David Bailey ambasciatore Riders F1rst

David Bailey ambasciatore Riders F1rst
Il 6 volte campione nazionale motocross/supercross è stato insignito del ruolo di testimonial del progetto Riders F1rst che aiuterà ex atleti paraplegici come lo sfortunato fuoriclasse californiano
23 gennaio 2010


Il fantastico quartier generale della Oakley di Foothill Ranch, situato a sud di Los Angeles, ha ospitato la cerimonia che One Industries e la Casa di occhiali sportivi hanno organizzato in onore di colui indicato tutt’ora come l’icona del motocross statunitense il quale, grazie al supporto dei promotori, si incaricherà di trovare fondi per aiutare altri piloti privi di mobilità rimasti vittime di incidenti.

Nata dall’idea degli amici della One Industries, l’iniziativa è consistita nel disegnare un completo di abbigliamento con una grafica personalizzata che richiama i mitici anni ’80 firmato da Bailey e prodotto in tiratura limitata di 300 pezzi col numero 6 sulla schiena come quando correva in sella alla Honda, i cui proventi vanno interamente devoluti ad alcuni atleti scelti dallo stesso David.

Al party hanno partecipato piloti che hanno fatto la storia del motocross, tra i quali Johnny O’Mara, Mike Bell, Jean Michel Bayle, Broc Glover, Sebastien Tortelli, i fratelli Eric e Sylvain Geboers, Roger de Coster ed Ernesto Fonseca anche lui purtroppo rimasto paralizzato alle gambe in seguito ad una caduta.

Coi ragazzi della One Industries avevamo già fatto qualcosa del genere in passato – ha spiegato Bailey – ma non in queste dimensioni. Per me oltre ad essere una grande soddisfazione vedere così tanta gente attorno a me e mio figlio fotografato come modello con questo abbigliamento è una grande opportunità perché ricordo bene il periodo dopo il mio incidente quando mi trovai talmente in difficoltà economiche da essere stato vicino a dover vendere la casa e perdere la famiglia. Ora sono felice di poter aiutare con un supporto anche a livello economico piloti che in seguito alla mancanza di mobilità si trovano in condizioni critiche come Danny Magoo Chandler”.

Massimo Zanzani

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