BUELL Lightning Cityx XB9SX

Francesco Paolillo
Che alla Buell pensino la moto in maniera “diversa” è assodato, design “fuori”, telai che fungono da serbatoi, forcelloni che contengono l’olio motore e chi più ne ha più ne metta
18 dicembre 2005

Questo modo di intendere le due ruote ha portato il marchio Buell a diventare, tra i prodotti di nicchia, un oggetto di culto per acquirenti che vogliono distinguersi a tutti i costi.
Con la CityX il costruttore americano ha ribadito, per l’ennesima volta, il filo conduttore dei suoi prodotti e cioè diversità e originalità prima di tutto (anche nel comportamento dinamico).

Appoggiata sul cavalletto laterale questa Buell ha l'aspetto di una fanciulla disinibita che ammicca. Come l’ultimo dei “Latrin lover” mi avvicino e la osservo con occhio “tecnico” e fare distaccato. Niente male l’attillato vestito dell’americana, il serbatoio translucido come un tessuto trasparente crea quell’effetto vedo-non vedo che è una prima assoluta in campo motociclistico. Stesso materiale per il cupolino che sovrasta i due fari, protetti da una griglia che fa tanto off-road. Identico concetto per i paramani, che a parer mio in città sono un bel gadget (vi è mai capitato che qualcuno apra senza guardare la portiera mentre state passando? Meglio rompere un paramano che rompersi due dita).
Altri capi d’abbigliamento la CityX non ne indossa, sposando senza mezze misure la concezione Buellistica delle nakeds, che prevede il minimo indispensabile per quanto riguarda le sovrastrutture.
Lo svelto codino, che assomiglia più al pungiglione di un ape che al posteriore di una moto, impressiona per compattezza (visto lateralmente il faro posteriore è sullo stesso asse del perno ruota!) così come fa ancora un certo effetto sempre osservando la fiancata della CityX, il cortissimo interasse (1.320 mm!).
Le finiture, considerando il prezzo di 9.910 Euro, non sono al top, in particolare i blocchetti elettrici e la strumentazione sono di fattura troppo economica e troppo poco “appariscenti” per una moto come la CityX.
Un altro dubbio lo fa sorgere il materiale traslucido del “finto” serbatoio (“tutti” sanno che quello vero è nel telaio) eccessivamente sensibile ai graffi, e la scritta Buell in rilievo dai bordi un po’ troppo “affilati”.
Osservata nel suo complesso la CityX non smentisce, anzi mette in risalto la sua natura di moto “fuori dal gruppo”.

Meccanicamente la CityX riprende in toto la XB9S, con il suo bicilindrico a V di 45° raffreddato ad aria di 984 cc. La potenza dichiarata è di 83 cv (62 KW) a 6.600 giri, con una coppia di 85,6 Nm a 5.600 giri. Dati che non fanno gridare al miracolo, ma che considerando l’indirizzo prettamente urbano ed extraurbano a breve raggio, sono più che sufficienti per divertirsi (che è lo scopo principale della CityX).

Dotazione ciclistica di prim’ordine per questa Buell che ostenta un paio di forcelle Showa regolabili nel precarico della molla oltre che nel freno in estensione e compressione. Anche il mono posteriore è uno Showa ed è anch’esso registrabile nel precarico e nel freno in estensione e compressione. Il telaio in alluminio, come già scritto, ha la funzione oltre che strutturale, anche di serbatoio del carburante (14 litri di capacità) mentre il braccio sinistro del forcellone funge da serbatoio dell’olio.

Appoggiata sul cavalletto laterale questa Buell ha l'aspetto di una fanciulla disinibita che ammicca
Appoggiata sul cavalletto laterale questa Buell ha l'aspetto di una fanciulla disinibita che ammicca

Originalità progettuale anche per l’impianto frenante, che con il padellone perimetrale anteriore da ben 375 mm e pinza a sei pistoncini è una mosca bianca nel panorama motociclistico. Più ordinario il freno posteriore da 240 mm con pinza flottante a pistone singolo.
La trasmissione, come per tutta la gamma Buell è affidata ad una cinghia, il che comporta minor manutenzione ed un funzionamento più dolce e silenzioso.

Saliamo in sella.
Come ogni volta che monto su di una Buell, rimango sconcertato per qualche istante dalle dimensioni che dire minime è riduttivo. La ruota davanti quasi non si vede, mentre quella posteriore è proprio sotto al sedere. Difficile trovare una moto più corta!
La posizione di guida è più da supermotard che da naked cittadina, il manubrio largo e posizionato vicino al bacino, la sella alta, ricordano l’impostazione di guida delle monocilindriche enduro- stradali. Nel complesso una postura poco affaticante e confortevole, grazie anche alla generosa imbottitura della sella che preserva il fondoschiena, senza per questo essere troppo cedevole.

