurezza di chi corre per pura passione, senza finalità di lucro?
Sono tante le domande che ci siamo posti in redazione, perché le moto coinvolte sono in 4 casi su 5 le potentissime supersportive 1000, perché l'età media è piuttosto elevata e, soprattutto, perché appunto si tratta di appassionati che nella vita fanno altro, ma che la domenica scendono in pista con oltre 200 cavalli da domare. 
Tutta la redazione si è mossa, guidata dal nostro esperto numero uno di motorsport, Nico Cereghini (qui il suo editoriale), per cercare di capire quali siano le possibili cause di queste tragedie e quali siano gli eventuali correttivi da porre in essere per ridurre gli incidenti e le loro conseguenze.
Parliamo di riduzione, perché siamo consapevoli di trattare uno sport intrinsecamente pericoloso, dove tanto è già stato fatto per tutelare al massimo i piloti di ogni livello. Pensiamo ai circuiti in primis: gli incidenti si sono verificati al Mugello e a Misano, che rispettano gli standard più elevati in tema di sicurezza. E pensiamo alla qualità e tempestività dei soccorsi in pista, un fiore all'occhiello del Trofeo Amatori.

Sentiamo ora il commento dei principali attori di questa realtà, dai piloti ai manager e all'organizzatore, per chiudere con la Federazione. Tutti si stanno muovendo perché certe tragedie non capitino più. L'attenzione è puntata ovviamente sulle prestazioni delle moto, ma anche sulla manutenzione delle stesse per evitare rotture meccaniche, e sulla preparazione dei piloti. E questo è forse il punto centrale della nostra inchiesta, su cui maggiormente si sta lavorando.

I piloti al Mugello
I piloti al Mugello

Cosa dicono i piloti

Pilota trofeo amatori: Cristian Battini risponde a Nico Cereghini
Corre dal 1990, cinquantenne spezzino amico di Gallina, licenza Nazionale, corre attualmente il Trofeo Amatori: è in testa nella classe Base 600 over 40, che disputa dal 2016. Esperienze tante, corre dal 1990: trofeo monomarca Gilera, SP 125 e Open Ducados in Spagna... “Mai avuto incidenti o reclami, rispetto me stesso e gli altri. Questo non è un gioco, va approcciato con attenzione. Il primo problema, le 1000: ci vuole una preparazione fisica, non so però come si possa verificare). E secondo me ci vuole anche l’antidoping. Vedo gente che si beve la birretta e sale sulla moto.... A campione, venerdì o sabato, prenderei dieci piloti e li controllerei”.
“Il secondo problema: troppi in griglia. Siamo 30 o 35 nella mia categoria, e c’è la Pro, l’Avanzata e la Base, dal 1’57 si passa agli ultimi che girano i 2’09. Dopo otto giri te li trovi davanti e magari ti stai giocando la gara con altri tre e lì c’è una situazione molto pericolosa”.
“Altro problema: nella pit lane c’è la multa di 150 euro se passi i 60 orari, giusto, ma se non rispetti la bandiera gialla? Niente. Se non rispetti la bandiera blù? Niente. Gli organizzatori mantengono un buono standard dappertutto, ma su questo tema ci vogliono regole diverse”.
“Infine le moto, specie le 1000, non sono sempre in ordine. I costi sono altissimi e qualcuno va al risparmio su gomme e motori, magari con la scusa che non le portano al limite”.

