Il Sardegna Rally Race raccontato dai protagonisti

Il Sardegna Rally Race raccontato dai protagonisti
Piero Batini
  • di Piero Batini
Così giudicano la loro gara i protagonisti de Sardegna Rally Race. Il vincitore, quelli che sono saliti sul podio e quelli che… sono rimasti sotto, per un soffio | P. Batini
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
10 giugno 2013

Punti chiave

 

Marc Coma (1°)

Il Rally che ti aspettavi?
«Sì, è il Rally che mi aspettavo e che ci si deve sempre aspettare. L’anno scorso ho sbagliato la preparazione per il Sardegna Rally Race e non sono riuscito a vincere. Ero andato alla Baja California, che è una corsa completamente diversa e che volevo fare personalmente. Non mi ha aiutato tanto. Quest’anno ho fatto una preparazione buona e più specifica e così non ho avuto problemi sulla gara. Tutto è venuto bene. Sono contento anche per il Team, che ha lavorato benissimo. Credo che non sia una casualità che tutto abbia funzionato senza alcun problema. È segno che c’è dietro un buon lavoro».


SRR più o meno facile rispetto agli anni scorsi?
«E' stata un’edizione veramente completa. Abbiamo iniziato con il freddo e l’acqua, il fango, poi abbiamo incontrato le condizioni che troviamo normalmente in Sardegna. Ma quest’anno la natura era veramente rigogliosa. Abbiamo trovato sempre l’erba alta, e questa particolarità è stata una ulteriore complicazione per la navigazione, che è stata davvero difficile».
 

Ma tu non hai mai sbagliato…
«Sappiamo che in questo Rally è difficile fare la differenza solo con la guida e la forza. La vera differenza si fa quando non si sbaglia. Talvolta quindi bisogna capire che è meglio andare un poco più piano e non sbagliare piuttosto che correre forte e prendere il rischio di sbagliare. Ma il feeling con il road book era molto buono, e ho sempre avuto la sensazione di fare la cosa giusta».


Percorso e road book: come li hai trovati?
«Tutto molto bene. Un Rally completissimo. Speciali molto navigate, terreni duri, tagliafuoco, un giorno di piste più veloci, l’ultimo, forse non proprio nella filosofia di questo Rally. Certamente, in Sardegna quest’anno abbiamo trovato tutte le condizioni di un Rally completo».


Adesso il Mondiale continua…
«Sì, adesso bisogna andare avanti perché il Mondiale non è ancora vinto. Gonçalves ha fatto ancora secondo e il Campionato è ancora aperto. Allora andiamo prima al Desafio Ruta 40, cambiamo continente per una gara ancora diversa. Meteo, stagione, terreni, tutto diverso. Non credo che troveremo condizioni così belle come in Sardegna. È un rally da affrontare tranquillamente, per prendere tutti i punti che è possibile con il pensiero al Campionato e senza correre alcun rischio, senza fare stupidaggini».


Obiettivo Dakar 2014. Adesso sei la testa della piramide della Squadra ufficiale KTM.
«Alla fine io faccio quello che so fare. Andare in moto, correre e se possibile vincere. Cerco di fare tutto nel migliore dei modi, è il mio lavoro. Nel Team siamo 4 Piloti, e dunque la responsabilità ricade un po’ su tutti. Per me è bellissimo, l’unica cosa che voglio fare è cercare il modo migliore perché tutto funzioni alla perfezione. Poi, si sa, non è una gara facile né scontata, è lunghissima e può sempre succedere di tutto».


Paulo Gonçalves (2°)

Partito piano, poi salito al tuo livello. Come è andata?
«È stato un Rally molto difficile. L’ho iniziato trovando molte difficoltà, soprattutto con la navigazione. Poi pian piano ho cominciato ad abituarmi al “sistema”, a capirlo, e ho potuto quindi iniziare ad andare progressivamente più forte. Nel frattempo ho trovato la chiave di equilibrio tra la velocità e il rischio di sbagliare, e alla fine sono particolarmente contento del secondo posto ottenuto in queste condizioni. Sono contento anche perché è solo la seconda volta che partecipo a questo Rally, mentre tutti i big contano un numero ben maggiore di partecipazioni».


Qual è la situazione del tuo Mondiale, adesso?
«Ho tre secondi posti. Devo cercare di ottenere una vittoria, già nel Desafio Ruta 40, per esempio. Tenterò lì di dare una svolta al Campionato, per me è il Rally della verità. Qui Marc è stato molto più forte di tutti noi, adesso voglio sperare di rendergli il favore, anche se so che non è la cosa più facile del Mondo».