Il motore si avvia al primo colpo e subito si diffonde la tipica sinfonia Harley, con la voce del bicilindrico raffreddato ad aria che risulta inconfondibile.
Dentro la prima… e via.
In un periodo in cui si discute di punti (quelli della patente), ecco un altro gingillo che li può far saltare con disinvoltura. Precisiamo che non è tanto la moto quanto il pilota, che fa si che la patente venga polverizzata da un qualsiasi tutore dell’ordine, ma ciò non toglie che è difficile sottrarsi all’istigazione a delinquere che ci offre la CityX.

Il motore, fluido e regolare, è un mostro di trattabilità. La coppia esagerata che mi aspettavo, non è poi così esagerata, anzi fino ai quattromila giri il motore è abbastanza tranquillo e solo dopo questo regime tira fuori un po’ di carattere, sempre senza impressionare però. Le vibrazioni si fanno sentire più che altro al minimo, ma basta mettersi in movimento per farle diminuire notevolmente, in ogni caso non risultano mai troppo fastidiose e fanno parte del bagaglio culturale delle Buell.
Come in tutti i bicilindrici, è inutile tirare le marce fino al limite dei giri (circa 7.000) per ottenere degli spunti brillanti, già intorno ai 6.000/6.500 giri il motore si è espresso al meglio.
La frizione, discretamente leggera e dallo stacco progressivo, unita alla fluidità ai bassi del bicilindrico, permette di muoversi e zigzagare nel traffico senza dover utilizzare più di tanto il cambio, che mostra notevoli limiti di manovrabilità. Per utilizzarlo al meglio, infatti, si deve accompagnare la leva fino a fondocorsa in modo deciso e senza indugi, pena sonore sfollate.

L’interasse “extra small”, unito ad un angolo di sterzo tutt’altro che disprezzabile, rendono la guida urbana estremamente divertente. Ogni curva, rotonda o cambio di corsia, diventa fonte di divertimento (ecco che torna in ballo il discorso dei punti patente…). Agile come poche, la CityX si butta come un fulmine nelle curve, e grazie ad una ciclistica sana e ad un motore che permette di spalancare la manopola del gas senza problemi anche a metà curva.
È inutile, questa Buell è una di quelle moto che ti prendono è ti trasformano in pinocchio nel paese dei balocchi.

Le sospensioni con taratura standard, incassano senza problemi tutti i tipi di asperità che il manto stradale delle nostre città gentilmente ci “mette a disposizione”, ma per un utilizzo più spinto preferirei un set up più rigido e frenato, in particolare sull’anteriore. Infatti la forcella Showa nei cambi di direzione più “cattivi” e meno fluidi, tende a rimbalzare e scompone leggermente la CityX. Viste le numerose regolazioni delle sospensioni non ci dovrebbero essere problemi per personalizzare l’assetto a seconda delle proprie esigenze.

Un particolare curioso di questa Buell riguarda i pneumatici di primo equipaggiamento, i Pirelli Scorpion Sync (già visti sulla Ducati Multistrada) che viste le caratteristiche quasi fuoristradistiche dell’allestimento estetico, si sposano perfettamente al look della due cilindri a stelle e strisce, avendo un design simile alle gomme che equipaggiano le enduro stradali.

I freni, a dire il vero poco sollecitati durante la nostra prova che si è svolta in pieno centro a Milano, si sono comportati molto bene, con l’anteriore che si è dimostrato potente e modulabile al tempo stesso. Il disco posteriore, al vero ancor meno sollecitato, è anch’esso modulabile e poco propenso al bloccaggio. 

83 cv (62 KW) a 6.600 giri, con una coppia di 85,6 Nm a 5.600 giri

Tirando le somme questa Buell CityX è si un oggetto dalla forte personalità che permette di distinguersi davanti al locale alla moda, ma è anche una fonte di divertimento per chi ci si siede sopra, viste le ottime caratteristiche dinamiche.
A proposito, mi sono scordato di citare un’altra caratteristica di questa Buell, cioè che è una moto da single…il passeggero è meglio che ve lo scordiate (a meno che non ne troviate uno disposto ad appollaiarsi lì dietro!)

 

Pregi
  • Personalità
  • Guida
Difetti
  • Qualche rifinitura
  • Strumentazione povera
  • Camvio impr
Titolo
  • Occhi addosso perennemente

 

Buell Lightning CityX XB9 SX (2005 - 09)
Buell

Buell
Viale delle Industrie 10/17
20020 Arese (MI) - Italia
02 9345441
https://www.buell.com/content/buell/it_IT/home.html

  • Prezzo 9.895 €
  • Cilindrata 984 cc
  • Potenza 82 cv
  • Peso 175 kg
  • Sella 765 mm
  • Serbatoio 14 lt
Buell

Buell
Viale delle Industrie 10/17
20020 Arese (MI) - Italia
02 9345441
https://www.buell.com/content/buell/it_IT/home.html

Scheda tecnica Buell Lightning CityX XB9 SX (2005 - 09)

Cilindrata
984 cc
Cilindri
2 a V
Categoria
Naked
Potenza
82 cv 60 kw 7.500 rpm
Peso
175 kg
Sella
765 mm
Inizio Fine produzione
2005 2009
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