Il commento di Fabio Iannello 
(tratto dai commenti su Moto.it)
"Partivo nella casella Dietro a Nicola, ci siamo qualificati in 13 con 0,5 sec di margine, era un gran pilota e un gran sportivo, serio e corretto. corro in Coppa Italia dal 2010 e conosco molto bene Daniele Alessandrini, ideatore e promoter del trofeo, e tutti i suoi collaboratori, posso garantire che le regole sono sempre state create non per lucro ma per sicurezza in primis e divertimento.
Ne abbiamo parlato molto tra noi piloti, e ci siamo chiesti che regole cambiare. A mio avviso non ci sono regole strutturali da cambiare, ma solo alcune cose da aggiungere, ma non strutturali in quanto sono gare e non puoi limitare ne velocità ne performance delle moto.
Ci possono essere degli affinamenti per abbassare un po' il rischio ma non per escluderlo. Affinamenti che a giorni andremo a proporre all organizzazione. Ad aprile ho perso anche un amico e compagno di team Fabrizio Giraudo. Si perché una cosa bella di questi trofei e' che alla sera siamo tutti amici e festeggiamo insieme. Una delle cose che ho sempre consigliato di cambiare e' proprio il nome, "amatori".
Fa pensare che invece di andare al mare si va a correre con la stessa moto. Nel paddock e' pieno di bilici, telemetristi, ingegneri, cuochi, massaggiatori coach ecc.. I tempi sul giro al Mugello arrivano ad essere anche 1,55.00 (tralasciando il 54 di Corsi e il 51 di Baiocco ); io stesso a 48 anni 1,56, le moto spesso trovi BMW M e Ducati V4R, 50.000 euro: e' più simile al mondiale sbk fine anni 90 (i tempi erano gli stessi).
Più che amatori direi piloti quasi professionisti. Riguardo le piste, in Italia abbiamo le piste più belle e più sicure al mondo, il personale in pista e tra i migliori, a giugno quando ci fu l'incidente per malore di Pisaniello, in 10 secondi c'erano 8 persone a tentare di rianimarlo e ci sono stati per 10 minuti. Un mio amico e' stato "operato" in curva 3 a Misano per una recisione della femorale. Io li chiamo i nostri angeli custodi.
Cosa cambiare? Dopo 80 gare in coppa Italia e 40 all'estero, io non lo so. Forse bisognerebbe garantire maggiormente l'affidabilità della moto, visto che negli ultimi incidenti sono state proprio le rotture a causarli. Forse bisognerebbe dare sanzioni ai piloti poco rispettosi. Come ho detto prima affinamenti non cambiamenti strutturali".

Al centro Daniele Alessandrini (foto archivio Moto.it)
Al centro Daniele Alessandrini (foto archivio Moto.it)

Cosa dice l'organizzatore Daniele Alessandrini

Abbiamo intervistato Daniele Alessandrini, che organizza il Trofeo Amatori da 19 anni (ma solo negli ultimi 3 si sono concentrati gli incidenti mortali). Sentiamo la sua analisi per Moto.it, sicuramente sofferta ma molto dettagliata.

Le piste di Misano e del Mugello sono pericolose?
"Direi di no, sono tra gli autodromi più sicuri al mondo, senza parlare del fatto che hanno dei centri medici di eccellenza; questi autodromi (come alcuni altri nazionali) sono un fiore all’occhiello del nostro Motor Sport".

L’organizzazione della Federazione Motociclistica Italiana è carente sulla sicurezza?
"Direi proprio di no, è la migliore al mondo! Possiamo discutere sui prezzi, ma in fatto di sicurezza no".

Le moto potenti sono un problema il problema per la sicurezza?
"No, basta vedere gli incidenti che ci sono stati negli ultimi anni nella categoria 300 dove i ragazzi spengono il cervello e gli incidenti mortali proliferano.
Le moto potenti possono non essere sfruttate completamente da chi non è sufficientemente allenato o non ha esperienza (ma non è il caso dei nostri piloti della RR Cup e Avanzata 1000), inoltre se analizziamo tutti e 5 gli incidenti degli ultimi 3 anni, nessuno di questi è dovuto al fatto che le moto fossero troppo potenti ma tutti per il mancato rispetto delle regole. Il problema è che spesso alcuni i piloti spengono il cervello e non guidano con la testa, altri non rispettano le regole, questi piloti vanno individuati e dopo due o tre richiami espulsi dalle gare".

Le griglie piene son il problema?
"No. Per fare un'esempio Giraudo era schierato in griglia nella ventitreesima posizione su 26 partenti “quindi con griglia non piena” eppure qualcuno (incolpevole) gli è montato sopra e lui aveva solo 3 piloti dietro di lui".

Diminuire il numero dei pneumatici utilizzati o imporre delle mescole, aumenta la sicurezza?
"No. Se parliamo di sicurezza sarebbe bene che ogni pilota fosse libero di scegliere la mescola della gomma che vuole e cambiarla quante volte vuole. Se invece parliamo di economicità allora è un altro discorso, si può pensare di fare una griglia in mono mescola e/o dare un numero molto limitato di pneumatici ai piloti; faccio un esempio (massimo 4 penumatici per qualifiche e gara) e solo gare singole. Detto ciò, perché fare un solo format? Per accontentare chi ha budget limitati e scontentare gli altri? In ogni caso possiamo pensare di creare due format che accontentano tutti, senza imporre nulla a nessuno".