Il bello del Sardegna Rally Race?
«Questo Rally di bello ha tutto. L’ambiente, i paesaggi, le piste e le strade, veloci, di enduro e addirittura qualche trialera. Il contesto è fantastico e il Rally completo, ti lascia una sensazione di profonda soddisfazione. E di voler tornare a tutti costi l’anno prossimo».


E il brutto?
«Brutto no, non esiste. Ma il difficile, il più difficile sì, esiste. È la navigazione. Puoi trovare dieci-undici note in un solo chilometro, undici informazioni da seguire con precisione. Questo diventa delicato e molto difficile. Se corri troppo forte ti perdi quasi sicuramente, e allora devi calmare la foga, riflettere e mantenere massima la concentrazione».

Joan Pedrero 
Joan Pedrero 


Joan Pedrero (3°)

Joan Pedrero. Come è stata questa improvvisata?
«Qui in Sardegna mi sono trovato in una situazione molto complicata. Erano sei mesi che non facevo una corsa di navigazione, e in Sardegna abbiamo trovato il massimo. Sono contento, soprattutto perché pensavo che avrei avuto grossi problemi a ritrovare il ritmo. In realtà tutto è andato alla grande. All’ultimo momento ho trovato la velocità, una grande Beta e un’ottima Squadra. È stata una gara molto importante per me».


Hai vinto di tutto. Speciali, giornate, tappe. Cosa è cambiato?
«Sì. L’anno scorso sono venuto, ma onestamente credo di non aver capito niente del Rally in Sardegna, della sua filosofia e delle sue difficoltà. Quest’anno l’ho presa in modo diverso. Mi sono concentrato sulla calma, e su quella condizione mentale che ti consente di affrontare le maggiori difficoltà con la mente lucida. In questo modo sono giunto rapidamente alla conclusione che era meglio sacrificare un po’ di velocità in favore di una maggiore concentrazione sull’obiettivo di non sbagliare. Tutto è andato benissimo, sono super contento».


La cosa più bella del Sardegna Rally Race?
«Soprattutto l’ambiente. È incredibile. Poi l’atmosfera nel Team Beta, che è stata davvero fantastica. Per me è stata veramente una super esperienza e una super corsa».


E la cosa più brutta?
«Non c’è, non c’è stato niente di meno che bello!».


Alessandro Botturi (X°).

Allora, come possiamo dire che è andata?
«Eh, non è andata esattamente come potevamo sperare. Sono contento, ma è un vero peccato essere rimasto senza benzina nella prima speciale della penultima tappa. Penso che senza quell’episodio sfortunato la vittoria fosse alla mia portata, e l’ho visto anche nell’ultima tappa, molto diversa dalle altre eppure portata a termine nel migliore dei modi».
 
Alessandro Botturi
Alessandro Botturi

Ci hai provato anche nell’ultima tappa.
«Sì, sono partito con l’idea di attaccare, anche se il ritardo era molto. Volevo vedere dove riuscivo ad arrivare, ho rifiutato di accontentarmi».

 

Un Rally un po’ sfortunato per te, ma altrettanto carico di conferme sul tuo potenziale. Che farai adesso?
«Adesso, aspettiamo e vediamo se qualcuno si accorge di me e mi da la possibilità di dimostrare il mio valore. Adesso mi sento pronto per combattere come e contro quelli “veri”».


La cosa più bella del SRR13?
«Per me sicuramente il fatto di tornare in gara contro Coma, Despres, tutti i più forti del Mondo. Il mio posto è là in mezzo a loro, per battagliare e possibilmente batterli. Per me questa è la grande soddisfazione di questo Rally».


Hai tenuto banco, comunque, per almeno tre quinti del Rally.
«Ho cercato di attaccare, e l’ho fatto sempre molto forte. Ho vinto delle Speciali, delle tappe, e sono stato in testa al Rally. Peccato, come abbiamo già detto, che non è andata come poteva, soprattutto nella penultima tappa. Sono contento di aver avuto conferma del mio potenziale e di aver partecipato a un Rally così bello, un po’ meno, naturalmente, del risultato finale».


Cyril Despres (4°)

Cyril, un doppio bilancio. Sul Rally e sulla nuova moto.
«Il bilancio è positivo. Quindici giorni fa non avevo ancora un futuro chiaro e non mi ero ancora potuto allenare con la moto. Pensavo di non riuscire a partecipare al Sardegna Rally Race. Dunque, finalmente, tutto ha preso la piega giusta, e seppure con poco tempo per prepararmi, sono riuscito a partire. Non abbiamo potuto fare molte cose sulla moto, ma sono contento soprattutto di essere potuto rientrare nel mio mondo, nella competizione. Il Rally? Semplice, il Rally è un buon Rally, il mio preferito».