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Lo scarico abbandona la soluzione sotto-motore e impiega un classico silenziatore laterale, ben rifinito e capace di regalare un sound cattivo al potente motore monocilindrico. I tecnici austriaci hanno lavorato sodo per smussare gli spigoli della Duke, che ora si presenta comoda e adatta a un pubblico eterogeneo. Un po’ meno supermoto, un po’ più naked sportiva. Ecco spiegata la riduzione di altezza della sella (30 mm in meno, ora sono 835. Ma c’è anche la sella ribassata, a soli 800 mm da terra), che ha una foggia stradale ed è divisa in due porzioni, per il pilota e il suo passeggero. Dimenticate insomma l’asse da stiro della vecchia Duke, bellissimo ma se c’era da viaggiare erano dolori per le chiappe.
Il motore è quanto di meglio offra oggi il panorama dei big single. Ha una potenza elevatissima, che va di pari passo con una erogazione semplicemente fantastica. Certo, sotto i 2.500 giri ricorda di essere un mono “grosso così” con qualche deciso strappo, ma basta superare i 3.000 per scoprire altri 5.000 giri di divertimento assoluto
Volete un po’ di numeri? La Duke ci dà modo di sbizzarrirci in arditi confronti con le sue concorrenti.
Vanta 70 cavalli a 8.000 giri e 70 Nm di coppia massima a 5.500 giri. Pesa 149,5 kg a secco (circa 160 con il pieno di 14 litri). Il rapporto peso/potenza indica un dato esaltante: 2,29 kg/cv.
Giusto per capirci, la Kawasaki ER-6n si ferma a quota 2,86 kg/cv (206 kg per 72 cv), la Ducati Monster 696 a 2,47 kg/cv (185 kg per 75 cv). Se invece consideriamo anche le moto monocilindriche, la recente BMW G 650 GS si ferma a 4,25 kg/cv (204 kg per 48 cv).
Il cambio ha sei rapporti (comoda la visualizzazione della marcia inserita sul display digitale), e la frizione è assistita dall’ottimo antisaltellamento APTC, che regala degli ingressi in curva da manuale della guida supermotard.
Dai 3 ai 5.000 il 690 spinge deciso e pieno, ma è dai 6.000 che mette il turbo e inizia a martellare come un ossesso sino all’intervento del limitatore, posto a quota 8.600 giri.
La Duke vanta una propensione esagerata all’allungo, tanto che in sella le sensazioni sono per certi versi paragonabili a quelle di un bel bicilindrico con ancora più schiena ai bassi regimi. Non ci era mai capitato di guidare prima motori mono con un range di utilizzo così ampio, soprattutto nella zona alta del contagiri.
A questo punto vi starete chiedendo se a tanti giri corrispondono tante vibrazioni; sono presenti, soprattutto al manubrio e sulle pedane, ma non risultano troppo fastidiose. Durante la prova abbiamo percorso solo pochi chilometri di autostrada a circa 140 km/h, rimane da verificare se su lunghe percorrenze autostradali le vibrazioni possano risultare eccessive. Ma dal primo contatto diremmo di no.
La velocità massima è di circa 190 km/h (corrispondenti a circa 196 km/h indicati), un’ulteriore conferma dell’esuberanza motoristica della Duke.
Doppia personalità. Se in città si rivela mansueta come la più facile delle naked, è nel misto che la 690 rivela la sua indole sportiva. La sua dote più bella è la capacità di divertire senza impegno. Merito di un’erogazione sempre pronta, che perdona gli errori di guida, e di un peso lillipuziano. Il telaio a traliccio regala una solidità esemplare, assistito da sospensioni semplici (prive di regolazioni, se si esclude il precarico del mono), ma bene a punto. La forcella dà un grande sostegno anche in staccata, mentre il monoammortizzatore regala la giusta trazione in uscita di curva.
Solo in presenza di sconnessioni evidenzia un ritorno piuttosto sfrenato, che invita a moderare la velocità. Ottima la frenata fornita dall’impianto Brembo/Bosch; la caratteristica migliore è senza dubbio la modulabilità, privilegiata a dispetto di un’eccessiva prontezza della risposta, non sempre desiderabile sull’asfalto bagnato ad esempio. L’ABS lavora correttamente e non risulta mai invasivo.
Al pilota non resta che scegliere come guidare la sua Duke. In stile supermoto, ritardando al massimo l’ingresso in curva, o da naked sportiva, impostando traiettorie rotonde e pulite. In entrambi i casi le soddisfazioni sono tante, merito di un progetto riuscito e di un motore che, anche nel 2012, rappresenta lo stato dell’arte tra i grossi monocilindrici.
La Duke 690 sarà in vendita a partire dal mese di febbraio del 2012 in due colorazioni, bianca o nera, al prezzo di 6.990 euro franco concessionario. Per la versione con ABS, che abbiamo provato, il prezzo sale ma non troppo: 7.490 euro, che ci sembrano assolutamente ben spesi.
Pregi
Finiture | Motore potente ed elastico | Prestazioni | Facilità di guida
Difetti
Qualche vibrazione su pedane e manubrio | Ammortizzatore rigido sullo sconnesso
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