Come ti senti ora?
"Tutto ciò premesso, ho una grande tristezza dentro per gli incidenti ed i decessi accaduti negli ultimi 3 anni. Organizzo il trofeo da 19 anni e per i primi 16 anni non abbiamo mai avuto questi problemi, mai un decesso, eppure abbiamo avuto 240 piloti nel nostro trofeo con 6 griglie di partenza (6 volte tanto quelli di un trofeo in salute con 40 piloti); purtroppo negli ultimi tre anni nonostante il format del trofeo, i circuiti, gli pneumatici siano rimasti sempre gli stessi (o quasi) abbiamo visto morire troppo spesso i piloti, ed è per questo a mio modesto parere ci dobbiamo attivare inserendo i correttivi (alcuni da me suggeriti) che spero possano essere condivisi anche da altri promotori e dalla FMI".

Cosa farete?
"Ai tutti i piloti prima di dare la licenza va fatto un corso teorico "in presenza" (anche di sole 4 ore) dove si facciano vedere con dei video gli incidenti di gara dovuti al mancato rispetto delle regole e le loro conseguenze. Faccio un esempio classico; sei in griglia di partenza e ti si spenge la moto? Anziché stare li a provare ad accenderla devi alzare in alto entrambe le braccia ed agitarle! Alcuni piloti non lo fanno e allora durante il corso dobbiamo fargli vedere un incidente realmente accaduto, che possa davvero impressionare il pilota e fargli capire cosa succede se non segue questa regola. Il corso è bene che si effettui durante l'inverno e comunque non nei giorni di gara, quando il pilota ha l'adrenalina a mille e non sta a sentire ne il direttore di gara e il briefing.
I corsi su territorio nazionale non sono facili da organizzare ma noi operatori del settore dobbiamo spingere per riuscire a farli svolgere.
Dobbiamo inasprire le multe per chi non rispetta le regole, e non parlo di multe economiche, ma di multe che vadano a colpire il pilota sul suo risultato finale di gara. Cerco di spiegarmi meglio con degli esempi:
- non rispetti le bandiere gialle e non rallenti? 30 secondi di penalità a fine gara e rifacimento della classifica.
- vai a 100km/h nella corsia box? 40 secondi di penalità a fine gara e rifacimento della classifica.
- durante le prove di qualifica entri in pista tagliando la corsia e andando dalla parte opposta? Squalificato, non fai la gara.
I piloti devono capire che le regole sono alla base della loro sicurezza e le devono rispettare, per obbligarli a fargli rispettare le regole dobbiamo applicare delle sanzioni che facciano "male al pilota" e l'unica cosa efficace sono dei secondi di penalità sul loro risultato sportivo. Sarebbe opportuno istituire una licenza a punti dove ad un certo punto la licenza viene sospesa per un periodo più o meno lungo. Dobbiamo fare nel paddock dei controlli a campione di doping, perché chi è dopato o drogato, è pericoloso per sé e per gli altri. Di questa cosa non se ne parla ma ci sono persone così.
Infine dobbiamo cercare di cambiare la moderna cultura motociclistica (del risultato a tutti i costi, della coppa a tutti i costi) e riaffermare quella del motociclismo sportivo degli anni 70-90 dove la cosa più importante era migliorarsi, misurarsi con se stessi, rispettare i propri avversari, cenarci la sera insieme e solo infine, cercare di vincere. Va riaffermato il valore sano del motociclismo e non quello del risultato ad ogni costo. 
Tutti i piloti o quasi tutti chiedono che si faccia qualche cosa, ma pochissimi di loro si mettono in discussione, pochissimi di loro hanno analizzato gli incidenti degli ultimi tre anni, pochissimi di loro hanno detto "spesso è stata colpa nostra quasi sempre" .
Noi operatori dobbiamo impegnarci per cercare di migliorare le mentalità dei piloti ed aiutarli a migliorarsi come sportivi; è questa la nostra sfida più importante".

