Special CR&S VUN PPP

Prunta Per Pista, ecco svelato l’acronimo meneghino della super monocilindrica da 70 cv per 128 kg. Destinata ai circuiti, dove dà la paga a mezzi ben più potenti
13 febbraio 2008
Tutto nasce dall’estro di Roberto Crepaldi che, nel 1992, crea la CR&S (Cafè Racers and Superbikes) per dare libero sfogo alla sua pazza voglia di moto fuori dagli schemi. Tempo un anno e Roberto inizia a collaborare con il tecnico neozelandese John Britten, a cui fornisce assistenza tecnica e logistica nelle gare europee. Ben presto CR&S fonda una squadra corse e partecipa ai campionati internazionali con Britten V1000. La scomparsa di Britten spinge CR&S al cambiamento. Con i nuovi soci, Giovanni Cabassi e Giorgio Sarti, e con la firma di Roberto Pattoni – proprio lui, l’uomo Paton – prende forma l’idea di una leggera motocicletta monocilindrica capace di suonare le sportive a due e quattro cilindri, sia su strada che in pista. E alla seconda versione, la VUN PPP, dedichiamo lo Speciale di Moto.it. E’ una moto estrema per destinazione – il suo campo d'azione elettivo è il circuito – ma al contempo semplice nella gestione. Nasce dalla collaborazione consolidata tra CR&S e Paton Engineering, a cui si aggiunge lo zampino del Team Pami, che da anni sviluppa il motore BMW/Rotax/Bombardier. Roberto Crepaldi si è posto un obbiettivo prioritario: creare una motocicletta facile, veloce (non solo sui circuiti lenti, non crediate). Quindi bando agli avviatori esterni e alle meccaniche da revisionare ogni 10 uscite in pista. Con la VUN sono sufficienti i cambi di olio e filtri per correre diverse stagioni senza il patema di spaccare tutto. IL BOMBARDONE Il cuore della CR&S non necessita di presentazione, è realizzato dalla Bombardier Rotax, leader mondiale nella costruzione e progettazione di questa tipologia di motori. Alimentato dall’iniezione elettronica, vanta una cubatura di 652 cc, la distribuzione a doppio albero a camme in testa con 4 valvole, la lubrificazione a carter secco (l’olio trova posto nello scenoso serbatoio in alluminio davanti al motore) e il cambio a 5 rapporti. Il radiatore in alluminio è collocato lateralmente, ne risulta una sezione frontale estremamente ridotta. Roba da 125. Nella versione stradale il Rotax sviluppa 54 cavalli, che salgono a 68 a 7.500 giri/min nel modello che vedete in foto. Merito del pistone alleggerito e dello scarico libero da 105 decibel che dà respiro al motore. È realizzato interamente in titanio da QD ed è collocato sotto il motore. Saggia decisione, giacché gli scarichi sotto codone servono solo ad incrementare le masse, oltre ad alzare inutilmente il baricentro della moto. È nei dettagli che PPP conquista chi desidera un mezzo unico, diverso dalle moto carenate così simili tra loro. I cerchi in magnesio a cinque razze Marvic “Piuma” permettono di contenere il peso sotto la soglia dei 130 kg (ma è possibile avere VUN con gli ancor più leggeri cerchi in carbonio PST). Il telaio reggisella in carbonio e il serbatoio in alluminio spazzolato definiscono un mezzo dalla chiara impronta racing. Impronta che ritroviamo nel reparto ammortizzante. In CR&S hanno preteso il meglio, come dimostra la forcella Ceriani da 46 mm all’avantreno e il monoammortizzatore Ohlins, interamente regolabili. DISCO SINGOLO Il peso contenuto e l’impianto frenante Brembo Racing – con pinza anteriore ad attacco radiale – garantiscono decelerazioni violente, ma perfettamente controllabili. Il padellone anteriore da 320 mm è sufficiente a tirare staccate da ultima curva dell’ultimo giro. Quando scendiamo in pista, siamo disposti a rinunciare a ogni comodità: ben venga la sella in neoprene dallo spessore minimal. Sì, perché in moto anche il sedere è utile a "leggere" il comportamento della ciclistica. Il telaio è un traliccio tubolare d’acciaio a cui si vincolano il telaietto reggisella, il forcellone e i supporti pedane saldati manualmente a TIG. Le piastre motore in lega leggera sono ricavate dal pieno e sono fornite da Rizoma, così come le piastre forcella e i supporti del manubrio ricavati dal pieno. MADE IN LOMBARDIA Abbiamo lasciato per ultime le considerazioni estetiche e il prezzo della VUN pistaiola. Le prime sono soggettive, certo, ma lasciateci dire che “l’è propri bela!”. Lo diciamo in dialetto milanese, perché l’azienda di Roberto è cresciuta all’ombra della Madonnina. E VUN non cela una sigla misteriosa, è semplicemente la traduzione meneghina di “uno”. Il prezzo è da fuoriserie, € 23.940 (IVA inclusa - Franco Fabbrica). Ma se Cupido ha fatto centro, sappiate che esiste anche la versione stradale, con la sua bella omologazione Euro 3, a 14.220 €. Andrea Perfetti

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