Vivavoce e interfono: e se anche in moto diventassero illegali?

Vivavoce e interfono: e se anche in moto diventassero illegali?
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
Il Commons Select Committee del parlamento inglese vorrebbe vietarne l'uso, sostenendo che parlare al telefono alla guida è sempre pericoloso
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
14 agosto 2019

Alzi la mano chi non ha mai usato lo smartphone collegato via Bluetooth al proprio sistema interfono integrato nel casco, per seguire le indicazioni del navigatore o per ascoltare la musica, ma anche per una conversazione telefonica.

Molti di noi approfittano del sistema di comunicazione senza dovere necessariamente avere tra le mani lo smartphone col quale, ricordiamo, è vietato spolliciare mentre si è alla guida (oltre ad essere contrario al più elementare buon senso). Ancora più demenziale è la pratica di incastrare lo smartphone tra il casco e l'orecchio per l'evidente situazione di pericolo che potrebbe innescarsi se il telefono scivolasse.

 

Le statistiche, da tempo, ci raccontano che la distrazione è una delle maggiori cause di incidenti e sono sempre più numerose sono le ricerche che argomentano come parlare al telefono in modalità hands free sia pericoloso tanto quanto farlo tenendo il telefono in mano poiché mentre si parla si attiva una forma di immaginazione visiva che attenua la percezioni dei rischi alla guida.

Dopo la Francia che già da tempo vieta di usare il telefonino in auto perfino se si è fermi e con il motore spento, è fresca la notizia che il Commons Select Committee del parlamento Inglese ha espresso il suo parere favorevole affinché il Governo britannico vieti tout court l'uso del telefono alla guida attraverso una consultazione pubblica da tenersi entro la fine di quest'anno.

Per estensione la stessa norma andrebbe poi a colpire anche tutti coloro che utilizzassero dispositivi come il sistema bluetooth integrato nel casco, in quanto anch'essi “hands free”.

Da noi, l’articolo 173 del Codice della Strada recita che ”è vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore”, mentre “è consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani) purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie” e giù sanzioni pecuniarie, decurtazioni e sospensioni in caso di violazione.

Il principio espresso dal Commons Select Committee parte, come già accennato in precedenza, dal presupposto che seppure con le mani ben piantate sul manubrio - o sul volante - e gli occhi fissi sulla strada, è innegabile che una certa quota di attenzione venga trasferita dalla guida alla conversazione, circa il 50% secondo la ricerca utilizzata dal Committee, e la cosa si fa molto più pericolosa se si è in sella ad una motocicletta.
 

Lo scenario che si apre sembra vada nella direzione di una sempre maggiore regolamentazione dell'uso dello smartphone durante l'uso dei mezzi a motore ma, per assurdo, l'intento del legislatore britannico di assicurare la totale e assoluta concentrazione sulla strada mentre si è alla guida è opposta rispetto a quella scelta dalle Case che garantiscono sempre maggiore connettività alle nostre moto e sul dashboard forniscono sempre più informazioni e possibilità di intervento, anche a moto in marcia, ed è opposta anche a quanto accade con l'introduzione di tutti quei dispostivi come che integrano connettività e segnalazioni ottiche o acustiche.

Gli stessi sistemi di guida assistita di prossima introduzione integrano segnali ottici o acustici che potrebbero, seppure in senso lato, distrarre il pilota.