G. Guareschi
G. Guareschi

Cosa dice Gianfranco “Guaro” Guareschi

Gianfranco “Guaro” Guareschi sentito da Nico Cereghini
(i fratelli Guareschi sono partner tecnici del Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance, che aveva la sua terza prova della stagione al Mugello domenica scorsa)
“Ero lì, ho visto (e mi ha confermato la stessa cosa Lorenzo Miniati, amico e speaker, che ha visto le mmagini del circuito chiuso) quella moto che si è messa di traverso allo scollinamento... e poi l’esplosione impressionante. Poi qualcuno ha detto che la moto fumava bianco in rettilineo: deve aver rotto, è partita dietro, pare che abbia preso il muretto e sia rientrata in pista. Purtroppo chi arrivava non ha potuto evitare il povero pilota...
Ti dico la mia: la fatalità c’è, innegabile, ma è anche vero che queste 1000 vanno troppo forte, ho visto qualche passaggio in pista. Chi come noi ha corso lo sa: queste moto o sei allenato e ci vai sopra tre o quattro volte al mese, o non va bene. Una volta sul dritto ti riposavi, oggi non più. Le nostre Guzzi del trofeo Fast Endurance hanno 72 cavalli e uno si diverte anche se non è allenato, fanno i 200 all’ora e anche se non sei un esperto puoi reagire. C’erano quattordici gare domenica al Mugello, la 1000 Avanzata è per quelli che girano tra l’1.57 e i due minuti, ed erano tutti vicini...
Ti dico la verità, sarei io stesso in difficoltà, senza essere allenato e preparato come si deve. Sono tutte moto tirate, quasi delle SBK, e ho visto gente sovrappeso, palesemente impreparata, ho visto seguire linee sbagliate, c’è qualcosa che non va. Bisogna cambiare. Oltretutto sono moto esasperate, che richiedono anche una certa programmazione negli interventi meccanici. Dopo tot ore dovresti cambiare i pistoni eccetera, lo faranno tutti? Perchè ci vuole anche una grossa disponibilità economica...".

Simone Folgori
Simone Folgori

Cosa ne pensa la Federazione Motociclistica Italiana

Chiudiamo la nostra inchiesta con l'intervento della Federazione Motociclistica Italiana. Un intervento siginificativo, che fa emergere in modo chiaro il lavoro costante, svolto dalla FMI, per tutelare i piloti che corrono a ogni livello. Gli incidenti in pista con le moto ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma appreziamo l'impegno a ridurre al massimo le conseguenze. In questa direzione va anche il lavoro che ci presenta di seguito Simone Folgori, Responsabile del Campionato Italiano Velocità e della Coppia Italia della FMI.

Come mai negli ultimi anni sono accaduti incidenti così gravi tra i piloti amatori? Quali sono le possibili cause? Moto troppo potenti? Preparazione inadeguata dei piloti? Età degli stessi?
“E' un tema su cui stiamo lavorando quotidianamente, il nostro mondo ha bisogno di una rivoluzione culturale. I piloti devono capire ancora meglio che il proprio comportamento può creare un pericolo anche per gli altri. Questa consapevolezza deve aumentare. Tutti gli incidenti sono successi per carambole fatali, mai per mancanze organizzative della pista o dei soccorsi. Succede a tutti i livelli. Per esempio, anni fa si è alzata l'età minima di alcune categorie perché ci furono troppi incidenti tra piloti giovanissimi, quindi non sono solo l'età, la cilindrata o l'esperienza il nodo della questione. Gli incidenti accadono a tutti i livelli. Se cadi e rimani al centro della pista, l'incidente grave è difficile da evitare. Anche in MotoGP le carambole possono avere conseguenze drammatiche. E’ fuori dubbio che le moto hanno raggiunto potenze importanti, è vero, ma sono le moto che vengono chieste dai piloti. La categoria 600 è sempre meno richiesta e frequentata. I piloti vogliono le 1000. E con le 1000 non basta il pilota bravo ed esperto. Anche il team deve saperle gestire in modo sempre più professionale. La squadra deve essere all'altezza di una moto che dal giovedì alla domenica fa centinaia di chilometri e richiede perizia per poter evitare anche guasti meccanici. Stiamo pagando un prezzo altissimo (5 morti in 2 anni), ma dobbiamo anche pensare alle centinaia di persone che fanno migliaia di chilometri in pista ogni anno, in ogni weekend. La situazione è sicuramente migliorabile. E lavoriamo costantemente per diminuire i rischi.”

Dove e come si può intervenire per ridurre i rischi? Si può fare qualcosa di ulteriore dopo aver messo in sicurezza i circuiti e aver lavorato sulla preparazione del personale medico? 
“Dobbiamo trovare il modo di educare meglio e formare i piloti. C'è già una presa di coscienza in atto, ma stiamo lavorando come Federazione e a fine settembre inseriremo una serie di attività formative e didattiche a fianco dell'attività agonistica. Dal 2024 l'airbag sarà obbligatorio e le sanzioni verso chi non ha comportamenti adeguati in pista saranno più severe. Non possiamo escludere i rischi connessi alla guida in pista della moto, ma facciamo il massimo per limitarli”.

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