Africa Race. Rinasce la Dakar?

Il nome è nuovo, ma il tracciato presentato da Hubert Auriol non lascia dubbi: partenza in Europa e arrivo a Dakar, dopo 11 tappe. Abbiamo sentito il parere di Orioli e di Sala
2 luglio 2008


Bergamo, 2 luglio 2008
Presso la sede di Acerbis, Hubert Auriol ha presentato Africa Race, un progetto che farà a lungo parlare di sé.

I Rally internazionali tornano in Africa, sui percorsi della mitica Dakar. La nuova gara, lunga 11 tappe per complessivi 6.500 km, si sviluppa infatti tra Marocco, Mauritania e Senegal e si svolge grosso modo nello stesso periodo (dal 26 dicembre all'11 gennaio) in cui ASO prevede di far disputare la sua Dakar sudamericana, che toccherà Argentina e Cile.

A quale gara andrà il maggior successo? Difficile dirlo oggi, posto che gli obiettivi degli organizzatori sono diversi.

Il sogno di Auriol
Riportare in terra d'Africa il Rally più importante è il chiodo fisso di Hubert, che in Africa ci è persino nato, e tanto ha vinto, sia con le moto che con le auto.
Il sogno del pilota e organizzatore francese sta ora per avverarsi.
La federazione internazionale, gli sponsor
- a partire dall'inossidabile Franco Acerbis - intendono seguirlo in questa grande avventura.
Luogo scelto per la partenza è Marsiglia, prima città africana in Europa - come la definiscono bonariamente i transalpini - e porto ideale per consentire la trasferta della carovana in terra d'Africa.

Largo ai privati
Auriol ha un altro obiettivo, riportare i privati all'Africa Race. La cilindrata regina sarà la 450, in modo da invogliare le case costruttrici, che hanno a listino questi modelli, e gli amatori, che corrono con questa popolare cilindrata.
I mezzi con cubatura superiore subiranno una penalizzazione.

Hubert Auriol: "Negli ultimi anni la Dakar era diventata una sorta di monomarca Ktm. Con il nuovo regolamento speriamo che altre aziende tornino a correre. Anche i costi ne gioveranno. La 450 è la categoria più diffusa tra gli amatori, che sono l'anima di questa gara-avventura".

La gara degli Africani
Auriol ci tiene a sottolineare che sono stati gli stessi governi africani di Marocco, Mauritania e Senegal a chiedere a gran voce il ritorno della gara sui loro territori, garantendo in prima persona la sicurezza dei partecipanti.
I primi ministri dei 3 paesi hanno scritto una lettera di intenti, una sorta di fideiussione per quelle squadre che temono una cancellazione all'ultimo minuto.
Il Rally si chiamerà Africa Race proprio per onorare il ruolo dei paesi africani all'interno della gara.
Un aspetto, questo, spesso trascurato da ASO.

Le iscrizioni e i costi
Le iscrizioni ad Africa Race sono già aperte e si chiuderanno il 15 novembre 2008. Il modulo relativo è scaricabile dal sito www.africarace.com
Ecco i costi per i motociclisti:
Forfait Moto
- Fino a 450 cc: 3.000 €
- Oltre 450 cc: 3.800 €
Forfait per persona
- Tariffa Amatori: 8.000€
- Tariffa Standard: 10.000 €


L'opinione dei campioni
Abbiamo chiesto a due tra i nostri più celebri piloti dakariani un parere sul progetto di Auriol.

Edi Orioli, che ha scritto il suo nome negli annali della Dakar di cui ha vinto due edizioni, la pensa così: "Africa Race è un'idea coraggiosa, una sfida aperta ad ASO. Le grandi squadre ufficiali, penso a Ktm, hanno già deciso di correre in Sud America e difficilmente cambieranno i loro programmi. Ma il restante 90% di piloti privati e semplici appassionati guarderà con favore a questa gara, che li riporterà in Africa. Resta l'incognita della sicurezza in Mauritania, anche se Auriol sa il fatto suo e l'accordo coi governi locali depone a suo favore. Il nome che evoca l'Africa è una scelta azzeccata, che verrà apprezzata dagli Africani".

Gio Sala ha corso 10 Dakar ed è giunto terzo nel 2006: "La concomitanza con la gara di ASO creerà qualche problema; gli ufficiali in America, i privati in Africa. Anche i costi dell'Africa Race, molto più bassi per via della trasferta meno impegnativa, giocano a suo favore. Staremo a vedere, anche se non condivido la scelta di favorire le moto di 450 cc, che su 6.000 km di corsa hanno costi anche più alti dei grossi mono, che sono più adatti e affidabili sulle lunghe percorrenze. Il fatto che siano gli Africani a chiedere che la gara torni da loro dovrebbe scongiurare il rischio legato al terrorismo".

Ora attendiamo la contromossa di Aso.
Il nuovo Rally si chiama Africa Race, ma l'arrivo sulle sponde del Lago Rosa rimanda inevitabilmente alla mitica Dakar.

 
Andrea Perfetti

 

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